Fra preoccupazioni e ottimismo: che cosa pensano gli svizzeri delle proprie finanze?

Affitti elevati, premi di cassa malati sempre più onerosi e il timore di perdere il lavoro pesano sull’umore degli svizzeri. Secondo un sondaggio condotto da Comparis, il 27% degli adulti si aspetta un peggioramento della propria situazione finanziaria nel 2025 rispetto al 2024. Una quota invariata rispetto alla fine dello scorso anno. Solo il 24% prevede un miglioramento, mentre il 6% ritiene che la situazione sarà «molto peggiore».
«La preoccupazione per l’aumento degli affitti, dei tassi ipotecari e dei premi di cassa malati, nonché la perdita del proprio lavoro o di quello del partner, creano incertezza finanziaria», afferma Michael Kuhn, esperto Comparis in finanze e consumi. «A questo si aggiungono le turbolenze globali legate all’erratica politica doganale statunitense e ad altre perturbazioni del commercio mondiale, che pesano sull’umore generale».
Donne più pessimiste
Lo studio mostra differenze significative tra i sessi. Solo il 18% delle donne è ottimista, contro il 29% degli uomini. Inoltre, il 30% delle donne prevede un peggioramento della propria situazione finanziaria, rispetto al 23% degli uomini. «Le donne sono più caute degli uomini in materia di finanze e osservano più da vicino l’andamento del potere d’acquisto nella vita quotidiana», spiega Kuhn. «Inoltre, lavorano più spesso a tempo parziale, hanno un reddito medio più basso e percepiscono le turbolenze economiche e l’inflazione più velocemente e più duramente». Il 52% delle donne afferma di poter acquistare meno rispetto all’anno precedente, contro il 41% degli uomini.
L'onere
Il peso dei premi dell’assicurazione malattia resta elevato. Il 16% degli intervistati dichiara di avere difficoltà regolari nel pagamento. La percentuale sale al 22% tra le economie domestiche con un reddito mensile fino a 4.000 franchi, ed è quasi uguale (20%) per chi guadagna tra 4.000 e 8.000 franchi. Solo il 9% dei redditi oltre 8.000 franchi riporta gli stessi problemi.
«La percezione simile dell’onere in entrambi i gruppi di reddito è probabilmente dovuta al fatto che il gruppo di reddito più basso riceve più riduzioni sui premi rispetto a quello medio», osserva Kuhn. E aggiunge: «Rispetto a un anno fa, sono aumentate le persone che dichiarano di ricevere riduzioni sui premi. Tuttavia, queste riducono solo in parte l’onere finanziario».
Rinunce
Il 49% degli adulti afferma di avere abbastanza denaro, ma di dover rinunciare a qualche sfizio. Il 24% deve fare attenzione a ogni centesimo per pagare tutte le bollette. Il 6% dice di non riuscire a sbarcare il lunario. «Quasi una persona su tre in Svizzera ha difficoltà a coprire tutte le spese. Dal sondaggio emerge un chiaro divario in base a istruzione, reddito e sesso», spiega Kuhn. E aggiunge: «Chi vive con parsimonia può avere meno soldi in tasca, ma vedersi in una situazione finanziaria migliore rispetto a chi ha un reddito più alto ma vive al di sopra dei propri mezzi». Nel sondaggio di Comparis anche la lista delle rinunce più comuni. Il 64% rinuncia a nuove tecnologie, il 61% a vestiti e accessori, il 57% a uscite e ristoranti. Scende anche la voglia di chiedere un aumento: dal 9% di dicembre 2024 al 6% di giugno 2025. «Gli svizzeri sembrano sempre più propensi a evitare i rischi in ambito lavorativo. Meglio un lavoro sicuro che cambiarlo o chiedere un aumento», dice Kuhn.
La fascia più colpita
Il 9% degli intervistati tra i 36 e i 55 anni dichiara di non avere abbastanza soldi. La percentuale scende al 4% tra i 18-35.enni e al 3% tra gli over 55. «La generazione di mezza età si trova spesso ad affrontare molteplici sfide finanziarie, dal finanziamento della vita familiare alla previdenza per la vecchiaia. L’aumento dei costi fissi ha quindi un impatto particolarmente forte», commenta l'esperto di Comparis.
La correlazione con il reddito è ancora più evidente. Nelle economie domestiche con un reddito lordo fino a 4.000 franchi al mese, il 17% dichiara di non avere abbastanza soldi. Per i redditi superiori a 8.000 franchi, la percentuale scende al 2%.
Lievita, nel frattempo, il ricorso ai prestiti. Il 7% degli intervistati considera un prestito personale come opzione concreta. Per la prima volta, «richiedere un prestito» supera la ricerca di un appartamento più conveniente e la negoziazione di uno stipendio più alto. Tra i 18-35.enni, l’11% considera il credito un’opzione, contro il 7% dei 36-65.enni e il 2% degli over 65.
«Se alcuni giovani adulti, ad esempio, prendono in prestito denaro per una formazione continua, molti altri vivono secondo il principio ‘buy now, pay later’», afferma Kuhn. «A ciò si aggiungono offerte online per prendere facilmente in prestito denaro e la parziale mancanza di consapevolezza delle conseguenze finanziarie.»
Ottimismo futuro
Il pessimismo attuale è controbilanciato da un certo ottimismo futuro. Il 44% degli intervistati crede che nel 2030 la propria situazione finanziaria sarà migliore. Il 31% prevede stabilità, il 25% un peggioramento. Tra i giovani (18-35 anni), il 69% è ottimista. «In Svizzera, il sentimento finanziario di base rimane stabile e ottimista», afferma Kuhn. «Se per il prossimo anno le notizie attuali svolgono un ruolo importante, in cinque anni tutto può cambiare».
Relativa la preoccupazione sull'impatto del cambiamento climatico sulle proprie finanze. Il 77% degli svizzeri dichiara che il riscaldamento globale ha un’influenza minima o nulla sulle proprie decisioni finanziarie e di consumo. Solo il 34% afferma di acquistare più prodotti regionali rispetto a un anno fa, e il 22% valuta l’acquisto di un’auto elettrica. «Una percentuale sempre crescente della popolazione sembra dare meno priorità al cambiamento climatico, rifiutarlo o vivere secondo il motto: après moi le déluge», conclude Kuhn. «La maggioranza modifica alcuni aspetti del proprio comportamento o almeno ha la sensazione di farlo. Ma sono pochissimi quelli che vogliono davvero cambiare il proprio stile di vita».