Svizzera

BNS di fronte alla difficile scelta dei tassi di interesse negativi

La Banca nazionale svizzera (BNS) dovrà rispondere a questa spinosa domanda giovedì, in un momento in cui l'inflazione ha invertito tendenza e il franco si sta apprezzando
©Gabriele Putzu
Ats
16.06.2025 14:16

Tassi di interesse negativi o no? La Banca nazionale svizzera (BNS) dovrà rispondere a questa spinosa domanda giovedì, in un momento in cui l'inflazione ha invertito tendenza e il franco si sta apprezzando. Le opzioni della BNS sono limitate, poiché gli Stati Uniti sospettano la Svizzera di manipolazioni sul mercato valutario.

Secondo la maggior parte degli analisti, in occasione dell'annuncio di politica monetaria del 19 giugno, la BNS probabilmente abbasserà il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo allo 0%. Gli esperti sono tuttavia divisi sulla data in cui il tasso scenderà al di sotto di questa soglia: alcuni lo prevedono già a settembre, altri solo l'anno prossimo.

Nessuno si aspetta che la BNS tiri fuori il "bazooka" monetario con un taglio di 50 punti base a -0,25%, ma "dovrà valutare attentamente in che misura sparare le poche munizioni a sua disposizione, se intende tagliare ulteriormente i tassi in futuro", ha avvertito Daniel Kalt, capo economista di UBS. "La Svizzera - ha sottolineato - non vuole mettersi nella posizione di 'manipolatore di valuta' in un momento in cui sta negoziando un accordo commerciale con Washington".

Dopo essere già stata accusata dagli Stati Uniti di manipolare le valute nel 2020, Berna si trova ora nuovamente nel mirino del Dipartimento del Tesoro statunitense, che l'ha inserita in una lista di Paesi da tenere d'occhio. Questa "attenzione sgradita" da parte delle autorità statunitensi giunge in un momento in cui la BNS si trova ad affrontare un'inflazione negativa e un franco in rialzo, e l'intervento sul mercato dei cambi fa parte del suo arsenale di politica monetaria, sottolineano gli specialisti della banca olandese ING..

Anche se i funzionari della BNS minimizzano l'impatto degli annunci statunitensi, questi "renderanno loro la vita più difficile in termini di intervento valutario", hanno affermato a ING, non escludendo un taglio di 50 punti base del tasso di riferimento giovedì prossimo.

Non sarebbe la prima volta che la BNS ricorre a tassi di interesse negativi. Ha già utilizzato questo strumento per un lungo periodo, dalla fine del 2014 al settembre 2022. Il predecessore del tasso di riferimento attualmente utilizzato dalla BNS, il margine di fluttuazione del Libor, è stato allora ridotto a un minimo compreso tra -1,25% e -0,25%.

Gli esperti di BAK Economics sono scettici su un rapido ritorno ai tassi di interesse negativi, come lo erano alle scadenze di settembre e dicembre. Il rallentamento dell'inflazione in Svizzera - scesa dello 0,1% su base annua a maggio - e la forza del franco probabilmente costringeranno a prendere una decisione a lungo termine. Il centro di ricerche economiche di Basilea si aspetta quindi che il tasso di riferimento venga tagliato di 25 punti base, portandolo allo 0%.

Arthur Jurus, direttore degli investimenti di Oddo BHF Svizzera, è d'accordo, ma prevede un ulteriore calo di 25 punti base a settembre. Il presidente della BNS "Martin Schlegel ha recentemente sollevato la possibilità di adottare tassi negativi, affermando che, sebbene questa misura sarebbe impopolare, non potrebbe essere esclusa se la situazione lo richiedesse", ha ricordato l'esperto della banca privata, aggiungendo che i mercati finanziari attualmente anticipano un tasso di riferimento di -0,35% a dicembre, ma non un ulteriore calo.

"L'introduzione di tassi d'interesse negativi è giustificata per limitare l'apprezzamento del franco, ricreare un differenziale negativo con le altre economie e scoraggiare afflussi massicci verso il franco". Dovrebbe inoltre incoraggiare le banche a concedere più prestiti o a ridurre i margini sui prestiti, poiché le riserve in eccesso vengono remunerate meno", ha spiegato Jurus.

A suo avviso, "la BNS probabilmente riapplicherà soglie di esenzione in modo che i tassi negativi abbiano un effetto maggiore sugli investitori esteri che sulle banche svizzere". L'intervento sul mercato dei cambi comunque rimane un'opzione, ha dichiarato Arthur Jurus. "Gli acquisti netti di valuta estera rimangono al di sotto della soglia del 2% del PIL, con un tetto fissato all'1%. Ha quindi un margine di manovra", secondo Arthur Jurus.