Confine

Domodossola festeggia il Centenario Expo Italo-Svizzera: voci, sapori e convivialità al confine

Tra le iniziative, la cena ufficiale che ha unito autorità italiane e svizzere: tradizione, ricerca gastronomica e relazioni transfrontaliere con Bartolucci e il sindaco Pizzi in prima linea
18.09.2025 18:57

Non è tra i confini più evocati quando si pensa all’asse italo-svizzero, eppure quello che attraversa Domodossola e le sue valli respira di antiche connessioni che ancora oggi vibrano. Il Centenario dell’Expo Italo-Svizzera lo ha ricordato con forza, riportando la Val d’Ossola al centro di un racconto che intreccia memoria e futuro, cultura e gastronomia, politica e quotidianità.

La prima Expo, nel 1925, nacque come esposizione agricolo-industriale, vetrina delle eccellenze dei due territori uniti dalle Alpi. Oggi, a distanza di un secolo, il modello è cambiato: l’Expo 2025 non ha padiglioni o stand, ma si presenta come festival diffuso, capace di animare piazze, palazzi e valli con conferenze, spettacoli, mostre e degustazioni. La cerimonia inaugurale, nella cornice della Collegiata di Domodossola, affidata ai Cameristi della Scala, ha simboleggiato l’incontro tra tradizione e innovazione, proprio come accadde cento anni fa.

Il sindaco Pizzi: «Una collaborazione stabile con gli amici svizzeri»

Il sindaco di Domodossola, Fortunato Lucio Pizzi, ha sottolineato come il Centenario non voglia essere solo commemorazione: «Le celebrazioni del Centenario dell’Expo Italo-Svizzera puntano a superare la logica degli eventi episodici, con l’obiettivo di instaurare una collaborazione stabile, strutturata, continua e duratura con gli amici svizzeri. Anche in quest’ottica nei mesi scorsi la Città di Domodossola ha aderito alla Regio Insubrica».

A rendere concreto questo legame c’è la ferrovia Vigezzina-Centovalli, che da oltre un secolo collega Domodossola a Locarno. Per Pizzi è un patrimonio da integrare al meglio con turismo e trasporti: «La Vigezzina-Centovalli rappresenta per i due territori un patrimonio comune straordinario, la cui massima integrazione con i flussi turistici e con gli altri servizi di trasporto è fondamentale per valorizzare non solo il suo ruolo di attrazione ma anche di opzione di viaggio quotidiano per i cittadini».

Accogliendo le autorità svizzere in città, il sindaco ha sottolineato: «Siamo profondamente onorati di avere nella nostra città, per la celebrazione del centenario dell’Expo, il presidente del consiglio di Stato Norman Gobbi».

Una cena che unisce Italia e Svizzera

Uno dei momenti più significativi del Centenario è stata la cena di mercoledì 17, pensata per accogliere le autorità italiane e svizzere con un’ospitalità impeccabile.

«Ci tenevo che fosse tutto in ordine, anche i fiori», racconta lo chef Giorgio Bartolucci, che con il suo Atelier gastronomico, affiancato dai ragazzi della scuola alberghiera Rosmini, ha guidato la serata. «Il sindaco ci aveva raccomandato un livello altissimo, e per me era importante lasciare un ricordo alle autorità».

All’ingresso, le donne in costume della Valle Vigezzo hanno offerto le tradizionali ostie salate con prosciutto crudo locale, mentre i giovani del Rosmini hanno proposto finger food dal gusto contemporaneo. In tavola, piatti capaci di unire tradizione e ricerca: dal cannelloncino di vitella ossolana con lingua e scampi, ai paccheri al cervo con fonduta di taleggio locale, fino  al manzo panato con le due bagnette piemontesi.

«Per noi la Svizzera non è soltanto un vicino: sono i nostri migliori clienti e veri amici. I piatti tornavano vuoti, ed è il segnale più bello. Per me era importante che non restasse solo un buon ricordo del cibo, ma che passasse l’immagine di una Domodossola accogliente, pronta a ricambiare l’amicizia con la stessa cura che abbiamo messo in questa serata».

La promessa è che la cena avrà presto un seguito in Svizzera, a suggellare la reciprocità del rapporto: «Un gesto che conferma come l’Expo sappia trasformare un momento conviviale in un patto di collaborazione concreta», osserva Bartolucci.

La presenza congiunta delle istituzioni italiane e svizzere ha confermato che il Centenario non è solo una commemorazione, ma un’occasione per riaffermare il ruolo di Domodossola come ponte tra i due Paesi, non solo geografico ma anche culturale ed economico.