Crescita in lieve miglioramento, la recessione mondiale non c’è

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) non prevede una recessione internazionale e indica invece la possibilità di un leggero incremento della crescita economica mondiale quest’anno. È quanto emerge dal Rapporto intermedio sulle prospettive economiche, pubblicato nei giorni scorsi, nel cui titolo in italiano si usa la definizione «punto di svolta». L’OCSE, di cui fanno parte una quarantina di Paesi, Svizzera inclusa, sintetizza la situazione attuale e traccia alcune possibili dinamiche per i prossimi mesi e per l’anno che viene.
Le valutazioni
Nel primo semestre del 2024 l’economia mondiale per l’OCSE ha continuato a dar prova di resilienza ed è proseguito il calo dell’inflazione. La previsione è che queste tendenze si confermino nel 2025, con una crescita economica globale che potrebbe stabilizzarsi su un ritmo moderato e con un’inflazione che nella maggior parte dei Paesi dovrebbe rientrare negli argini entro la fine dell’anno prossimo. Come sempre, dopo aver dato questa valutazione in sostanza positiva l’OCSE indica anche i rischi principali esistenti: le tensioni geopolitiche e commerciali, i problemi nei conti pubblici in molti Paesi, la concorrenza non sufficiente, le potenziali perturbazioni dei mercati finanziari. Ma resta il fatto che sin qui solo le tensioni geopolitiche sembrano davvero pesare, mentre gli altri rischi per ora non paiono essere tali da bloccare l’economia mondiale.
Le cifre indicate dall’OCSE sono chiare. Dopo il 3,1% del 2023, l’economia globale dovrebbe crescere del 3,2% nel 2024 e ancora del 3,2% nel 2025. Come si vede una recessione mondiale non c’è e per il 2024 addirittura compare un lieve aumento, di 0,1 punti, rispetto alle previsioni del maggio scorso, il che segnala non un rallentamento bensì una seppur leggera accelerazione. Dopo il 2,5% dell’anno scorso, gli Stati Uniti dovrebbero crescere del 2,6% quest’anno e dell’1,6% il prossimo. L’Eurozona, dopo lo 0,5% del 2023, dovrebbe registrare una crescita dello 0,7% nel 2024 e dell’1,3% nel 2025. Dopo lo 0,1% dell’anno scorso, il Regno Unito pure dovrebbe avere un’accelerazione, con 1,1% quest’anno e 1,2% il prossimo. Dopo il 5,2% del 2023, la Cina dovrebbe rallentare senza cadute nella non crescita, con un 4,9% nel 2024 e un 4,5% nel 2025.
La tenuta
Guardando al quadro dei Paesi che fanno parte del G20, è interessante notare come solo due economie siano viste dall’OCSE in recessione annua nel 2024: quella del Giappone (-0,1%, dopo l’1,7% del 2023) e quella dell’Argentina (-4%, dopo il -1,6% dell’anno scorso). Entrambi i Paesi sono peraltro previsti in territorio positivo nel 2025: 1,4% per il Giappone, 3,9% per l’Argentina. Da notare, nell’ambito dell’Eurozona, che la Germania dopo il -0,1% del 2023 è vista dall’OCSE in uscita dalla recessione nel 2024 (con 0,1%) e in più netta ripresa nel 2025 (1%). Interessante, tornando sul versante asiatico, è anche il ritmo di crescita dell’India, che rallenta ma resta a livelli decisamente alti: dopo l’8,2% dell’anno scorso, il gigante indiano è visto dall’OCSE al 6,7% quest’anno e al 6,8% il prossimo.
In tutto questo, occorre ricordare la tenuta della Svizzera. Secondi dati e le previsioni pubblicati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) questo mese, l’economia elvetica rimane lontana dalla recessione e mantiene livelli di crescita ragionevoli. Il fatto che la crescita della Svizzera ora sia al di sotto della sua media significa poco o nulla, perché il contesto internazionale di questi anni è complicato e in questo contesto aumenti annui del Prodotto interno lordo (PIL) superiori all’1% per un Paese già molto sviluppato sono da considerare chiaramente buoni. La SECO fornisce come sempre due versioni dell’andamento del PIL svizzero, quella al netto degli eventi sportivi (la Confederazione è sede di grandi organizzazioni internazionali dello sport) e quella al lordo di questi eventi.
Il quadro svizzero
Per quel che riguarda il PIL elvetico al netto, dopo l’1,2% del 2023 sono previsti pure un 1,2% nel 2024 e poi un 1,6% nel 2025. Sul versante del PIL elvetico al lordo, dopo lo 0,7% dell’anno scorso sono previsti un 1,6% quest’anno e un 1,2% il prossimo. Rispetto alle previsioni SECO del giugno scorso, in entrambi i casi non c’è un cambiamento per il 2024 e c’è invece una riduzione di 0,1 punti per il 2025. Il risultato complessivo, nonostante questo ritocco, è comunque soddisfacente secondo molti analisti internazionali, sempre considerando l’attuale quadro mondiale. Va anche ricordato che la disoccupazione in Svizzera resta tra le più basse. L’aumento del tasso di senzalavoro, legato al precedente rallentamento economico, rimane nel complesso contenuto.