Guerra

Ecco gli MQ-9 Reaper: i droni americani in cima alla lista dei desideri di Kiev

L'Ucraina vuole l'UAV per compiere ricognizioni, ma gli USA tentennano – Il velivolo può essere usato per sorveglianza, ma anche per trasportare missili e bombe – Nel marzo 2023 era stato al centro, insieme a un caccia russo SU-27, di un incidente diplomatico fra Mosca e Washington
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Red. Online
04.05.2024 12:12

Non è una novità. L'Ucraina ha da tempo messo gli occhi sugli MQ-9 Reaper, droni statunitensi utilizzati per varie operazioni militari, dalla semplice ricognizione agli attacchi mirati. Ma negli ultimi mesi, riporta il quotidiano Politico, l'interesse di Kiev per questi velivoli senza pilota (unmanned aerial vehichle, UAV) sarebbe aumentato. Tanto da farli salire al primo posto nella wish list – lista dei desideri – delle armi che il governo ucraino chiede agli Stati Uniti.

Qualità

Sviluppato dalla General Atomics Aeronautical Systems, l'MQ-9 Reaper – a volte denominato anche Predator B – è fra i gioiellini dell'aeronautica americana. Benché abbia qualche anno – la sua messa in servizio risale al 2007 –, l'UAV è ancora utilizzato per operazioni in tutto il mondo e lo sarà ancora a lungo. Secondo dati diffusi dalla Air Force nel 2021, gli esemplari prodotti sono almeno 300 e continueranno il proprio servizio fino al 2035. Ma che cosa rende speciale questo drone? Dotato di una turboelica da 950 cavalli (710 kW), l'MQ-9 è in grado di raggiungere i 480 chilometri orari, con una velocità di crociera che si aggira attorno ai 280-310 chilometri orari.

Dotato di un'alta autonomia e in grado di compiere missioni di sorveglianza ad alta quota, il Reaper può essere utilizzato sia per la ricognizione sia per l'offensiva. La durata massima del suo volo, infatti, si aggira attorno alle 30 ore, 23 nel caso di trasporto armi. Un carico, tra l'altro che può raggiungere i 1.700 chili, permettendo all'MQ-9 di trasportare missili Hellfire o bombe a guida laser da 230 chilogrammi. Insomma, un UAV che può essere armato fino ai denti.

Ricognizione?

Nella sua richiesta, l'Ucraina promette di utilizzare i velivoli solo per motivi d'intelligence: per la funzione di ricognizione, insomma. Senza armarli. Washington, tuttavia, esita. Perché? Secondo Politico, l'amministrazione Biden teme che la Russia possa abbattere i droni il cui numero, appunto, è limitato alle 300 unità circa. Eppure, va sottolineato, nonostante i rischi, alcuni MQ-9 sono stati utilizzati recentemente in Medio Oriente e alcuni di essi sono stati abbattuti. Come esempi recenti possiamo citare la distruzione di due droni rivendicata in Yemen dagli Houthi (19 febbraio e 26 aprile) e quella di un altro esemplare in Iraq, dalla Resistenza islamica (18 gennaio). 

Ma da tenere a mente, soprattutto, è l'incidente diplomatico avvenuto a marzo 2023, quando un caccia russo SU-27 era entrato in contatto con un MQ-9 Reaper durante una missione di sorveglianza e ricognizione sul Mar Nero. L'incidente era stato descritto dalla US Eucom, il comando statunitense in Europa, come un esempio dello «schema di azioni pericolose tenute dai piloti russi che interagiscono con velivoli statunitensi nello spazio aereo internazionale». La Russia, da parte sua, aveva negato di aver deliberatamente abbattuto il veicolo aereo senza equipaggio. Anzi: Mosca aveva attribuito la responsabilità dell'incidente a «manovre brusche» del drone, sostenendo che il proprio jet non fosse affatto entrato in contatto con il velivolo di Washington. E solo un filmato pubblicato il 16 marzo aveva fatto un po' di luce sul caso.

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