Eoc-cardiocentro

E spunta un terzo sms

Negli atti in mano al procuratore generale Andrea Pagani c’è anche la secca replica di Giovanni Pedrazzini al presidente Paolo Sanvido - È in arrivo il decreto d’abbandono
La pressione sale. (Foto Archivio CdT)
Gianni Righinetti
11.03.2019 06:00

LUGANO - Non un sms, non due, bensì tre. La vicenda con al centro il presidente dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) Paolo Sanvido, che si è reso protagonista di un «improvvido» (termine utilizzato dal presidente del Governo Claudio Zali) messaggino per offrire al co-primario del Cardiocentro Giovanni Pedrazzini il primariato di Cardiologia all’EOC, si arricchisce di nuovi dettagli. Ma gli stessi non muteranno la sostanza dal profilo penale, salvo imponderabili (allo stato attuale) colpi di scena. Il procuratore generale Andrea Pagani, che il 27 febbraio aveva informato le parti «dell’imminente chiusura dell’istruzione penale» preannunciando un decreto d’abbandono, ha respinto l’istanza probatoria prodotta dal legale della Fondazione Cardiocentro Marco Bertoli. Il rigetto del complemento fornito da Bertoli è stato annunciato dal Caffè e dal Mattino, ma il perché, le motivazioni dell’abbandono, comprese le diverse richieste inserite nell’istanza probatoria, ad oggi le conosce solo Pagani. Stando a nostre informazioni a breve verrà trasmesso il decreto d’abbandono con tanto di motivazioni.

«Una comunicazione riservata»
Ma veniamo al tris di sms inviati il 16 gennaio, partendo da quanto scritto da Sanvido, il primo messaggino ormai diventato celebre che recita: «Ciao Giovanni, per me il primario e direttore CCT sei tu. Quando vuoi e alle tue condizioni ti offriamo il primariato Cardiologia EOC e altro. Ti basta chiedere uomini e mezzi di cui necessiti. Con stima immutata. Paolo». Ora il Caffè ha svelato quanto scritto poche ore dopo sempre dal presidente del CdA: «Ciao Giovanni, era una comunicazione riservata da Paolo a Giovanni. Se puoi evitare la chiudiamo qui. Ma sei libero di procedere come meglio credi. Sempre con stima, Paolo».

Quello che non è ancora di dominio pubblico, ma noto alle parti e che figura agli atti, è cosa ha scritto lo stesso Pedrazzini in risposta all’invito formulato da Sanvido sull’onda delle emozioni o magari della delusione, visto che il giorno prima, il 15 gennaio, Tiziano Cassina era stato nominato direttore sanitario del Cardiocentro, nomina alla quale poteva certamente ambire anche lo stesso Pedrazzini. Il Cardiocentro aveva visto in questo «un fatto grave». Un fatto, si leggeva nella lettera sottoposta al Consiglio di Stato quale autorità di vigilanza sull’EOC, subito segnalato da Pedrazzini alla direzione dopo aver «declinato fermamente l’offerta».

La risposta formale
Cosa conteneva quindi l’sms di Pedrazzini a Sanvido? Dello stesso nessuno vuole parlare, ma stando a nostre informazioni il contenuto è deciso e perentorio. In sostanza Pedrazzini non si è mai lasciato solleticare da quella che poteva apparire come una facile nomina, un posto lautamente retribuito e di prestigio, ma ha seccamente respinto l’avance del presidente dell’EOC. I due si conoscono da una vita, sono «amici», eppure mentre il tono dell’sms di Sanvido è decisamente informale (nonostante la sua funzione), la replica di Pedrazzini non lascia spazio a sentimenti d’amicizia e inizierebbe con il formalismo di una lettera scritta ad un’autorità, con un «Egregio presidente», mentre il nome di battesimo è solo messo in secondo piano. Mai nello scritto, piuttosto lungo per essere un sms, Pedrazzini prende seriamente l’offerta e lascia immediatamente intendere che non vi sia alcun margine di trattativa per entrare in materia dell’offerta à la carte da parte del presidente dell’EOC. E che lui stesso informerà chi di dovere dell’accaduto, per trasparenza e per non lasciare che la vicenda, nella quale si è visto coinvolto suo malgrado, potesse lasciare margini d’interpretazione fuorvianti.

La sequenza e il senso
Ora si può dire che il significato del terzo sms cambia alla luce del secondo sms ad oggi mai reso pubblico. In sostanza solo la lettura sequenziale degli scritti rende l’idea del tenore degli stessi, ma non muta la sostanza dal profilo penale, dato che Pagani tutti gli elementi descritti li ha potuti soppesare e valutare nella sua veste di uomo di legge. Bertoli, come aveva già dichiarato al Corriere del Ticino a fine febbraio, vuole capire se il primo messaggio di Sanvido «è stato un atto condiviso o se si è trattato di un esubero di competenze». Alla domanda delle domande potrebbe rispondere Pagani: chi sapeva all’interno del Consiglio d’amministrazione dell’EOC? Il decreto d’abbandono del pg sarà anche decisivo per il destino della vicenda che s’inserisce in una stagione di forti tensioni tra EOC e Cardiocentro. Nel 2020 giungerà a scadenza la convenzione sottoscritta nel 1996 tra la Fondazione Cardiocentro e l’EOC. A quel momento l’EOC potrà richiedere la devoluzione gratuita della costruzione con le relative attrezzature o la retrocessione del terreno libero dalla costruzione. Ma sul tavolo ora c’è anche un’iniziativa popolare firmata da 16.693 cittadini che vogliono mantenere l’autonomia del Cardiocentro.