Economia

«Chi investe in valute digitali rischia di fare la fine di Pinocchio»

È l'avvertimento lanciato oggi da Paolo Savona, presidente della Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), l'autorità italiana di vigilanza dei mercati finanziari
© CdT/Gabriele Putzu
Ats
20.06.2025 14:03

Chi investe in valute digitali rischia di fare la fine di Pinocchio: è l'avvertimento lanciato oggi da Paolo Savona, presidente della Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), l'autorità italiana di vigilanza dei mercati finanziari.

Quella delle criptovalute è «una faglia tellurica sottostante al territorio monetario e finanziario tradizionale, con possibili sbocchi dalle proporzioni imperscrutabili. Il rischio è riemerso sotto la spinta dell'illusione di facili guadagni così ben descritta da Carlo Collodi nel 'Campo dei miracoli' di Pinocchio e ha trovato alimento nel successo conseguito da quelli che hanno sfruttato l'occasione offerta dallo sviluppo delle tecnologie informatiche», ha sottolineato l'88ene nel suo discorso al mercato riunito in Piazza Affari a Milano

Secondo Savona, «il governo della vicenda non può essere affidato alla cura degli interessi privati organizzati o regolandone i relativi servizi con decisioni insufficienti, ma necessita di una cosciente cooperazione tra stati. Le prospettive di una tale azione congiunta internazionale sembrano allontanarsi a seguito degli ordini esecutivi del 23 gennaio e del 6 marzo scorso del presidente americanop Donald Trump, che proibisce la nascita del dollaro digitale e candida Bitcoin e altre quattro monete »virtuali« a svolgere un ruolo di riserva internazionale della moneta statunitense, ponendo gli Stati Uniti al centro operativo mondiale degli strumenti virtuali».

«Non può sfuggire l'analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili (subprime) e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello stato».