Guerra in Ucraina

È ufficiale: a giugno la Conferenza di pace sul Bürgenstock

È prevista il 15 e il 16 giugno 2024, su invito della presidente della Confederazione Viola Amherd – «Dovrà permettere di sviluppare una comprensione comune del quadro favorevole a tale obiettivo e di stabilire una tabella di marcia concreta per la partecipazione della Russia al processo di pace»
© KEYSTONE (EDA/ PASCAL LAUENER)
Red. Online
10.04.2024 15:15

«Su richiesta dell’Ucraina, la Svizzera ha accettato di ospitare la prima conferenza ad alto livello sulla pace in Ucraina». Così si era espresso, lunedì, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Oggi, la conferma: la Conferenza dovrebbe avere luogo il 15 e il 16 giugno 2024 sul Bürgenstock (canton di Nidvaldo), su invito della presidente della Confederazione Viola Amherd.

Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha preso atto dell’esito della «fase esplorativa» riguardante la conferenza e ha stabilito che sussistono sufficienti condizioni affinché essa sfoci in un processo di pace. In una prima fase si dovrà raggiungere un’intesa comune tra gli Stati partecipanti in vista di una pace globale, giusta e duratura in Ucraina.

C'è «sufficiente consenso internazionale»

Nel gennaio 2024 la presidente della Confederazione Viola Amherd ha accolto a Berna il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per una serie di colloqui, garantendogli allora sostegno nell’organizzazione di una conferenza di pace di alto livello in Svizzera. La Confederazione ha successivamente esaminato, in dialogo diretto con numerosi Stati, le possibilità e le vie di un processo di pace.

Durante la prima «fase esplorativa», la Svizzera ha condotto colloqui con Paesi del G7, l’UE e con rappresentanti del Sud del mondo tra cui Cina, India, Sudafrica, Brasile, Etiopia e Arabia Saudita. Nella riunione odierna il Consiglio federale ha preso atto dei risultati raggiunti finora e ha discusso delle prossime tappe. «Una conferenza di alto livello per avviare un processo di pace riscuote attualmente sufficiente consenso internazionale».

Chi sarà «invitato»?

Chi sarà «invitato»? Il Consiglio federale non scende nei particolari. Cinque giorni fa, in un’intervista registrata durante una visita nella regione di Chernihiv, Zelensky aveva detto di «aspettarsi di avere da 80 a 100 Paesi».

E la Russia?

Subito Mosca aveva fatto sapere che, senza la sua partecipazione, una simile conferenza sarebbe stata «inutile». Lo stesso consigliere federale Ignazio Cassis, a inizio anno, aveva dichiarato: «Non ci sarà una conferenza di pace degna di questo nome e che porti alla cessazione delle ostilità senza la Russia». Il 23 febbraio, a un dibattito di alto livello al Consiglio di sicurezza dell'ONU, aveva poi precisato: «La strada per la pace in Ucraina deve essere percorsa insieme». Un processo «pragmatico e inclusivo», che non si focalizzi solo l'Occidente, ma che includa anche i Paesi BRICS, definiti da Cassis «un valore aggiunto». La NZZ, citando «diverse fonti attendibili», riferisce che alla conferenza di pace potrebbe essere presente, verosimilmente, anche Joe Biden. Il presidente americano farebbe tappa in Svizzera dopo il vertice del G7 in Italia, previsto tra il 13 e il 15 giugno in Puglia.

La conferenza offrirà una piattaforma per un dialogo ad alto livello sulle possibili vie per giungere a una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina, basata sul diritto internazionale e sullo Statuto delle Nazioni Unite, fa sapere oggi il Consiglio federale. Dovrà permettere di sviluppare una comprensione comune del quadro favorevole a tale obiettivo e di stabilire una tabella di marcia concreta per la partecipazione della Russia al processo di pace.

Al via la «fase attuativa»

L’Esecutivo è consapevole delle incognite che si profilano fino a giugno, ma in virtù della lunga tradizione diplomatica della Svizzera e degli incoraggianti riscontri ricevuti durante la «fase esplorativa», ritiene che sia sua responsabilità contribuire al processo di pace in Ucraina. Termina quindi la «fase esplorativa» e si entra ora in quella «attuativa».

I lavori preparatori dell’evento competono a una task force del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) diretta dall’ambasciatore Gabriel Lüchinger e a un gruppo direttivo interdipartimentale (DFAE, Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, Dipartimento federale di giustizia e polizia e Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca) diretto dal consigliere federale Ignazio Cassis. La task force si occupa anche degli aspetti necessari in materia di politica di sicurezza e logistica, in stretta concertazione con le competenti autorità della Confederazione e l’Esercito e con i Cantoni di Nidvaldo, Lucerna e Zurigo.

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