«Da 125 anni Raiffeisen è al servizio del territorio»

Nel 2025, il Gruppo Raiffeisen celebra un importante traguardo: 125 anni di presenza e attività in Svizzera. Un anniversario che rappresenta non solo una ricorrenza, ma anche l’occasione per riflettere su un percorso fatto di crescita costante, forte radicamento nel territorio e un impegno autentico verso le persone. Sin dalla sua nascita, Raiffeisen ha saputo coniugare i propri valori con una visione lungimirante, orientata a generare valore aggiunto per le comunità locali e a sostenere concretamente lo sviluppo economico e sociale del territorio.
Anche nella Svizzera italiana, il secondo Gruppo bancario elvetico ha saputo costruire nel tempo una presenza solida e significativa, integrandosi profondamente nel tessuto sociale ed economico locale grazie a un modello di Banca di prossimità che mette al centro la relazione umana e la fiducia reciproca. Il 125. anniversario viene celebrato con una serie di iniziative concrete e simboliche, che riflettono lo spirito cooperativo del Gruppo: attività di volontariato, progetti sociali e culturali, eventi aperti al pubblico e iniziative a beneficio del territorio, con l’obiettivo di restituire valore e rafforzare il legame con la comunità. Per approfondire le radici storiche del Gruppo nella Svizzera italiana, comprendere l’attuale ruolo delle Banche Raiffeisen nella regione e scoprire le prospettive future, abbiamo incontrato l’Avvocato Mauro Cavadini, Presidente della Federazione regionale delle Banche Raiffeisen Ticino e Moesano.

Come è nata la prima Cassa Raiffeisen 125 anni fa quando è arrivata in Ticino?
«Raiffeisen nasce in Svizzera nel 1899, ma il movimento raggiunge il Ticino nel 1923 con la Cassa rurale di Sonvico, che può essere considerata la pioniera del modello cooperativo nella Svizzera italiana. È interessante ricordare che, nello stesso periodo, anche altre realtà svizzere cominciavano a sperimentare la cooperativa come modello di impresa inclusiva e radicata nel territorio. Dopo Sonvico, però, la diffusione fu inizialmente lenta: ci vollero vent’anni prima della fondazione della seconda Cassa rurale, a Morbio Superiore nel 1943. Nel 1947 si contavano già undici Casse, con una cifra di bilancio aggregata di due milioni di franchi e 402 soci. Numeri per certi versi modesti se confrontati con quelli odierni, ma estremamente significativi per l’epoca, perché testimoniavano una fiducia crescente verso un modello bancario vicino alla gente».
Chi erano i protagonisti della fondazione e a quali bisogni delle comunità locali rispondevano?
«I protagonisti erano persone comuni, spesso legate al mondo rurale, come contadini, artigiani, maestri o impiegati comunali. Si trattava di individui che sentivano il bisogno di solidarietà e sostegno e che operavano perlopiù a titolo volontario. Le prime Banche non impiegavano professionisti della finanza: le attività erano svolte nel tempo libero da persone di fiducia del paese, che gestivano i conti, concedevano prestiti e garantivano trasparenza. Le prime Casse offrivano credito a chi, fino ad allora, non ne aveva accesso, in particolare piccoli contadini. I prestiti venivano garantiti non da immobili, ma dal bestiame, e proprio per questo era fondamentale che chi operava nella Banca sapesse valutare la salute e il valore degli animali. Questo approccio rifletteva il cuore del modello Raiffeisen: l’inclusione e la fiducia reciproca».
Che cosa distingueva Raiffeisen dalle altre banche fin dall’inizio?
«La principale differenza era proprio l’orientamento alle fasce meno abbienti della popolazione. A differenza delle grandi banche, Raiffeisen nasceva per rispondere a bisogni reali e immediati, non per massimizzare il profitto. Inoltre, la gestione si basava sulla partecipazione attiva di membri della comunità che condividevano un ideale. Negli anni Sessanta, Raiffeisen ha saputo adattarsi al cambiamento, accompagnando lo sviluppo economico e industriale del Cantone. È stata partner delle famiglie che sognavano un’abitazione di proprietà, ma anche delle prime aziende artigianali e piccole industrie. Il motto non scritto era «un comune, una Raiffeisen» e così, tra gli anni Sessanta e Ottanta, il numero di Casse è cresciuto in modo esponenziale. Il picco è stato raggiunto nel 1987, con ben 123 Banche Raiffeisen attive in Ticino e nel Moesano».
