Previdenza

Alla Cassa pensioni di Lugano i conti tornano

L’esercizio 2023 ha chiuso con una performance positiva del 4,26% - Per il direttore Mauro Guerra l’obiettivo è quello di avere un portafoglio equilibrato e diversificato per garantire le rendite a lungo termine - Il tasso di copertura è salito al 98,4%, in aumento di tre punti percentuali
©CdT/Chiara Zocchetti
Generoso Chiaradonna
24.05.2024 06:00

Risultati in linea con le attese e soprattutto compatibili con gli obiettivi del piano di rifinanziamenti, aggiornato nel 2020, per il raggiungimento della piena copertura degli impegni previdenziali. Stiamo parlando dei dati di bilancio della Cassa pensioni di Lugano (CPdL).

«Nel suo complesso, per l’esercizio 2023, il rendimento del portafoglio globale della  CPdL, composto per il 66% da attivi finanziari e liquidità e per il 34% da immobili, si attesta al 4,26% che fa segnare un incremento degli attivi di 43,8 milioni di franchi», ci spiega il direttore della CPdL Mauro Guerra. Secondo lo studio di settore pubblicato da UBS nel gennaio 2024, tale risultato è però inferiore rispetto a quello delle casse pensioni di analoga dimensione, che registrano un risultato medio del 5,35%. «Una differenza spiegabile soprattutto dal fatto che la performance dei mercati azionari internazionali è stata prodotta in gran parte dai guadagni dei cosiddetti “Magnifici 7” titoli tecnologici (noti anche come GAFAM, Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, ndr) e delle società attive nei settori energetico e della difesa, sottopesati o parzialmente esclusi nei mandati di gestione che compongono il portafoglio della  CPdL», continua Guerra che precisa che la strategia seguita è improntata invece alla diversificazione dei portafogli titoli costruiti secondo riconosciuti criteri di sostenibilità.

La realtà sociale cambia

Ad ogni modo, grazie alla performance positiva e alla oculata gestione dei rischi e delle attività correnti, il grado di copertura della Cassa pensioni di Lugano si è attestato al 98,4%, in aumento di oltre tre punti percentuali rispetto al valore raggiunto nel 2022 e tra i più elevati rispetto a istituti di previdenza pubblici.

Inoltre, per tenere conto dell’età flessibile di pensionamento AVS, «oltre alla possibilità di un prepensionamento a partire dai 60 anni, la  CPdL ha introdotto le necessarie misure per gestire gli assicurati che hanno concordato con il datore di lavoro di rimanere in servizio oltre l’età di riferimento AVS o che a partire dai 60 anni richiedono un pensionamento parziale», si legge nel rapporto di gestione presentato ieri al Municipio di Lugano. «In aggiunta, agli assicurati è stata concessa la facoltà di prelevare fino al 100% del capitale al momento del pensionamento e, seguendo un trend già in atto in molte casse pensioni, anche il partner convivente riconosciuto, avrà diritto a una rendita per superstite», precisa ancora Guerra. Uno modo per adeguarsi alle mutata realtà sociale. Inoltre, coerentemente con l’impegno della  CPdL a stabilizzare nel tempo il livello delle prestazioni erogate e in linea con quanto già deciso nel 2022, gli accrediti di vecchiaia sono ulteriormente aumentati dello 0,5% per tutte le fasce di età. «Preso atto che la struttura amministrativa può operare a beneficio di un sempre maggiore numero di assicurati senza generare un incremento dei costi, le spese amministrative a carico dei datori di lavoro sono state a loro volta ridotte dello 0,5%», fa notare il direttore Guerra. La remunerazione agli averi di vecchiaia degli assicurati attivi presenti al 31.12.2023 è stata del 2%, mentre a tutti i beneficiari di rendita per limiti d’età, per coniugi superstiti e per invalidità, presenti al 31 dicembre 2023, è stata attribuita una somma una tantum di 800 franchi in aggiunta alla rendita del mese di marzo 2024.

Al 31 dicembre 2023, i beneficiari di rendita erano 1.667, ovvero 36 unità in più rispetto all’esercizio 2022, mentre il numero degli assicurati attivi è passato a 3.163, ovvero 15 unità in più. Per gli anni a venire, la  CPdL prevede di adeguare costantemente la propria una politica d’investimento mobiliare e immobiliare secondo i migliori criteri di sostenibilità, in ottemperanza dell’obiettivo «emissioni nette pari a zero» entro il 2050 fissate dal Consiglio federale e di estendere l’offerta previdenziale, in risposta alle mutate esigenze degli assicurati durante la fase di vita post-lavorativa.

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