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C'era anche un po' di Ticino al CES, la mega-fiera dell'elettronica di consumo di Las Vegas

A tu per tu con uno degli startupper ticinesi presenti al padiglione svizzero e con un rappresentante della delegazione elvetica
Alla fiera dell’elettronica di consumo di Las Vegas, nel Nevada (USA) hanno partecipato 1.400 startup da tutto il mondo. © S-GE
Dimitri Loringett
Andreas GrandieDimitri Loringett
13.01.2024 06:00

Fra le 34 startup svizzere presenti quest’anno al Consumer Electronic Show (CES) di Las Vegas c’erano anche cinque realtà ticinesi. Due di queste (Sefa e Hscs) sono afferenti a Hemar Group, società con sede a Mendrisio attiva nell’ingegnerizzazione, l’industrializzazione e la produzione di prodotti elettronici per aziende e startup. Abbiamo raggiunto a Las Vegas Saverio Russo, CMO e responsabile dello sviluppo elettronico di Hemar Group, per fare due chiacchiere.

Il giovane imprenditore, che è anche consulente per Boldbrain, il programma di accelerazione cantonale per startup early stage, e per la Commissione europea in ambito startup, ci spiega che la sua attività professionale si rivolge allo sviluppo e produzione di dispositivi elettronici per conto terzi attivi a livello internazionale, come la xFarm Technologies di Manno, market leader nel controllo digitale delle filiere produttiva agroalimentari. «A Las Vegas eravamo presenti anche con alcuni clienti e associati di AITI Up! (il gruppo di aziende innovative della Associazione industrie ticinesi, ndr) e con iniziative imprenditoriali come la S-LUX di Alessandro Pasquali, che sfrutta i raggi luce per le comunicazioni ultra-veloci e applicativi di sicurezza, o Lighthouse Tech di Franco Burlando e Andrea Moroni Stampa, startup che ha ideato un innovativo occhiale per l’assistenza agli ipovedenti e sviluppata con l’USI grazie anche alla collaborazione del reparto di Oftalmologia presso l’Ospedale italiano e l’EOC di Lugano». A completare il «team Ticino», non da ultimo c'era anche  Delvitech, società di Rancate che produce e fornisce una soluzione tecnologica sostenibile basata sull'intelligenza artificiale per l'ispezione ottica automatizzata 3D di circuiti stampati assemblati.

Vetrina globale

«Allo “Swiss Pavillon” - continua Russo - abbiamo ricevuto la visita di aziende globali come Sony, Microsoft, Samsung e Google. Questa rassegna ha evidenziato dei trend interessanti anche per il nostro territorio. In particolare, in tema di intelligenza artificiale, un tema a noi caro visto che molte “basi” di tali innovazioni sono state sviluppate a Lugano dall’Istituto dalle Molle USI-SUPSI, uno dei primi al mondo. Ad esempio, si stanno sviluppando applicazioni che al medico, oltre a consentire di operare a distanza, offrono anche una sensoristica tattile dell’intervento sul paziente: questo conferma come l’IA e la digitalizzazione stanno favorendo una convergenza tra mondo reale e digitale».

Alla scoperta di know-how

Il mega-convegno statunitense rappresenta anche una preziosa occasione per scoprire nuove tendenze e tecnologie, come ci conferma Saverio Russo. «Al CES eravamo presenti anche per intercettare nuovo know-how, tecnologie da portare nel nostro cantone, o per le attività di licensing e per promuovere presso gli istituti di ricerca internazionali le innovazioni sviluppate nella nostra regione. In Ticino si riescono a creare dei prismi che consentono l’utilizzo dei raggi luminosi per le serrature delle casseforti o delle semplici abitazioni, con una tecnologia inviolabile perché unica».

