Filantropia

Anche donare è economia

Le fondazioni in Svizzera sono oltre 13 mila con un patrimonio di 140 miliardi di franchi – Quasi la metà sono di tipo «erogativo» – In Ticino il settore è in crescita ed è ora rappresentato dalla neo-costituita Associazione Fondazioni Erogative Svizzera Italiana
La Hans Wilsdorf Foundation donò 55 milioni di franchi per la realizzazione del Rolex Learning Center all’Epfl. © Keystone/Gaetan Bally
Dimitri Loringett
31.03.2023 22:16

Quando si tratta di aiutare il prossimo o sostenere una causa, gli svizzeri si dimostrano spesso molto generosi. Un esempio spettacolare è quello della Catena della Solidarietà, che nel 2005 riuscì a raccogliere ben 227 milioni di franchi per aiutare i Paesi del sud-est asiatico colpiti dallo tsunami. La generosità svizzera si esprime però anche in modo più strutturato e duraturo nel tempo con le attività filantropiche svolte dalle fondazioni di pubblica utilità: in Svizzera ce ne sono oltre 13 mila, coinvolgono 63 mila persone nei relativi consigli di fondazione e svolgono 70 mila mandati. Sono cifre ragguardevoli che, assieme al lavoro delle associazioni, danno una misura del ruolo della filantropia nel cosiddetto «terzo settore», dopo quello pubblico (lo Stato) e quello privato (le imprese).

In Ticino, si contano attualmente 819 fondazioni, di cui «buona parte sono operative, mentre si stima che quelle esclusivamente erogative siano poco più di un centinaio», precisa Andrea Grassi, presidente dell’Associazione Fondazioni Erogative Svizzera Italiana (Asfesi), entità creata nel gennaio scorso allo scopo di rappresentare quelle fondazioni che, appunto, «erogano» prestazioni di utilità pubblica attingendo dai propri fondi di dotazione. Queste si differenziano dalle fondazioni operative che, invece, agiscono su progetti specifici e statutari in base alla loro capacità di raccogliere fondi (fundraising).

Evoluzione «recente»

Stando ai dati dell’associazione mantello SwissFoundations, quasi tre quarti delle fondazioni svizzere è stato costituito negli ultimi tre decenni. Quest’evoluzione «recente», afferma Andrea Grassi, «si riscontra un po’ ovunque nei Paesi economicamente avanzati ed è da ricondurre all’accelerazione della creazione di ricchezza avvenuta nell’era post-industriale e digitale. Prima la filantropia era appannaggio di pochi o perlopiù svolta tramite le organizzazioni di beneficenza (charity), ma grazie anche a una migliore comunicazione e alla maggiore diffusione della cultura filantropica nel mondo – compresa la Svizzera – si sono create delle fondazioni di alto profilo che hanno “motivato” altri a costituirne di nuove dotandole, se persone private con parte del loro patrimonio o, se aziende, con parte del loro reddito. Un’altra accelerazione di questo processo è stata data dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’ONU che hanno contribuito a spingere sempre più attori verso un’azione filantropica per uno sviluppo sostenibile in collaborazione con governi, settore privato e società civile».

Miti da sfatare

Quando si parla di filantropia si sente spesso dire che serva per «comprarsi una credibilità» e, soprattutto, per beneficiare di agevolazioni fiscali. «Le due affermazioni sono vere in certi casi, in particolare negli Stati Uniti, dove persone come Zuckerberg, Gates e altri grandi nomi, chi più che meno, lo fanno sicuramente per darsi un’immagine socialmente favorevole», afferma il professor Henry Peter, membro del consiglio consultivo di Asfesi. «Sull’aspetto fiscale – continua – negli USA è vero che gli incentivi sono tali per cui a costituire una fondazione si può anche trarne un vantaggio economico. In Europa, però, le cose sono diverse. A partire dalla cultura filantropica che, in Svizzera in particolare, non si basa sul “farsi belli” in società. Infatti, tante iniziative filantropiche e fondazioni non portano il nome del fondatore. Un esempio “clamoroso” riguarda Hans Wilsdorf, il fondatore di Rolex, la cui fondazione ginevrina eroga centinaia di milioni ogni anno per scopi filantropici, senza tuttavia mai apparire».

Complementarità con lo Stato

Le attività filantropiche in Svizzera erogano somme molto importanti per iniziative di pubblico interesse. Stando alle stime del Center for Philantrhopy Studies all’Università di Basilea, le erogazioni annuali delle fondazioni svizzere ammontano a due miliardi di franchi, mentre il patrimonio è stimato a 140 miliardi. La filantropia è forse «in concorrenza» con il settore pubblico? «Lo Stato ha dei mezzi quantitativamente limitati e ha dei tempi decisionali e operativi più lunghi. Deve inoltre rispettare i suoi obiettivi di bilancio e non può spendere a dismisura, così come non può sempre agire velocemente», spiega il professor Peter. «La fondazione filantropica non ha questi vincoli – aggiunge Andrea Grassi – e quindi può “osare”, può agire con metodi innovativi per raggiungere determinati obiettivi. Lo Stato può in seguito riprendere o partecipare a quei progetti in cui le fondazioni si sono assunte il “rischio” nel crearli».

Il Ticino poco competitivo

L’iniziativa lanciata da Asfesi mira a «mettere in rete» le fondazioni erogative in Ticino, sul modello di SwissFoundations, allo scopo di promuovere la condivisione delle conoscenze ed eventualmente anche le collaborazioni su temi e progetti legati alla socialità, alla cultura e alla formazione e ricerca. «Vogliamo anche migliorare la percezione del settore delle fondazioni e della filantropia in generale», afferma Andrea Grassi. «Le condizioni quadro - dice dal canto suo Henry Peter - sono importanti. In Ticino l’Autorità di vigilanza sulle fondazioni ha un atteggiamento piuttosto “amichevole”. Sulla questione fiscale, a prescindere dal fatto che molte persone donerebbero comunque, non c’è dubbio che se c’è l’incentivo le donazioni arrivano. Il tema della fiscalità nella filantropia lo studiamo da alcuni anni al Centro per la Filantropia dell’Università di Ginevra, dove abbiamo lavorato, assieme all’Ocse, su un rapporto che dimostra che in tutti i Paesi gli incentivi contribuiscono all’interesse ben compreso dello Stato. A mio parere, il Cantone Ticino dovrebbe maggiormente incentivare fiscalmente la filantropia perché farebbe arrivare delle attività e ricchezze che oggi non ci sono, proprio adesso che sta cercando di trovare modi che possano contribuire ad alleviare i suoi problemi economici».

«La filantropia è un qualcosa che si fa non perché si deve, ma perché si sceglie di farlo», conclude Andrea Grassi.

Una lunga tradizione in Svizzera

La filantropia in Svizzera ha una lunga tradizione: il nostro Paese vanta infatti una della fondazioni più antiche in Europa con il lascito testamentario di Anna Seiler del 1354 che permise la creazione dell’Inselspital di Berna. La prima legge sulle fondazioni in Svizzera arriva però in epoca moderna, nel 1926, con la Legge federale sulla vigilanza delle fondazioni e delle istituzioni di utilità pubblica. L’esenzione fiscale viene introdotta invece in modo graduale attraverso diverse disposizioni fiscali e normative. In particolare, l’articolo 56 del Codice fiscale federale svizzero, che stabilisce l’esenzione fiscale delle fondazioni e delle organizzazioni non profit, è stato introdotto nella sua forma attuale nel 1966.