«Ecco come noi, sudditanza, viviamo il Rabadan»
Bellinzona si prepara a mettere la maschera per l’edizione numero 161 del Rabadan, uno dei più importanti carnevali della Svizzera, a detta di chi se ne intende in seconda posizione dopo Basilea. I regnanti (Elisa Ghelmini e Renato Dotta, rispettivamente la Regina e Re Rabadan) questa sera, giovedì, riceveranno le chiavi dal sindaco della capitale, Mario Branda, per dare il via a una sei giorni di bagordi tra carri, guggen, musica… stona soltanto la faccenda di un “pezzo” perso per strada, quello del corteo dei bambini di domani, venerdì, viste le previsioni poco favorevoli (il meteo ha dato pioggia intensa). Per tastare la situazione, ecco un rapido giro tra la “sudditanza” bazzicante all’ombra della Fortezza. Questa edizione sarà davvero così tanto attesa? Quanto impegno ci metteranno? Ci sono maschere e costumi che vanno per la maggiore, o perlomeno più di altri? C'è poi la questione “matriarcato" sdoganata dal carnevale della Lingera, con un Re Brenno messo in disparte per cedere il passo alla sua Regina Stefania. Ma, al contrario di quanto successo nel canton Grigioni, il sire ticinese tiene saldo lo scettro. «Sono comunque circondato da un'importante rappresentanza femminile», ha detto al Corriere del Ticino.
Nel capannone principale
Come non partire dal capannone principale, quello in piazza del Sole. Una pimpante Maura Colombo, del comitato della società Rabadan e che si occupa degli aspetti legali, fa il punto della situazione. «Questo è il capannone principale dove si terranno gli eventi» spiega, anche lei dispiaciuta dell'annullamento del corteo dei bambini per il meteo avverso. «Ma speriamo sia comunque una bellissima edizione», aggiunge. E sottolinea come gli impegni del periodo di bagordi impediscano, a lei come ai colleghi di comitato, di pensare alle feste e alle maschere. «Dobbiamo curare molti aspetti dei quali i partecipanti, giustamente, non sono nemmeno a conoscenza».
All’esterno del grande capannone ecco Vanessa, studentessa alla Commercio di Bellinzona, seduta ai tavolini con un paio di amici. Conosce molto bene la realtà di festa della regione e dice di voler partecipare pure al carnevale di Tesserete. «Ma il mio costume sarà una maglietta di un giocatore di basket», esclama con una risata. Al momento, però, non ricorda il nome del giocatore. «L’ho rubata a mio fratello» indica la ragazza, che non si tirerà indietro nemmeno con la pioggia. «Sarò all’interno, tra tendine e capannoni».
Indecisi sui costumi
Nel frattempo, Simona ha attraversato la strada a passo rapido. Ma qualche secondo di margine se lo può concedere. «Non sono troppo ‘da carnevale’», afferma la 19.enne di Gorduno, studentessa universitaria. «Mi piace uscire qualche sera, stare con gli amici. Ma massimo fino alle due o alle tre del mattino. Proprio perché abito vicino», ammette. Quando era piccola, ricorda, era travestita da coniglio rosa, «poi per qualche anno non sono più andata e adesso non saprei, devo inventarmi qualcosa. Probabilmente ci organizziamo in gruppo. L’anno scorso eravamo tutti vestiti da Super Mario… ma quest’anno non lo sappiamo ancora». La pioggia in arrivo, secondo lei, potrebbe essere l’occasione per rendere quelle serate asciutte (si spera), ancora più “piene”. «Molti si presenteranno in quelle occasioni, dato che dovranno rinunciare per la pioggia. E quindi sarà ancora più divertente. Anche se è un peccato avere brutto tempo nelle due sere più belle», dice.
Pure Yannik, qualche metro più in là, non si preoccupa per la pioggia, per lo stesso motivo di Simona. Lui è comunque pronto a inchinarsi a Re e Regina: «Ma non so ancora quante serate farò», sottolinea il 18.enne di Giubiasco, liceale. «Di solito mi metto una parrucca e qualche vestito vecchio dall’armadio. L’anno scorso ero uno sciatore anni Ottanta, ad esempio. Quest’anno vedremo», esclama con uno sguardo divertito.
Barbie, Heidi e pompieri
Le idee più chiare in tema di costumi ce le ha Giulia, commessa 23.enne di un popolare negozio dedicato a stoffe, abbigliamento e accessori carnascialeschi. «A me il carnevale piace moltissimo, farò qualche sera ma non tutte», evidenzia con un sorriso. La giovane ha il vantaggio di poter scegliere con più calma rispetto ad altre persone il costume, il trucco e i colori da abbinare, visto l’impiego in una superficie fornitissima di ogni tipo di travestimento. Sugli appendini scorrevoli sfilano completi ispirati a Babbo Natale, ai pirati, ai supereroi, ai pagliacci e tanti altri. «Adoro indossare qualcosa di particolare e colorato, truccarmi o indossare maschere suggestive, come ad esempio quelle più ‘classiche’ ispirate al carnevale di Venezia», illustra indicandone alcune appese a un espositore alla parete. «Abbinate magari a cappelli stravaganti o a ‘boa’ colorati. Quest’anno farò lo stesso, tuttavia non mi ispiro a un personaggio preciso, forse Heidi, ma non sono ancora sicura», confessa ridendo. Il successo della Lingera di Roveredo aveva visto la consegna delle chiavi nelle mani della regina Stefania con un carro mandato avanti al grido di “Barbie”. Il rosa avrà conquistato i cuori di chi è alla ricerca di qualcosa da indossare per la festa più pazza dell’anno? Secondo Giulia, no. «Ma come poliziotta, con le manette, con accessori ‘griffati’ FBI, o Mercoledì, il personaggio della famiglia Addams… cose del genere vanno sempre parecchio», conclude.
In festa tutta la famiglia
Tra i vari clienti che stanno curiosando in mezzo all’enorme ventaglio di proposte c’è Sabrina. «Farò festa vestita da Sole... così forse porto il bel tempo», sostiene la 35.enne alludendo al “problema” del meteo inclemente. «Sono qui perché magari riuscirò a trovare quel dettaglio per i costumi che magari ci è sfuggito». La giovane parla al plurale perché i suoi figli la seguiranno alla manifestazione. «Il più grande ha 15 anni e se ne andrà per conto suo, mentre i due piccoli avranno uno un costume colorato e l’altro, di appena quattro anni, sarà un pompiere. D’altronde, pompieri e poliziotti non passano mai di moda».
La preparazione di Sabrina e famiglia quest’anno ha subìto una bella accelerazione, siccome i bagordi sono arrivati prima del solito. «Già subito dopo le vacanze di Natale avevamo iniziato a pensare come potremmo ‘esibirci’ durante questo particolare periodo». Ma non è tutto. La giovane, infatti, è rimasta colpita dal passaggio di consegne il quale, alla Lingera di Roveredo, aveva favorito la Regina Stefania. E, per una volta, l’attenzione non era concentrata esclusivamente sul Re, messo in disparte al grido di «È ora del matriarcato, potere alle donne!». Un lampo le attraversa lo sguardo: «Già, siamo nel 2024 e sarebbe pure ora. Anzi, credo sia scoccata da un bel po’, l’ora per aprire gli orizzonti», conclude annuendo con un grande sorriso.