E se la «punizione» per gli studenti, anche in Svizzera, fosse una passeggiata nel bosco?

E se la «punizione» per gli studenti fosse una passeggiata nel bosco?
Si tratta di un’iniziativa sperimentata negli Stati Uniti, presso la Morse High School di Bath, nello Stato del Maine. Per gli studenti che infrangono le regole (come l’utilizzo del telefono o l’assenza ingiustificata durante una lezione) si presenta una scelta: fare un’escursione nel bosco della durata di due ore, oppure stare in castigo in aula.
L’iniziativa, guidata dalla consulente scolastica Leslie Trundy, permette agli studenti di uscire all’aria aperta per riflettere, ridurre lo stress e connettersi con la natura e con i compagni. Con i giovani è sempre presente un membro del personale scolastico.
Alcuni studenti erano inizialmente scettici, ma in molti hanno imparato ad apprezzare l’esperienza e il programma sembra aver dato risultati positivi, quali il miglioramento dell’umore e una maggiore concentrazione.
E i genitori che cosa ne pensano? Non sono mancate le polemiche: per alcuni, la punizione non è adeguata alle regole infrante.
Un nuovo materiale per usare di più i pannelli solari
Dal 2012 a Oxford (Inghilterra) il gruppo di ricerca «Snaith group» del Dipartimento di fisica studia la perovskite, il comportamento chimico del materiale e come agisce in dispositivi fotovoltaici.
Si tratta di una classe di materiali caratterizzati da una particolare struttura cristallina e hanno un ruolo chiave nel fotovoltaico, dal momento che possono essere prodotti a basse temperature e su superfici flessibili, raggiungere elevate efficienze di conversione e costi di produzione inferiori rispetto al silicio. Gli studiosi di Oxford hanno sviluppato delle particolari celle con una struttura multi-giunzione che agisce su diversi tratti assorbenti così da catturare una gamma più ampia dello spettro solare.
Restano sicuramente alcune questioni da risolvere, come la durabilità (creare moduli in grado di resistere decenni), la scalabilità e industrializzazione (passare dal laboratorio alla fabbrica), l’integrazione nei mercati e la relativa regolamentazione.
È quindi presto per parlare di una svolta, ma potrebbe essere un primo tassello per garantire rafforzare i pannelli solari (e incentivare il loro utilizzo).
La storia di un coleottero tra Italia e Svizzera
La Rosalia alpina (o anche «cerambice del faggio») è un coleottero caratterizzato da una colorazione blu-grigiastra con macchie nere, riconoscibile anche per le antenne molto lunghe, spesso più del corpo stesso.
In Alto Adige era considerato scomparso da quasi cento anni, dal momento che l’ultima segnalazione certa risaliva al 1932. Nel 2024, però, una popolazione è stata ritrovata in una foresta trentina nei pressi di Bolzano e, nell’estate del 2025, è stata certificata una popolazione stabile di oltre 50 esemplari, il che conferma una produzione locale della specie.
La Rosalia alpina popola anche le foreste svizzere e rientra tra le specie tutelate. Negli anni grazie a una gestione forestale meno intensiva e a un aumento della disponibilità di legno morto e alberi vetusti, la popolazione del coleottero in Svizzera ha registrato dei tassi di crescita.
Ma perché è importante, per i diversi Paesi, rintracciare la presenza del cerambice?
Perché è una specie indicatrice: vive solo in foreste mature con presenza di legno morto e micro-habitat naturali. La sua presenza, quindi, indica che i boschi hanno una buona qualità ecologica, conservano alberi in decomposizione (fondamentali per insetti e funghi) e non sono gestiti in modo eccessivamente intensivo. Se il cerambice torna, il bosco sta bene.
