Caso 1MDB, annullato il decreto d'accusa contro BSI
(Aggiornato alle 17.56) La Corte penale del Tribunale penale federale (TPF) ha annullato un decreto d'accusa del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) emesso contro la banca BSI nell'ambito dello scandalo del fondo sovrano malese 1MDB. I giudici hanno accolto il ricorso presentato da due filiali del fondo leso che partecipano al procedimento in qualità di querelanti privati.
A inizio gennaio, al termine di un'inchiesta durata sei anni, l'MPC ha chiesto a BSI il pagamento di una multa di 4,5 milioni di franchi per non aver adottato misure sufficienti per prevenire il riciclaggio di denaro. Contrariamente alla banca ticinese - rilevata nel 2016 da EFG International -, le due filiali del fondo malese non hanno accettato il decreto di accusa.
I giudici hanno ritenuto che il decreto non contenga alcuni elementi essenziali. Questo non specifica ad esempio per quali attività di riciclaggio la banca sia stata condannata né le motivazioni.
Inoltre, l'MPC ha omesso di menzionare i fondi confiscati. Nel 2020 l'Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) ha sequestrato 70 milioni di franchi a titolo di "sanzione volta a ridurre gli utili".
Per questi motivi i giudici della Corte penale del TPF hanno rinviato il caso all'MPC. Contro tale decisione, che risale al 6 settembre, è però stato inoltrato un ricorso. L'incarto è quindi ora finito nelle mani della Corte del reclami penali dello stesso TPF, ha indicato a Keystone-ATS il servizio stampa di quest'ultimo.