Stati Uniti

GameStop, tutto bene? Non proprio

Balzata agli onori della cronaca nel 2021 per la sfida fra piccoli azionisti e hedge fund, l'azienda ha perso il 23% in Borsa e ha appena cacciato il quinto amministratore delegato in cinque anni
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Red. Online
08.06.2023 18:00

GameStop, che succede? Bella domanda. Di sicuro, l'azienda americana attiva nella vendita al dettaglio di videogiochi non se la passa benissimo. Anzi, se la passa male, molto male. Il titolo, in Borsa, ha infatti perso il 23% dopo i risultati del primo trimestre al di sotto delle attese e l'addio dell'amministratore delegato Matt Furlong, il quinto in cinque anni. E dire che, come riferito da Reuters, Furlong era stato chiamato proprio per risollevare le sorti del colosso e, soprattutto, garantirne l'espansione online. Toppato, avanti un altro.

L'uscita dell'ex dirigente Amazon e, di riflesso, la nomina del principale azionista, Ryan Cohen, a presidente esecutivo sono datate 7 giugno, in seguito alla pubblicazione degli ultimi dati di bilancio. Nello specifico, da gennaio a marzo le vendite sono scese a quota 1,23 miliardi di dollari, ben 140 milioni in meno rispetto al medesimo periodo del 2022. La perdita netta, pur contenuta se paragonata a quella dell'anno precedente, si è attestata attorno ai 50,5 milioni di dollari (0,17 dollari per azione). I dati, in generale, non hanno rispettato le previsioni che indicavano perdite per azione ferme a 0,12 dollari e vendite complessive a 1,36 miliardi. È andata diversamente, già.

Furlong era in GameStop dal giugno 2021 ed era stato protagonista, a suo modo, di svariati momenti clou, come il lancio del proprio portfolio di criptovalute e i licenziamenti di massa dello scorso novembre. Era stato, fra l'altro, lo stesso dirigente a esporsi in prima persona con il personale, spiegando che i tagli non erano altro che un tentativo per snellire l'azienda e renderla più agile e profittevole. «Dopo aver investito molto in personale, tecnologia, inventario e infrastrutture della catena di fornitura negli ultimi 18 mesi – le sue parole all'epoca – il nostro obiettivo è raggiungere una redditività sostenuta. Ciò significa eliminare i costi in eccesso e operare con un’intensa mentalità del proprietario. Tutti all’interno del gruppo devono diventare ancora più efficienti e possedere un adeguato livello di responsabilità».

GameStop, ricordiamo, guadagnò titoli e attenzione all'inizio del 2021, quando un gruppo di utenti del subreddit WallStreetBets, una community online dedicata agli investimenti, notò che GameStop era oggetto di un'ampia vendita allo scoperto da parte di grandi hedge fund. Parentesi: la vendita allo scoperto è una pratica in cui gli investitori prendono in prestito azioni di un'azienda e le vendono sul mercato con l'obiettivo di ricomprarle in seguito a un prezzo inferiore, guadagnando la differenza.

Tuttavia, gli utenti di WallStreetBets si incoraggiarono a vicenda e decisero di comprare azioni di GameStop, sfruttando la loro massa critica per innescare un'impennata dei prezzi. Si creò così una situazione di short squeeze in cui, tipicamente, i venditori allo scoperto si trovano sotto pressione per acquistare azioni al fine di coprire le loro posizioni, spingendo ulteriormente i prezzi al rialzo.

La notizia della sfida dei piccoli investitori agli hedge fund attirò l'attenzione dei media e di molti altri investitori, che si unironoi all'ondata di acquisti. Il prezzo delle azioni di GameStop aumentò in modo vertiginoso, passando da pochi dollari a quasi 500 dollari in pochi giorni e causando ingenti perdite per gli hedge fund che avevano venduto allo scoperto.

La vicenda scatenò pure un acceso dibattito sulle pratiche finanziarie, la regolamentazione del mercato e la partecipazione dei piccoli investitori. Gli eventi attorno a GameStop coinvolsero pure altre aziende, come AMC Entertainment, BlackBerry e Nokia, in un fenomeno più ampio conosciuto come «meme stock mania».