«Banche svizzere ben posizionate, Singapore non ci supererà»

La piazza finanziaria elvetica è ancora ben posizionata, malgrado il crollo di Credit Suisse (CS): lo sostiene il presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB) Marcel Rohner.
«Non si può parlare di una perdita di importanza», afferma il 61enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Singapore e Hong Kong sono certamente concorrenti di rilievo, «Ma non ci supereranno», si è detto convinto l'ex Ceo di UBS (2007-2009).
A suo avviso la Confederazione dispone infatti ancora di alcuni vantaggi. Tra questi la certezza del diritto, la stabilità e la neutralità, nonché una forte diversificazione geografica nel settore della gestione patrimoniale transfrontaliera. «Né Hong Kong né Singapore potranno mai offrire tutto questo nella stessa misura della Svizzera».
Negli ultimi anni le banche elvetiche hanno lavorato bene, «con una sola eccezione», prosegue il vicepresidente di Economiesuisse. A questo proposito, ha ribadito ancora una volta il suo dissenso nei confronti delle modifiche normative previste per UBS dopo il crollo di CS. «Se il pacchetto verrà attuato così come è stato proposto, avremo serie difficoltà a mantenere la competitività internazionale della piazza finanziaria», sostiene. Si tratterebbe infatti di «processi burocratici incredibilmente costosi e inefficienti».
Il Consiglio federale intende inoltre ampliare le competenze della Finma, l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari. «Questo è altamente discutibile dal punto di vista dello stato di diritto», osserva l'esperto con dottorato in economia. Rohner mette anche in guardia dall'avere aspettative troppo elevate nei confronti della Finma in un caso di emergenza come quello di Credit Suisse. «Non esiste al mondo un'autorità di regolamentazione in grado di prevenire una crisi di questo tipo: si possono solo creare le condizioni quadro affinché diventi meno probabile», conclude.