Con la tassazione individuale mercato del lavoro più equo

In Svizzera è ben noto il problema della cosiddetta penalizzazione fiscale del matrimonio. Esso riguarda il fatto che, in certi casi, le coppie sposate possono essere soggette a un carico fiscale più elevato rispetto a due individui non sposati che guadagnano lo stesso reddito imponibile. Ciò è dovuto al fatto che il sistema fiscale svizzero calcola le imposte in modo diverso per le coppie sposate rispetto alle persone single. In particolare, nelle imposte federali dirette e in alcune imposte cantonali, i coniugi sono considerati come un’unica entità fiscale e sono soggetti a un sistema di tassazione congiunta. Questo significa che il reddito combinato delle due persone sposate è sommato e tassato insieme, con l’applicazione di un’aliquota progressiva. La penalizzazione fiscale del matrimonio si verifica quando il fatto di sommare i redditi delle due persone sposate fa sì che la coppia si trovi a dover pagare un ammontare di imposte maggiore rispetto a quello che avrebbe dovuto pagare se i due coniugi avessero presentato dichiarazioni fiscali separate come individui non sposati.
Questo tema è da tempo oggetto di discussione nel nostro paese. Lo scorso mese di marzo, nell’ambito della procedura di consultazione sulla «Riforma dell’imposizione dei coniugi e della famiglia», la maggioranza dei partiti ha respinto la proposta del Consiglio Federale di passare a un sistema di tassazione individuale. In questo modo, ogni individuo sarebbe soggetto al pagamento delle imposte in base alla propria personale capacità contributiva, indipendentemente dallo stato civile: sposato o no. In particolare il Partito liberale radicale e il mondo associativo economico si erano invece pronunciati a favore di una simile innovazione.
Ma quali sarebbero esattamente gli effetti di una riforma fiscale di questo tipo sull’economia svizzera? Una ricerca dettagliata per il nostro paese non è ancora stata effettuata, ma si possono ottenere indicazioni interessanti dagli studi che sono stati realizzati per altri paesi. Ad esempio, Stefan Bach, Johannes Geyer, Peter Haan e Katharina Wrohlich, ricercatori presso il DIW (Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung) di Berlino, hanno analizzato il caso della Germania, un altro paese che prevede la tassazione congiunta del reddito dei coniugi. Gli autori hanno studiato, tramite simulazioni, cosa succederebbe se in Germania si passasse a un modello di tassazione individuale, con i necessari aggiustamenti per evitare che ci siano famiglie che si trovano in una situazione fiscale peggiore rispetto a quella di prima. I risultati dello studio mostrano che, come ci si può ragionevolmente aspettare, gli incentivi alla partecipazione al mercato del lavoro per il coniuge con il reddito inferiore aumenterebbero notevolmente. Dato che, nella maggior parte dei casi, è la donna a guadagnare uno stipendio inferiore nella coppia, questi incentivi porterebbero ad una maggior partecipazione femminile al mercato del lavoro (l’aumento sarebbe di circa due punti percentuali). Inoltre, le donne sarebbero così spinte ad aumentare circa del 7 per cento il numero di ore lavorate a settimana. Questo ovviamente, solo nell’ipotesi in cui esse siano impiegate in un’occupazione nella quale è possibile decidere con un certo grado di flessibilità quante ore lavorare di volta in volta. Per gli uomini (o meglio, per gli individui con il reddito da lavoro più elevato nella coppia) gli incentivi sarebbero di segno inverso e dunque la partecipazione al mercato del lavoro declinerebbe di 0,3 punti percentuali, mentre il tempo di lavoro diminuirebbe dell’1,5 per cento.
In generale, le donne risulterebbero essere molto più reattive degli uomini alla riforma e questo costituirebbe un primo argomento a favore della riforma fiscale. Un secondo argomento è dato dall’aumento degli introiti fiscali per lo Stato. Gli autori dello studio stimano infatti che una simile riforma in Germania farebbe crescere di 27 miliardi le entrate statali, il che corrisponderebbe a un aumento di circa il dieci per cento delle entrate totali derivanti dall’imposta sul reddito e a un incremento dell’1,1 per cento del PIL (Prodotto interno lordo) del paese.
Il modello statunitense
Un secondo studio, elaborato da Alexander Bick, economista alla Fed di St. Louis e Nicola Fuchs-Schündeln, professoressa di macroeconomia alla Goethe Universität di Francoforte sul Meno, si occupa del caso degli Stati Uniti, altro paese che adotta il modello della tassazione congiunta. Anche in questo caso, gli autori rilevano che un’ipotetica riforma fiscale che implicasse il passaggio alla tassazione individuale avrebbe visibili effetti sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro. In particolare, i due autori stimano che le donne aumenterebbero di oltre 110 le ore lavorate annualmente, il che corrisponde a un aumento di circa l’otto per cento. Oltre il 90 per cento di questo aumento sarebbe da ricollegarsi all’ingresso di donne che in precedenza non erano attive nel mercato del lavoro. Il restante 10 per cento dell’aumento dipenderebbe invece da una maggior percentuale d’impiego di quelle donne che già lavoravano. Anche in questo caso, gli uomini avrebbero un leggero incentivo a lavorare meno, ma solo nella misura di una decina di ore in meno all’anno.
Naturalmente tutti questi studi si basano su simulazioni, come pure su una serie di semplificazioni. Non si considera, ad esempio, che le donne potrebbero non essere in grado di aumentare il numero di ore lavorate a causa di responsabilità di cura dei figli.
L’aggiornamento per i professionisti
Il percorso per il passaggio dall’imposizione congiunta a quella individuale sembra ormai tracciato. Il Gruppo di lavoro fiscaliste ticino (FiTi) e il Centro di competenze tributarie della Supsi organizzano un evento sul tema. La conferenza, dal titolo «Tassazione individuale: dall’Avanprogetto agli esiti della consultazione» si svolgerà mercoledì 6 settembre fra le 16 e le 18 all’auditorium del Suglio Business Center a Manno. L’evento è gratuito e sarà seguito da un aperitivo offerto. Iscrizioni fino al 1. settembre sul sito www.bit.ly/fiti-tassazione-individuale.