È sempre caccia all'uomo col cappello

BRUXELLES - Fayçal Cheffou, il reporter che si pensava fosse l'uomo con il cappello all'aeroporto di Zaventem di Bruxelles, è stato rilasciato per mancanza di prove. Lo riferisce il sito belga Derniere Heure che cita la procura.
"Gli indizi che avevano portato all'arresto di Fayçal Cheffou non sono stati supportati dall'evoluzione dell'istruttoria in corso. Di conseguenza, l'interessato è stato rimesso in libertà dal magistrato", scrive la procura in un comunicato.
Cheffou era stato arrestato giovedì scorso a Bruxelles perché sospettato di essere il terzo attentatore dell'aeroporto di Zaventem. L'uomo era stato riconosciuto dal tassista che portò gli attentatori dal covo di Schaerbeek allo scalo.
Stamani la polizia belga ha diffuso il video delle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto, rilanciando di fatto la caccia al terzo attentatore, quello "con il cappello".
La cellula voleva costruire "bombe sporche"
La cellula jihadista responsabile degli attacchi di Bruxelles e Parigi stava con ogni probabilità cercando di entrare in possesso d'isotopi radioattivi per creare "bombe sporche" piuttosto che organizzare un attacco a una centrale nucleare.
Lo ha detto un esperto in sicurezza nucleare alla Tass chiedendo di restare anonimo. Secondo l'esperto, i terroristi "stavano spiando il capo della ricerca nucleare belga" proprio per questa intenzione. L'idea dell'attentato alla centrale, come riportato da alcuni media, non avrebbe invece senso perché gli impianti di questo tipo, a detta dell'esperto, hanno standard di sicurezza "molto alti" e gli esplosivi di tipo rudimentale usati dalla cellula di Bruxelles non avrebbero potuto causare danni "significativi". Al contrario, "bombe sporche" esplose nel centro delle città avrebbero causato un "disastro".
Le autorità greche avevano inviato le mappe di Abbaoud ai belgi
Le autorità greche avevano trasmesso a quelle belghe tutti i risultati delle perquisizioni di gennaio 2015 nell'appartamento di Abdelhamid Abbaoud - tra le menti degli attentati di Parigi - ad Atene, grazie alle quali furono ritrovate mappe e disegni dell'aeroporto di Zaventem. Lo afferma la tv greca Ert sul suo sito web.
Secondo Ert, le autorità greche avevano convenuto con quelle belghe di procedere insieme alle perquisizioni dell'appartamento di Pagrati, dove Abbaoud aveva vissuto a gennaio 2015. Ma la collaborazione è saltata e i belgi hanno chiesto ai greci di procedere da soli.
Altri 4 decessi negli ospedali, restano da identificare tre vittime
Altri quattro pazienti sono morti negli ospedali di Bruxelles, per cui il bilancio delle vittime degli attentati di martedì sale a 35. Lo rende noto il ministero belga della Salute su Twitter.
Prima dei quattro nuovi decessi, delle 31 vittime dell'attentato del 22 marzo a Bruxelles, 28 sono state identificate, mentre tre famiglie vivono ancora l'angoscia per i loro cari, in attesa dell'analisi del Dna. Lo ha reso noto la Procura federale belga.
Il bilancio aggiornato non tiene conto dei tre attentatori suicidi.
Al momento, si contano 15 morti all'aeroporto di Zaventem e 13 nella metro di Maelbeek. Per quanto riguarda il primo gruppo, sei sono belgi e nove di altri Paesi (americani, olandesi, svedesi, tedeschi, francesi e cinesi). Per quanto riguarda le vittime nella metro, 10 belgi, una italiana, Patricia Rizzo, una svedese e una inglese.
Altri tre arresti
La procura belga ha confermato gli arresti per altri tre terroristi. Si tratta di Yassine A., Mohamed B. e Aboubaker O., arrestati nei raid di giovedì scorso a Bruxelles e ad Anversa.
Nel comunicato si fanno i nomi evocando un'operazione giudiziaria antiterrorista, ma non si fa cenno agli attentati del 22 marzo a Bruxelles. Le perquisizioni si erano concentrate nella regione di Bruxelles e nella provincia di Anversa, portando al fermo di 9 persone in tutte (sei le hanno rilasciate dopo l'interrogatorio).
La procura federale non ha voluto dare altri dettagli per non compromettere l'esito delle indagini.