Il valore aggiunto dell’elveticità

«Tra breve lanceremo la tecnologia Smart Mould - ci anticipa Russo - che grazie a stampanti 3D innovative consente di creare stampi per oggetti in plastica in piccola serie e a costi assolutamente contenuti. Sono innovazioni che consentono una produttività immediata e totalmente personalizzabile, ovvero una “customizzazione di massa”, utilissima in molti settori, dalla moda all’elettronica di consumo. Queste tendenze si allineano al generale on-shoring delle filiere produttive, che abbiamo percepito nelle aziende americane e che è motivato da alcuni fattori: la resistenza alla divulgazione di costosi brevetti a Paesi terzi, e dall’attenzione al carbon footprint, ovvero alle emissioni inquinanti originate dalla consegna di merci provenienti da geografie remote, tema sul quale la pubblica opinione mondiale è sempre più attenta». «Tutte queste evoluzioni - continua Russo - favoriscono la Svizzera e, per quanto riguarda il territorio ticinese, oltre che a promuovere nei nostri confini delle produzioni che possono essere proposte ai mercati internazionali con il plusvalore dello swissness, il valore aggiunto rappresentato proprio dal fatto che la produzione è avvenuta nel nostro Paese».

In conclusione, il CMO di Hemar Group è convinto che «la partecipazione a eventi come il CES di Las Vegas è indispensabile a uno sviluppo complementare non solo delle innovazioni tecnologiche a livello globale, ma anche reciprocamente utile a tutti gli interlocutori coinvolti. Per tutte queste iniziative, le attività di relazione personale fortunatamente si confermano ancora indispensabili».

L’innovazione «fa rete» per sostenere il «Made in Switzerland»

«Il marchio “Swiss made” è sempre molto apprezzato e ricercato». Sono le parole di Patrik Wermelinger di Switzerland Global Enterprise (S-GE), l’associazione nazionale di promozione dell’export e della piazza economica svizzeri che, da Las Vegas, ci ha raccontato «com’è andata» alla 50.esima edizione del Consumer Electronics Show (CES), la mega-fiera internazionale della tecnologia e dell’innovazione che si è conclusa ieri e che ha visto – per il sesto anno consecutivo – una folta delegazione elvetica, sia di partecipanti (34 società startup, di cui cinque ticinesi), sia di organizzazioni per la promozione dell’imprenditoria innovativa svizzera.

«Lo “Swiss Pavillon” al CES – continua Wermelinger – è il prodotto della campagna swisstech, un’iniziativa pubblico-privata sostenuta da S-GE, Presenza Svizzera, Innosuisse, swissnex e digitalswitzerland. La campagna mira a migliorare il profilo della Svizzera come piazza economica innovativa leader a livello mondiale e ad aumentare la visibilità delle sue aziende deeptech e di altre società innovative, così come della sua ricerca di punta all’estero».

Insomma, la Svizzera ha messo in campo – e in rete – i «pezzi grossi» della promozione economica affinché l’innovazione rossocrociata potesse approfittare al meglio dell’importante vetrina mondiale offerta dal CES. Durante quattro giorni a Las Vegas sono confluite oltre 130 mila persone, tra specialisti, aziende, media specializzati e venture capitalist provenienti da tutto il mondo, nei 11 saloni dove 1.400 società startup, in prevalenza early stage (ma anche big tech come Meta, Google e Microsoft), hanno partecipato con l’obiettivo di trovare investitori, accordi di collaborazione e commerciali e, in generale, visibilità mediatica. «Gli USA sono il mercato con maggiore potenziale per l’innovazione tecnologica svizzera - spiega il delegato di S-GE – ma il CES è anche una porta d’accesso al mercato internazionale». Stando alle prime stime degli organizzatori, al padiglione svizzero sono passati oltre 10 mila persone sull'arco delle quattro giornate della fiera. 

Ma quali sono i settori che vanno per la maggiore? Ancora Wermelinger: «Il digital health è un segmento che “tira” molto, così come la medicina personalizzata e della diagnostica, ma è anche il tema delle rinnovabili è in crescita, con i sistemi di gestione individuale e personalizzata dell’energia. A farla però da padrone è l’IA, che è trasversale e presente in praticamente tutti i segmenti. Si pensi al vasto mondo dell’intrattenimento, sempre molto presente al CES, che propone molte evoluzioni, tra schermi trasparenti ed “esperienze immersive”», conclude il Chief Investment Promotion Officer di S-GE.