Dromedari, attrazione e problema

In Australia questo animale si è ambientato benissimo
Red. Online
16.04.2010 07:33

Dozzine di "Arabian camels" (Camelus dromedarius; dromedari, da noi) sfilano su una distesa di sabbia bianca chilometrica, in sottofondo, sulle calde acque dell?oceano indiano, un tramonto da spezzare il fiato. Siamo a Broome, nel cuore di una delle regioni più antiche della terra - nel nord dell?Australia occidentale - dove la "cammellata" in riva al mare è una delle maggiori attrazioni turistiche. Sì, perché di dromedari, Down Under, non solo ce ne sono, ma pare proprio che si sentano a casa loro, tanto che il governo sta cercando un modo di liberarsene.La loro presenza nel quinto continente risale a due secoli fa, quando furono esportati dall?Afghanistan come animali da soma in quanto unici in grado di attraversare l?Outback sopportandone l?aridità. Una volta costruita la linea ferroviaria però, di loro non ci fu più bisogno e furono abbandonati nel deserto. In assenza di nemici naturali, da allora la popolazione dei forti mammiferi ha continuato a crescere fino ad arrivare oggi ad oltre un milione; una cifra da crisi ambientale. Mandrie di esemplari selvatici vagano infatti per le parti centrali del paese mangiando e calpestando piante a rischio di estinzione, prosciugando le già scarse riserve idriche, e rovinando pure i sacri siti degli aborigeni. Gli agricoltori, sulle quali proprietà circolano fino ai 2?000 cammelli, subiscono annualmente 8 milioni di dollari di danni. A fine 2009 inoltre, la cittadina di Docker River, una comunità di 350 persone a circa 500 km a sud di Alice Springs, fu letteralmente presa in ostaggio da un branco di 6'000 cammelli che, assetati dalla prolungata siccità, danneggiarono le infrastrutture idriche rompendo idranti e invadendo abbeveratoi. Con l?eccezionale pioggia avuta invece quest?anno nell?entroterra, si prevede che i gobbi quadrupedi si moltiplicheranno ancor più facilmente, minacciando ulteriormente il delicato ecosistema desertico. Anche gli ecologisti sono d?accordo: la crescita dei "camels" in Australia è da bloccare il più presto possibile. Ma come? L?anno scorso il governo ha stanziato 19 milioni di dollari per un piano d?azione nazionale - il National Feral Camel Action - ma una decisione definitiva non è ancora stata presa. Un?alternativa seriamente considerata e già praticata da alcuni stati, come pure severamente criticata, è quella dell?abbattimento di massa dagli elicotteri. Intanto poi c?è chi inizia a rendersi conto di quanto i dromedari selvatici possano costituire una fonte economica considerabile. A centinaia vengono infatti esportati in Medio Oriente dove gareggiano alle corse e, nei migliori ristoranti australiani, il filetto di dromedario è diventato piatto d?autore, ultima moda tra i turisti. Se però commercianti ed estimatori apprezzano le virtù nutritive e apparentemente afrodisiache della sua carne, lo sviluppo di un?industria del cammello in Australia non sembra essere una soluzione realistica al problema. L?area abitata dagli animali si aggira infatti attorno ai 3.33 milioni di chilometri quadrati e il loro trasporto verso la costa, attraverso un?area così arida e priva di strade, è praticamente impossibile.