Divide il trasporto merci su ferrovia

BERNA - Le recenti proposte del Consiglio federale relative al trasporto delle merci per ferrovia, volte soprattutto a potenziarlo sull'Altipiano, raccolgono reazioni divergenti. I punti centrali della riforma, posta in consultazione fino a ieri, sono l'autofinanziamento da parte degli operatori, l'equiparazione tra trasporto delle merci e delle persone, nonché l'abbandono dell'obbligo per le FFS di servire l'insieme del paese.
In estrema sintesi FFS e BLS accolgono positivamente la revisione della legge federale sul trasporto di merci per ferrovia o idrovia (LTM), le associazioni economiche e la lobby degli autotrasportatori considerano che la rotaia venga favorita rispetto alla gomma e le associazioni ambientaliste ritengono che la ferrovia sia penalizzata.
La revisione della LTM, che il governo ha inviato in procedura di consultazione lo scorso 17 aprile, è avvenuta su mandato delle Camere, che auspicano un potenziamento del trasporto delle merci su rotaia sull'Altipiano.
La modifica legislativa prevede che questo vettore si autofinanzi. Le indennità di gestione concesse attualmente al trasporto merci ferroviario sull'intero territorio nazionale saranno abrogate al termine di un periodo transitorio di tre anni. Gli operatori riceveranno denaro dalla Confederazione solo per investimenti.
Confederazione e Cantoni potranno derogare al principio dell'abbandono dei sussidi per garantire un'offerta volta a permettere lo sviluppo economico regionale, in particolare nelle regioni di montagna.
Una seconda importante novità della revisione legislativa è costituita dall'abbandono della priorità finora concessa ai convogli di passeggeri.
Il terzo aspetto centrale è costituito dalla libertà concessa alle FFS che, fatta salva qualche eccezione, potranno decidere autonomamente la loro offerta. Attualmente l'ex regia federale è tenuta a trasportare le merci.
Gli sfavorevoli
Per tutta una serie di organizzazioni, la revisione penalizza la strada. Chiedono un progetto di legge che coinvolga tutti gli operatori attivi nel trasporto di merci. Tra queste associazioni figurano in particolare la Federazione delle imprese svizzere (economiesuisse), l'Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG), l'organizzazione che riunisce le imprese proprietarie di binari industriali e di vagoni (VAP), il Touring club svizzero (TCS), nonché i partiti UDC e PLR.
A loro avviso la revisione presenta quali elementi positivi l'autofinanziamento e la maggiore libertà imprenditoriale lasciata alle FFS. Il principio dell'autofinanziamento va però realizzato fino in fondo, chiede l'ASTAG, che deplora ad esempio "la cosmetica finanziaria per sovvenzionare il trasporto con vagoni completi isolati in Svizzera" e dunque le attività delle FFS.
Economiesuisse, PLR e VAP vorrebbero separare la filiale deficitaria FFS Cargo dall'ex regia, una proposta però assolutamente bocciata da FFS e UTP.
Le nuove libertà imprenditoriali per le FFS suscitano critiche presso altre associazioni. L'ex regia si concentrerà su tratte lucrative e abbandonerà le regioni periferiche, temono Pro Bahn (associazione che difende gli interessi dei clienti del trasporto pubblico la cui sezione ticinese si chiama ASTUTI) e Pro Cargo, una federazione che riunisce tra gli altri l'Associazione traffico e ambiente (ATA), l'Iniziativa delle Alpi, il Sindacato del personale dei trasporti (SEV), la Comunità d'interessi per il trasporto pubblico in Svizzera (IGöV) e i partiti PS e Verdi. A loro avviso la revisione della LTM porterà ancora più merci sulle strade. Pro Cargo deplora in particolare la mancanza di obiettivi di trasferimento dalla strada alla rotaia.