Duch domanda l'assoluzione

BANGKOK - Colpo di scena al processo ai Khmer rossi in Cambogia: il «compagno Duch», responsabile del carcere di Tuol Sleng durante il regime e che finora aveva ammesso i crimini di guerra e contro l'umanità di cui è accusato, ha chiesto oggi di essere assolto dalle accuse di fronte al tribunale istituito dall'Onu a Phnom Penh.«Vorrei chiedere ai giudici di rilasciarmi. Grazie», ha detto l'imputato, 67 anni, sotto il quale circa 15 mila persone furono torturate e uccise con l'accusa di essere spie contro il regime di Pol Pot. La richiesta di Duch, vero nome Kaing Guek Eav, giunge come un'inaspettata svolta: in precedenza, l'uomo aveva chiesto ripetutamente perdono, pur sostenendo di aver agito come «un ingranaggio di una macchina criminale», senza scelta se non quella di eseguire gli ordini. Negli anni della latitanza, prima dell'arresto nel 1999, si era convertito al cristianesimo.Due giorni fa, i procuratori avevano domandato una condanna a 40 anni di reclusione, un sostanziale ergastolo. La sentenza contro Duch, il primo ex esponente del regime a processo, è prevista per i primi mesi del 2010.