Possiamo dire che le Banche Raiffeisen hanno partecipato attivamente allo sviluppo economico e sociale delle nostre regioni?
«Senza dubbio. Le Banche Raiffeisen hanno saputo trasformarsi nel corso del tempo affinando le proprie competenze e riuscendo a proporre soluzioni a 360 gradi non solo per privati ma anche per aziende. Le Banche sono oggi capaci di offrire soluzioni ipotecarie, assistenza nella pianificazione degli investimenti, consulenza in tema di previdenza e sono anche un partner affidabile per le imprese. Proprio grazie a questa evoluzione, Raiffeisen ha rappresentato, per molti comuni, la prima vera possibilità di sviluppo economico locale. Dalle valli alle zone industriali emergenti, la Banca ha contribuito in modo tangibile alla nascita di nuove attività e alla realizzazione di progetti abitativi. A partire dagli anni Novanta si è avviata una fase di modernizzazione che ha portato alla progressiva aggregazione delle Banche. Oggi, dopo questo processo di razionalizzazione, il Gruppo in Ticino e Moesano conta sedici Banche cooperative, con 680 collaboratori e una rete di 57 agenzie, servendo un bacino di circa 128 mila soci».
In che modo la Banca è rimasta fedele alla sua missione originale?
«Lo è di fatto rimasta restando coerente con i valori di solidarietà, collaborazione e mutualità. Il motto «dove non arriva la singola Banca, arriva la comunione delle Banche» è ancora oggi il principio guida. La struttura cooperativa consente una grande stabilità, perché si basa sulla forza della rete, sulla divisione dei rischi e sulla condivisione delle risorse e delle competenze tra le varie realtà regionali. Raiffeisen oggi è una Banca moderna, qualificata, professionale e orientata al futuro che pone al centro del suo sviluppo le relazioni e il contatto diretto con la clientela. La sua forza resta l’equilibrio tra prossimità e innovazione».
Qual è il ruolo delle Banche Raiffeisen nei piccoli centri e come sostenete le comunità locali?
«Le Banche Raiffeisen svolgono un ruolo attivo nelle comunità, anche nei piccoli centri dove altre banche hanno spesso chiuso. Oltre a garantire un servizio bancario di prossimità, sosteniamo attivamente la vita culturale, sportiva e sociale. A livello nazionale siamo partner di Swiss-Ski dal 2005 per promuovere lo sport delle giovani leve, ma il nostro impegno più importante è a livello locale: sponsorizziamo eventi, associazioni, iniziative culturali e abbiamo sviluppato la piattaforma eroilocali.ch, che permette la raccolta di fondi per progetti senza scopo di lucro. Nel 2024, ad esempio, sono stati raccolti oltre 870 mila franchi per le comunità delle Valli Bavona e Lavizzara e a favore della Mesolcina colpite da eventi naturali estremi. Anche in questo caso, la solidarietà è diventata concreta grazie alla rete Raiffeisen. In occasione del 125. anniversario, le Banche Raiffeisen della Svizzera italiana organizzano giornate di volontariato aperte a tutti i collaboratori, a testimonianza del fatto che la responsabilità sociale non è solo un valore dichiarato, ma un’azione concreta e visibile. Le attività si articolano in quattro aree tematiche – inclusione, natura, sport e socialità – e rappresentano un’occasione unica per restituire valore al territorio, creando connessioni reali, concrete e generando un impatto tangibile».
Come saranno i prossimo 20-30 anni e quali sarà l’impatto della tecnologia?
«Il settore bancario è in piena evoluzione. Le esigenze dei clienti cambiano rapidamente, così come gli strumenti digitali. Raiffeisen continuerà a conciliare innovazione e umanità: le nuove tecnologie ci permetteranno di migliorare l’esperienza dei clienti e semplificare il lavoro quotidiano dei nostri collaboratori. Ma il nostro obiettivo resterà sempre quello di essere vicini alle persone, con una presenza reale, ascolto e supporto personalizzato. Il nostro modello cooperativo, forte e radicato, ha dimostrato di saper resistere ai cambiamenti e, allo stesso tempo, di sapersi rinnovare. I prossimi decenni vedranno una Banca sempre più digitale, ma anche sempre più presente, solidale e impegnata nel territorio».