Medio Oriente

Ecco da dove vengono i controversi cani soldato dell'esercito israeliano

Venerati in patria, questi animali sarebbero al centro di episodi di violenza e sopraffazione – Il 99% dei quadrupedi arriverebbe dall'Europa – È però difficile tracciare il percorso che li porta in Israele
© Keystone
Red. Online
17.06.2025 09:00

Oketz (che in ebraico significa «pungiglione»): è il nome dell'unità cinofila dell'esercito israeliano. Essa, spiega Le Temps che ai cani soldato dell'esercito israeliano dedica un articolo, fu fondata nel 1974 nella base di Sirkin a seguito del massacro di Ma’alot durante il quale un commando palestinese prese in ostaggio e uccise diversi bambini in una scuola.

Sul campo, ogni animale (cane da pastore belga e tedesco le due razze più utilizzate) è assegnato a una delle compagnie dell'unità le quali sono organizzate in base alla missione che sono chiamate a svolgere: «neutralizzazione dei terroristi in situazioni di combattimento, ricerca di esplosivi e ricerca e salvataggio», spiega il Jerusalem Post.

Divergente è la reputazione che hanno questi cani soldato. In patria sono visti in maniera molto positiva, viene dato loro un pasto speciale per la Pasqua ebraica e vengono sepolti in cimiteri a loro dedicati. Diversa è la visione che hanno di questi animali le organizzazioni che si battono per i diritti umani nei territori palestinesi e la popolazione civile di questi stessi territori. L'anno scorso, per esempio, aveva destato parecchio clamore la storia di un ragazzo con sindrome di Down attaccato, e ucciso, da un cane soldato a Gaza City. E non si tratterebbe di un caso isolato: qualche mese più tardi un bambino di 3 anni aveva avuto bisogno di 42 punti di sutura dopo che un cane soldato lo aveva attaccato nel campo rifugiati di Balata, a Nablus. Il quotidiano israeliano Haaretz ha poi documentato diversi altri episodi: tra questi il caso di cinque donne palestinesi costrette a spogliarsi perché minacciate da un cane e quello di un insegnante aggredito una notte mentre si trovava a casa sua. Secondo la ONG Physicians for Human Rights, che raccoglie le testimonianze di ex detenuti, i cani soldato sono utilizzati anche per aggredire e umiliare i prigionieri.

Ma dove li prende l'esercito israeliano questi cani? La maggior parte verrebbe dall'Europa. «Oketz si approvvigiona per la quasi totalità (99%) da allevatori europei per i suoi cani da combattimento», sosteneva sul sito del Modern War Institute, John Spencer, ricercatore americano specializzato in guerra urbana. A fornire un'idea più precisa del percorso che seguono gli animali prima di giungere in Israele ci ha poi pensato un'inchiesta congiunta di Arab Reporters for Investigative Journalism e del Guardian. Analizzare gli spostamenti di questi cani a livello internazionale è complesso perché questi animali soldato non sono considerati né come armi, ne come bene detti «a uso doppio» (ovvero che possono avere applicazioni sia civili, sia militari) dalle regolamentazioni europee. Di conseguenza, passano sovente la frontiera come se fossero semplici animali da compagnia. I Governi, pertanto, non tengono registri indicanti la razza di questi cani, il loro addestramento o i compiti che dovranno assolvere una volta giunti a destinazione. La maggior parte dei Paesi europei dispone solamente del numero di cani esportati verso Israele, senza fare distinzione di razza. Unica eccezione: i Paesi Bassi, particolarmente sensibili alla questione. «Praticamente tutti i grandi servizi di sicurezza si procurano i cani poliziotto nei Paesi Bassi, dove esiste una lunga tradizione di allevamento e addestramento cinofilo», spiega il quotidiano olandese NRC in un articolo del 2015 dedicato alla Four Winds K9. L'azienda stimava all'epoca di essere la principale fornitrice dell'esercito israeliano.

Recentemente, il gruppo olandese di riflessione Somo è riuscito a ottenere il numero di certificati veterinari rilasciati dai Paesi Bassi a cani in partenza per Israele che avevano formazione militare o di polizia. I dati, provenienti dall'Autorità olandese per la sicurezza degli alimenti e dei prodotti di consumo, mostrano come, molto probabilmente, nel 2025 Four Winds K9 continui ad alimentare generosamente i ranghi dell'esercito israeliano. Dei 110 certificati veterinari ottenuti nei Paesi Bassi da Israele tra l'ottobre 2023 e il febbraio 2025 per questo tipo di cani, 100 erano di Four Winds K9. Contattata per un commento, l'azienda ha declinato l'invito a chiarire le cifre e la missione che dovranno assolvere i cani all'estero.

Nel 2015, il fondatore di Four Winds K9 Tonny Boeijen spiegava a NRC di acquistare i cani, soprattutto da allevamenti olandesi, quando hanno otto mesi, di addestrarli per quattro/cinque mesi e di rivenderli poi all'interno del Paese, ma anche in Kuwait, negli Emirati Arabi Uniti e in Bahrein. Quelli destinati a Israele, invece, «ripartono dopo due/tre mesi con una semplice formazione di base».

Anche la tedesca Diensthunde.eu è finita al centro dell'inchiesta di Arab Reporters for Investigative Journalism e del Guardian. L'azienda ha confermato di aver esportato cani da pastore belga e tedeschi verso Israele tra il 2020 e il 2024, sottolineando però come gli animali fossero destinati unicamente alla ricerca di esplosivi e sostanze stupefacenti. 

Interpellato da Arab Reporters for Investigative Journalism e del Guardian, l'esercito israeliano ha risposto che «Tsahal, compresa l'unità Oketz, utilizza tutti gli strumenti operativi necessari a fare faccia alle minacce sul terreno – e questo nel rispetto degli ordini vincolanti, dell'etica operativa e del diritto internazionale. Tsahal non utilizza cani per fini puntivi né per nuocere ai civili. Ogni impiego dei cani è unicamente fondato su una necessità operativa evidente, viene eseguita sotto stretta supervisione e dopo una formazione completa, sia per i combattenti, sia per i cani».

Quanto affermato dall'esercito israeliano non convince però Euro Med Human Rights Monitor, organizzazione basata a Ginevra, che afferma di aver documentato 146 casi in cui cani militari sono stati utilizzati dall'esercito israeliano contro civili a partire da ottobre 2023. In Cisgiordania, l'organizzazione palestinese di difesa dei diritti umani Al-Haq ha invece censito 18 attacchi contro civili, anche bambini, a partire dall'ottobre 2023.

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