Doppio colpo per le aziende: il moltiplicatore non sale e arriva un hotel

Di questi tempi, a Manno, è la zona industriale ad essere al centro della scena. Da un lato per le sue ricadute economiche sul Comune, dall’altro per le sue prospettive di crescita. E vi sono novità in ambedue gli ambiti. Il Consiglio comunale ha infatti confermato lo status quo quanto a moltiplicatore per le persone giuridiche (una minoranza chiedeva di alzarlo) mentre il Comune sta (ri)provando a creare le condizioni per edificare un albergo nell’area: una richiesta ormai annosa che giunge proprio dalle attività economiche presenti sul territorio.
Nove anni?
Partiamo dalle questioni pianificatorie. Il terreno scelto è quello a ridosso del raccordo autostradale dove ora sorge un distributore di benzina, e per renderlo idoneo è necessaria una minima modifica del Piano regolatore della sottozona industriale detta «Ja». Modifica, in pubblicazione da lunedì, che si riduce sostanzialmente all’aggiunta di una frase sul fatto che il terreno possa «accogliere contenuti alberghieri che siano a supporto del comparto produttivo-amministrativo, ritenuto un adeguato inserimento urbanistico e architettonico nel contesto dato». L’idea di fondo, ci riassume il sindaco Giorgio Rossi, è arrivare a edificare una struttura ricettiva simile a quella vicina alla zona industriale di Mezzovico, vale a dire un albergo destinato a una clientela business con check-in digitale e self service: «È una richiesta che ci arriva dagli ambienti economici, che al momento devono appoggiarsi su Lugano, visto che nei dintorni non vi sono altre strutture simili». L’idea in realtà viene da lontano, tanto che il Comune aveva già previsto nel 2015, nell’ambito di una più ampia variante pianificatoria per la zona «Piano - Caminada - Cairelletto», una possibile destinazione alberghiera. Ma contro la sua approvazione – che regolamenterebbe in sostanza una nuova zona mista residenziale, amministrativa, artigianale e, appunto, alberghiera – erano stati inoltrati ricorsi di cui si attende da quasi nove anni (!) l’evasione da parte del Tribunale amministrativo cantonale.
Un grande peso economico
A Manno la zona industriale garantisce oltre il 60% del gettito d’imposta comunale (in Ticino solo Stabio ha una percentuale maggiore) pari a una mezza dozzina di milioni (solo qualche anno fa era arrivata a portarne oltre sedici). Normale dunque che il Municipio abbia un occhio di riguardo per le richieste che giungono da là. A tal proposito, spiega Rossi, «come Municipio cerchiamo di avere dei contatti regolari con le nostre industrie, oltre a organizzare eventi d’incontro fra le aziende stesse. Siamo inoltre in contatto con i promotori immobiliari riguardo alla possibilità di portare nuove imprese sul territorio. Più che grosse ditte, cerchiamo realtà che magari pagano meno ma che garantiscono una presenza costante negli anni». Una buona notizia in questo senso potrebbe venire dal gruppo Artisa, da anni molto attivo nell’area, che ha di recente deciso di spostare da Zugo a Manno la sede di alcune sue società.
Niente 5% in più
E veniamo all’aspetto finanziario della vicenda, su cui si è chinato nei giorni scorsi il Consiglio comunale. Essendo la zona industriale così preponderante sui conti pubblici, Manno è fra i Comuni più interessati alla nuova differenziazione del moltiplicatore d’imposta fra persone fisiche e persone giuridiche. Tant’è che il Municipio ha «differito» di alcuni mesi (come da sua facoltà) il messaggio sul moltiplicatore 2025, in modo da avere dati finanziari più precisi. E, forte di un Consuntivo 2024 che dovrebbe chiudere con un avanzo di circa 2,5 milioni, ha proposto di mantenere inalterato il moltiplicatore anche per le aziende. Questo malgrado un’altra novità che «gioca contro» le finanze comunali: l’abbassamento dell’aliquota cantonale sull’utile delle imprese dall’8% al 5,5%; pari a una contrazione di circa il 30% del loro gettito fiscale. Per ovviare agli effetti di questa modifica di legge, una minoranza del Consiglio comunale si è battuta per portare il moltiplicatore per le persone giuridiche al 70%, ma senza successo. Sulla carta, per il Comune, questo significa una chiusura contabile in perdita per il 2025, che per il sindaco Rossi equivale a una scommessa; il restare più attrattivi possibile: «L’auspicio è che le aziende colgano il segnale e che altre decidano di venire da noi».