L'economia pop

Ci sarà una crisi? La risposta è nei rossetti e nelle caramelle

Le previsioni vengono fatte a getto continuo, ma quasi mai ci azzeccano: eppure c’è una corrente di «economisti pop» che è in grado di trovare correlazioni tra fenomeni apparentemente distanti
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Generoso Chiaradonna
22.01.2024 13:31

E se avessero ragione loro, gli antichi, e bastasse in realtà cogliere segni banalissimi – fulmini e volo degli uccelli - che stanno sotto gli occhi di tutti per anticipare il futuro? Che ne so, squartare il gatto di casa o dei vicini, per dire, guardarne con attenzione le viscere, in particolare fegato e cuore (lo so, fa schifo) e dire con certezza che pioverà, ci sarà la siccità oppure che il raccolto di quest’anno sarà abbondante o no. E che dire dell’esito della guerra che dura da troppo tempo? La vinceremo mai? Traslato ai nostri giorni sarebbe come chiedersi se ci sarà crescita economica o interrogarsi sui conflitti in corso che incidono sugli assetti geopolitici. Non siamo però ai tempi dei ‘fulgatores’ che traducevano la volontà divina osservando la direzione dei fulmini; degli ‘aruspici’ squartatori di animali o dei meno sanguinari ‘àuguri’ che con un rapido sguardo agli uccelli erano in grado di capire se fosse una giornata no: se volavano verso levante tutto in ordine, verso ponente meglio fare gli scongiuri, toccare legno o altro. 

Oggi sono gli economisti i moderni ‘aruspici’. Le viscere che esaminano sono vagonate di dati e variabili che il più delle volte lasciano il tempo che trovano. Le previsioni vengono fatte e rifatte a getto continuo, ma quasi mai ci azzeccano. Più che previsori accurati, gli economisti – o coloro che credono di parlare per loro conto – sono bravissimi a spiegare le ragioni di una crisi solo dopo che è scoppiata. Mai una volta che un Fondo monetario internazionale, per citare una delle fucine molto mainstream di economisti, abbia detto «attenzione stiamo andando a sbattere, meglio prepararsi per tempo e correggere la rotta».  

Eppure, c’è una corrente - chiamiamola di economisti pop senza un vero caposcuola – che è in grado di trovare correlazioni tra fenomeni apparentemente distanti e che come gli antichi ‘fulgatores’ vedono cose che noi umani manco sotto Lsd; nemmeno con il classico disegnino alla lavagna per scolari zucconi. Basta cercare in rete, moderna piazza popolare, per scoprire un fiorire di gonne che si accorciano e borse, intese come listini azionari, che le imitano e si alzano. Non si capisce se è l’euforia finanziaria alla Lupo di Wall Street o l’ingordigia del pessimo Gordon Gekko, archetipi dei cattivi speculatori fissati su celluloide, ad accorciare le gonne o se sono queste ultime a generare un velato ottimismo testosteronico tra gli operatori di borsa che - si sa - sono quasi tutti uomini e quindi maschilisti per definizione. Propendiamo per il testosterone alimentato dalla ricchezza.  

E che dire delle vendite di rossetti e smalti per unghie che crescono nei periodi di recessione economica e viceversa calano quando si cresce? La prima a osservare questa correlazione fu la nota stilista francese Coco Chanel che la spiegava così: quando il denaro scarseggia, i rossetti sono la spesa più economica che consente alle donne di mostrarsi in ordine. Osservazione acuta ed azzeccata. Siamo più nel campo della psicologia del consumatore che della previsione economica. C’è però chi è andato a cercare di verificare empiricamente questa correlazione (www.euromonitor.com) e ha scoperto che sì, in corrispondenza di due periodi recessivi (1999-2000 e 2008-2009) le vendite di rossetti sono leggermente aumentate. In concomitanza della crisi globale del 2008 (crollo della Lehman Brothers e tutto ciò che ne seguì) addirittura sono esplose le vendite degli smalti per le unghie. E questo è avvenuto da una parte e dall’altra dell’Atlantico.  

Che qualche cosa si alteri nelle scelte dei consumatori quando il ciclo economico sta per cambiare o si crede che stia per accadere è assodato. Che ci siano dei prodotti poco costosi, chiamiamoli consolatori, a cui non rinunciamo quando il reddito cala è altrettanto vero. È il caso di snack, tavolette di cioccolato e caramelle che sono posti strategicamente in prossimità delle casse dei supermercati. Quindi, occhio la prossima volta che facciamo la spesa: il futuro macroeconomico potrebbe essere nascosto lì di fronte a noi da decifrare tra zuccheri semplici e grassi idrogenati. Che è meglio dei gatti squartati, dai. 

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