Dipendenti di Amazon attaccano i piani di Bezos

Oltre 350 dipendenti di Amazon hanno deciso di violare le regole che non consentono di rilasciare commenti pubblici sulle attività aziendali senza autorizzazione, scrivendo messaggi online per spingere il colosso dell’e-commerce a fare di più sul piano ambientale.
I messaggi sono stati pubblicati ieri in un post su Medium da 357 impiegati che aderiscono all’Amazon Employees for Climate Justice (Aecj). Si tratta di un gruppo di dipendenti che chiede alla compagnia di Jeff Bezos sforzi ulteriori nella lotta al cambiamento climatico.
Nei messaggi - firmati con nome, cognome e qualifica professionale - i lavoratori esortano l’azienda a incrementare gli impegni climatici. Non manca chi critica il lavoro di Amazon con le agenzie federali e la fornitura di tecnologie alle compagnie petrolifere, così come i tentativi di reprimere il dissenso.
Le critiche riguardano il piano ambientale presentato il 19 settembre scorso da Bezos, che ha annunciato il raggiungimento delle emissioni zero di Amazon nel 2040. Secondo l’Aecj, la compagnia dovrebbe puntare alla neutralità carbonica nel 2030.
La presa di posizione di Amazon
Amazon ha in seguito preso posizione con un comunicato stampa: «Poniamo molta attenzione a queste tematiche e la pagina dedicata alle ‘Nostre Posizioni’ lo chiarisce, delineando ciò che stiamo già facendo. Prendiamo come esempio il tema del cambiamento climatico: abbiamo fondato il Climate Pledge, impegnandoci a ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica entro il 2040, dieci anni in anticipo rispetto all'Accordo di Parigi. Prevediamo di utilizzare il 100% di energia rinnovabile entro il 2030 e abbiamo migliaia di persone che lavorano su iniziative legate alla sostenibilità all'interno della nostra azienda. Invitiamo tutti i dipendenti ad impegnarsi, in maniera costruttiva, a lavorare assieme ai tanti team che all'interno di Amazon si occupano di sostenibilità così come di altri temi, ma applichiamo la nostra politica di comunicazione esterna e non consentiremo ai dipendenti di denigrare pubblicamente o mettere in cattiva luce l'azienda o l’assiduo lavoro dei colleghi che stanno sviluppando soluzioni a questi difficili problemi».