Economia

Carte di credito: in Svizzera, presto, cambieranno le commissioni

Un accordo raggiunto negli Stati Uniti ha posto fine a una disputa ventennale che opponeva i rivenditori ai colossi Visa e Mastercard – Gli effetti si faranno sentire anche nel nostro Paese
©Chiara Zocchetti
Red. Online
27.11.2025 15:43

Il gesto, oramai, è noto. Lo compiamo più volte, durante la giornata. Si avvicina la carta (o lo smartphone) al terminale, si attende che sullo schermo appaia la spunta verde ed ecco che la transazione è completata. In Svizzera, sempre più persone si affidano ai pagamenti digitali. Al ristorante come al supermercato. Ovunque, già. Al punto che tanti non portano più con sé i contanti.

Questa comodità, scrive tuttavia il portale Watson, ha un prezzo. A differenza dei pagamenti in contanti, infatti, ogni transazione con carta di credito o di debito comporta delle commissioni. Queste commissioni variano a seconda del tipo di carta utilizzata. In ogni caso, non fanno certo l'unanimità (eufemismo) fra negozianti e ristoratori, costretti a pagarle se accettano pagamenti elettronici. Per un piccolo negozio o bistrot, l'onere può essere pesante. Indirettamente, però, a pagare sono anche i clienti: le commissioni imposte dalle reti di carte finiscono per riflettersi sui prezzi.

Le associazioni dei rivenditori e dei consumatori, da tempo, denunciano da anni quella che definiscono una «distorsione del mercato». Detto ciò, la situazione potrebbe presto migliorare. Una disputa ventennale che oppone i rivenditori statunitensi e Visa e Mastercard ha recentemente portato a un accordo. Le cui ripercussioni, leggiamo, potrebbero ripercuotersi globalmente. L'accordo, attenzione, deve ancora essere convalidato da un tribunale statunitense, ma a grandi linee prevede una riduzione delle commissioni che gli esercenti devono pagare quando i loro clienti pagano con la carta di credito. La commissione interbancaria, che generalmente si aggira tra il 2% e il 2,5%, sarà ridotta di 0,1 punti percentuali all'anno nei prossimi cinque anni. Gli esercenti avranno inoltre maggiore libertà di rifiutare alcune categorie di carte di credito.

Questi cambiamenti riguarderebbero anche la Svizzera, dove Visa e Mastercard dominano il mercato. Le reazioni dei rivenditori svizzeri sono state quindi piuttosto positive. Contattato da Watson, il discount Denner ha spiegato: «Accogliamo con favore questo sviluppo, che può rafforzare la libertà imprenditoriale. Commissioni più basse e una migliore struttura dei costi sono positivi per noi e ci permettono di investire in offerte interessanti per i nostri clienti». Coop, dal canto suo, ha aggiunto: «Accogliamo con favore qualsiasi riduzione delle tariffe perché, alla fine, sono i clienti a beneficiarne».

Ma attenzione, perché la questione in realtà è un filo più complessa. Proviamo a chiarire: i vantaggi per i commercianti non sempre si traducono in vantaggi per i consumatori. L'accordo, fra le altre cose, dà ai commercianti e ai ristoranti la possibilità di imporre nuovi sovrapprezzi su alcuni tipi di carte di credito. Alcuni esercizi commerciali applicano già una «sovrattassa» ai clienti che non pagano in contanti, ma finora questa era limitata e uguale per tutte le carte. In futuro, per contro, potrebbero essere applicati costi aggiuntivi, in particolare alle carte premio con programmi di cashback o di miglia aeree. Gli osservatori, al riguardo, temono che i consumatori finiranno per pagare complessivamente di più e che il processo di pagamento diventerà più complicato, con i commercianti che dovranno informare i consumatori del «sovrapprezzo» ogni volta. Inoltre, i rivenditori potranno scegliere di rifiutare alcune carte premio. Finora, erano obbligati ad accettare tutte le carte della stessa rete: firmare un contratto con Visa o Mastercard significava accettare tutti i loro prodotti. La nuova regola permetterà loro di scegliere. Per evitare confusione alle casse, gli emittenti dovrebbero apporre contrassegni visibili sulle carte, un aggiornamento che potrebbe richiedere evidentemente anni.

Interpellati, i rivenditori svizzeri sono stati piuttosto riservati su questo fronte. Coop si è limitata a dichiarare che accetta «tutti i mezzi di pagamento comuni in Svizzera» e lascia «la scelta al cliente». Migros ha affermato di non divulgare «cifre o spese» e di non poter quindi fornire ulteriori informazioni. In Svizzera, sia quel che sia, i commercianti hanno recentemente ottenuto diverse vittorie su Visa e Mastercard nel settore delle carte di debito. A luglio, la Commissione per la concorrenza (COMCO) ha imposto una riduzione della commissione interbancaria media per le carte Visa Debit a un massimo dello 0,15%, dopo aver già ottenuto una riduzione analoga dello 0,12% per Mastercard Debit lo scorso anno.

Secondo l'ultimo monitoraggio dei pagamenti in Svizzera, le carte di debito sono ora il mezzo di pagamento più utilizzato nei negozi svizzeri (33,3%), davanti a contanti (28,1%), carte di credito (22,4%) e Twint (11,3%). Quest'ultimo è stato anche oggetto di critiche da parte dei dettaglianti, secondo la Federazione svizzera del commercio al dettaglio, che raggruppa circa 2.300 dettaglianti esclusi i grandi distributori: «Le commissioni Twint sono diventate un onere inaccettabile per i rivenditori». In particolare, le commissioni applicate da Twint quest'anno sarebbero «spesso pari o addirittura superiori alle commissioni delle carte di credito». A luglio, l'associazione ha presentato un reclamo alla citata COMCO. Nonostante i recenti accordi con Visa e Mastercard, l'associazione ritiene che in Svizzera vi sia «una grande necessità di azione» e un «significativo potenziale di riduzione delle commissioni per diversi metodi di pagamento elettronico».