«Alla base c’è una precisa strategia e la professionalità dei consulenti»

L’esercizio 2024, per Axion Swiss Bank interamente partecipata da BancaStato, è stato il migliore di sempre e ha contribuito in modo importante ai risultati del Gruppo. L’utile netto è stato pari a 31,3 milioni di franchi, mentre il dividendo versato all’azionista unico ammonta a 29 milioni di franchi. «Per comprendere la portata di questo risultato evidenzio che nel 2021 l’utile netto ammontava a 5,1 milioni e già ci rallegravamo. Sei volte tanto in quattro anni è qualcosa che va oltre le nostre più rosee aspettative», commenta il CEO di Axion Marco Tini che individua due ragioni per questo risultato: «Una strategia vincente e il fattore umano». «La prima non la sveliamo, ma posso sicuramente dire che un suo elemento costitutivo è sicuramente quello di disporre di eccellenze sia a livello di consulenti in prima linea sia nelle funzioni di supporto. Eccellenze solide, votate alla sostanza e meno alla forma». «Insomma, meno cravatte e lustrini e più competenze e dedizione», aggiunge Tini, «Inoltre, e questo è un elemento spesso trascurato, vi è comunione di intenti e di fiducia e un rapporto costante e produttivo con il Consiglio di amministrazione della banca». «E qui mi sia concesso di ricordare una delle menti più brillanti del mondo bancario recentemente scomparso, Bernardino Bulla, che siedeva nel nostro Cda. Dietro al successo di Axion c’è tanto di Bernardino e del suo esprit de finesse».
Guardando le cifre sintetiche del conto economico, il margine di interesse è molto importante pur essendo in un contesto di tassi in calo dopo la fiammata inflazionistica degli ultimi 2-3 anni. Come ci riuscite? «Axion offre i propri servizi di gestione di patrimoni a una clientela internazionale che ha quali principali divise di riferimento il dollaro americano e l’euro e solo marginalmente il franco svizzero, divise in cui sono denominate le quote più importanti dei depositi e dei crediti Lombard alla base del risultato da operazioni su interessi», risponde l’avvocato Marco Tini. «Ora, gli allentamenti alla politica monetaria operati da Fed e Banca centrale europea sono giunti a inizio autunno, quindi molto più tardi rispetto alla Banca nazionale svizzera, lasciando comunque il rispettivo tasso di riferimento a livelli interessanti. Si pensi che a fine 2024 la fascia di oscillazione per il dollaro americano si situava fra il 4,25% e il 4,50%, mentre quello per l’euro era ancora al 3%». «Questi elementi ci hanno consentito di mantenere per buona parte del 2024 un margine d’interesse sui livelli dello scorso anno e di contenere la riduzione dall’autunno in poi. L’apprezzamento di dollaro ed euro nella seconda parte dell’anno ha inoltre mitigato l’effetto della marginale riduzione dei volumi di bilancio in queste due divise».
L’anno scorso siete stati indicati tra le migliori cinque banche di private banking in Svizzera. Contate di ripetere il traguardo? «Essere fra le prime cinque banche svizzere di private banking, a detta di una primaria università che determina la graduatoria in base a criteri oggettivi, ci riempie di orgoglio in quanto ticinesi. Contiamo di rimanere nel drappello migliore anche nel 2025. Ciò dimostra che il private banking in Ticino ha ancora degli atout importanti, a patto di comprendere che occorre aprirsi al mondo, ovviamente rispettando in modo assoluto le regole cross border». «Il sistema bancario svizzero ha perso un po’ di appeal nei mercati vicini ma ha credibilità e stima in altre parti del mondo. Occorre andare oltre gli schemi del passato e comprendere che la ricchezza del futuro verrà creata a migliaia di chilometri da noi. Quindi, oltre alla professionalità, servono competenze linguistiche ed essere proattivi nella ricerca di nuovi affari».
Presto per acquisizioni
E per quanto riguarda il vostro sviluppo, pensate di crescere anche per acquisizioni? La tendenza degli ultimi anni sulla piazza finanziaria luganese, per quanto riguarda i gestori patrimoniali, è quella di accorparsi. Vale anche per voi? «Riguardo a eventuali acquisizioni mi esprimo a titolo personale. Non credo molto alle cifre che circolano nell’ambiente bancario, che tendono a imporsi quale verità incontrovertibili», afferma Tini . «A titolo di esempio si dice spesso che nel private banking per avere un cost/income ratio discreto (attorno al 75%) occorrono 10 miliardi di averi in gestione. Da qui la corsa a raggiungere questo obiettivo con acquisizioni. Ma acquisire significa amalgamare differenti concezioni e culture d’impresa, perdendo poi di vista il business quotidiano. Axion gestisce 7 miliardi e ha un cost/income ratio eccellente del 48% (per ogni franco di ricavo spende 48 centesimi, ndr). Non dobbiamo quindi avere la smania di acquisire a ogni costo. Lo faremo solo quando troveremo un partner che condivide i nostri valori». Gene