«Dopo gli strappi interni, il Municipio ritrovi la rotta»

Il Municipio di Lugano deve trovare la rotta, finanche la quadra. Deve riuscire a non emarginare nessuno all’interno dell’Esecutivo. Anche perché il momento, ma anche il futuro finanziario della Città non è facile. E dunque meglio lavorare assieme invece di esternare pubblicamente sui social e sui media le proprie idee, in fughe solitarie, che spaccano la collegialità e gli equilibri politici. È questo il sostanziale auspicio, o il consiglio, emerso oggi dal dibattito andato in onda su TeleTicino a «La domenica del Corriere». Ospiti del vicedirettore del Corriere del Ticino, Gianni Righinetti, sono stati Tessa Prati, copresidente del PS di Lugano, Alain Bühler, presidente UDC luganese, Paolo Beltraminelli, presidente e consigliere comunale de Il Centro a Lugano, Lukas Bernasconi, capogruppo della Lega dei ticinesi in Consiglio comunale a Lugano e Paolo Morel, presidente del PLR cittadino.
Al centro delle discussioni della puntata, le ultime tensioni in Municipio, provocate dalle prese di posizione pubbliche del municipale socialista, Raoul Ghisletta. Dal contratto di locazione dell’Arena sportiva tra Città e FC Lugano che Ghisletta ha detto di voler sottoporre alla Sezione degli Enti locali, cambiando poi idea, alla proposta, sempre di Ghisletta, di far comprare lo stadio al patron dell’FC Lugano, Joe Mansueto. Senza dimenticare il post sulla violenza giovanile in Città, al quale ha duramente replicato la collega PLR, Karin Valenzano Rossi. Strappi che hanno portato il sindaco leghista, Michele Foletti, a perdere la pazienza. Ma anche gli ospiti di oggi de «La domenica del Corriere» a interrogarsi.
«Come sindacalista Ghisletta ha passato una vita sulle barricate ed è rimasto con lo stesso spirito anche in Municipio», ha tuonato Bernasconi. «La rabbia del sindaco deriva dal fatto che Ghisletta non ha mai parlato delle sue proposte in Municipio, ma solo sui social ed è questo che fa arrabbiare, perché il confronto deve esserci nell’Esecutivo». È dunque un problema di collegialità non rispettata? ha chiesto Righinetti a Beltraminelli. «La collegialità di un Municipio è maggiore di quella di un Consiglio di Stato, ha regole più strette – ha risposto il presidente del Centro – a mio parere ci si dovrebbe confrontare di più in Municipio e un po’ meno all’esterno, come ha fatto anche Foletti, occorre sottolinearlo».
A difesa del suo municipale è intervenuta Prati. Che ha rilanciato: «Il Municipio di oggi non è in grado di includere nelle proprie discussioni una voce diversa come quella di Ghisletta. Se la si ascoltasse, il risultato sarebbe un altro. Tutto questo quando dovrebbe essere proprio il compito di un sindaco quello di trovare delle convergenze tra opinioni differenti, mentre Foletti è il primo a dire che perde la pazienza».
Di parere opposto, Bühler. «Nessuno vieta a Ghisletta di portare le posizioni del PS in Municipio. Il problema è che nel DNA del PS non c’è rispetto della concordanza. Lo vediamo anche in Consiglio di Stato con Marina Carobbio. Capisco che si voglia dare battaglia, ma occorre farlo in Parlamento o in Consiglio comunale, non in un Municipio o in Governo». Anche Morel non ha usato parole al miele: «Credo che la collegialità sia fondamentale quando diventa davvero un luogo in cui si può condividere un pensiero, che deve essere portato ed esplicitato, anche se non passa subito. Ghisletta non è il primo socialista in Municipio e in passato questi problemi non c’erano». Non è dunque un problema di collegialità ma una questione legata direttamente a Ghisletta? ha domandato Righinetti. Lapidaria la risposta del presidente PLR: «Sì, capisco la difficoltà di far passare il proprio pensiero, che è lecitissimo, ma se non si trovano i numeri allora si sta in silenzio, senza usare i social e i media. Oppure ancora li condivido con il mio partito e i consiglieri comunali». Sulla stessa lunghezza d’onda, Bühler. «Se tutti i municipali si comportassero come Ghisletta la Città sarebbe ingovernabile», ha affermato. Pronta la replica di Prati: «Le modalità scelte da Ghisletta non sono scandalose. Anche la Lega a volte gioca su due piani, esternando le sue posizioni sul Mattino. Ma vedremo in futuro cosa succederà. Perché forse il Municipio ha deciso di lavorare in un altro modo, così da evitare ai propri membri di esternalizzare così le loro idee». Morel è andato dritto al punto: «Vorrei che il Municipio sappia trovare il modo di dialogare con tutti», soprattutto oggi, di fronte a risparmi e necessità di rientro finanziario. Come lui Beltraminelli: «Ognuno, oggi più di ieri, deve fare la sua parte, senza emarginare nessuno».