L'analisi

Globalisti in fuga da Londra

Il governo inglese ha deciso di ridimensionare fortemente il regime fiscale dei cosiddetti non-dom dall’aprile del prossimo anno - Si apre una finestra di possibilità per attrarre in Svizzera una parte di questa tipologia di contribuenti con elevati redditi e patrimoni di fonte estera
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Marco Compagnino
24.04.2024 06:00

A partire dal 6 aprile 2025 «the current rules for non-UK domiciled individuals will end», è quanto riportato con immediatezza sul sito governativo del Regno Unito (www.gov.uk), nell’illustrare le modifiche al regime di tassazione dei residenti UK non domiciliati (c.d. non-dom), come contenute nello Spring budget recentemente presentato dal Cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt.

L’approvazione del budget di primavera, pertanto, comporterà a tutti gli effetti l’abolizione dello status dei non-dom UK, cioè degli individui la cui residenza permanente, o domicilio, è considerata - ai fini fiscali - al di fuori del Regno Unito, consentendegli di poter beneficiare di un regime fiscale di favore.

In particolare, fino ad adesso e per più di duecento anni, per i redditi e i capital gain conseguiti all’estero i non-dom sono stati chiamati a pagare le imposte nel Regno Unito unicamente sulla quota parte trasferita in UK (tutto il resto esente, con notevoli benefici).

Con il nuovo regime un nuovo arrivato - non residente UK per dieci anni consecutivi - potrà avere uno sgravio completo per un periodo solo di quattro anni dalla tassazione di redditi e capital gain esteri (durante il quale questo denaro potrà esser portato nel Regno Unito senza un ulteriore onere fiscale), trascorso il quale tali redditi saranno pienamente tassabili in UK, al pari di quelli di fonte domestica.

Per i non-dom già esistenti, in particolare per quelli residenti UK già da quattro anni, a partire dal 6 aprile 2025 non resterà che pagare le imposte britanniche sui redditi e capital gain ovunque prodotti, al pari di tutti gli altri residenti.

Per essi, per mitigare gli effetti della fine dei benefici fin qui goduti, il regime transitorio permetterà: a) solo per il periodo d’imposta 2025-2026, una riduzione temporanea del 50% del reddito estero soggetto a tassazione (lasciando, tuttavia, i capital gain esteri pienamente tassabili); b) per le vendite realizzate dal 6 aprile 2025 in avanti, di poter rideterminare, rivalutandolo, il valore dei propri asset al 5 aprile 2019, con il vantaggio di esser tassati unicamente sui capital gain maturati dopo tale data;  c) di poter beneficiare di una tassazione agevolata del 12% per tutti i redditi e capital gain esteri generati prima del 6 aprile 2025 e che saranno «rimpatriati» nel Regno Unito negli anni fiscali 2025-2026 e 2026-2027, grazie a una Temporary Repatriation Facility (che, tuttavia, non potrà applicarsi a redditi e capital gain generati prima del 6 aprile 2025 all’interno di trust e strutture considerate equivalenti). Infine, oggetto di riforma sarà anche il sistema dell’imposta di successione, attualmente basato sul domicilio, ma che il governo britannico intende spostare verso il criterio base della residenza.

Per quanto riguarda l’impatto di tale riforma fiscale di portata epocale, un recente articolo del Financial Times ha rilanciato le previsioni governative indicate nel Budget, indicando come si preveda che solo circa 10.500 persone fisiche saranno ammesse al nuovo regime. I dati governativi più recenti indicano i non-dom registrati in 68.800, quindi una cifra considerevolmente superiore.

Imprenditori e famiglie al seguito

A questo punto, di fronte allo scenario negativo prospettato dall’abolizione del regime di tassazione dei residenti UK non domiciliati, certamente un certo numero di tali HNWI (high net worth individuals) prenderanno in considerazione la possibilità di migrare altrove, cioè verso altri Paesi che offrano loro condizioni fiscali più favorevoli, e tra essi certamente avremo la Svizzera, con il regime dell’imposizione globale secondo il dispendio (art. 14 LIFD ed art. 13 LT), e la vicina Penisola, con la tassazione forfettaria dei neo-residenti (art. 24-bis del TUIR).

Ma quanti sono i non-dom che ci si attende in «uscita» dal Regno Unito? Nessuno riesce a prevederlo con certezza, posto che anche le più recenti indagini qualitative hanno evidenziato come non sempre la leva fiscale sia considerata quella prioritaria per individui con un patrimonio considerevole, essendo, infatti, legati anche e soprattutto da importanti legami personali e professionali con l’area considerata. Tuttavia, a tal proposito forse può giungerci in soccorso il britannico Office for Budget Responsibility (organismo statale indipendente del Regno Unito, il cui ruolo principale è quello di fornire previsioni economiche e fiscali su un orizzonte quinquennale), che nel suo Economic and fiscal outlook del marzo 2024 stima come la percentuale vari tra il 10-20% dei non-dom che risulteranno ineleggibili al nuovo regime, con la precisazione «the higher percentage applies to the highest net worth individuals» (la percentuale più alta si applica agli individui con la ricchezza netta più elevata). In definitiva, solo il tempo ci dirà se trattasi di migliaia o decine di migliaia di soggetti.

Alla luce di quanto detto, sia la Svizzera sia l’Italia avranno ragionevolmente buone carte da giocare per attrarre i non-dom in fuga, attraverso i regimi fiscali premiali che hanno nel tempo predisposto ed affinato (con peculiarità differenti), non certo per «fare un regalo» a ricchi imprenditori o rentier di ogni nazionalità (e numerosi sono proprio italiani!), ma per incoraggiare un’immigrazione di individui e famiglie con alta capacità di spesa, in termini di consumi e investimenti, con benefici per l’intero sistema economico. E in questo senso, nuove sfide e opportunità nasceranno per le banche e gli attori della piazza finanziaria svizzera e luganese tutta. Infatti, essi saranno chiamati non solo a «difendere» i patrimoni dei non-dom oggi qui depositati e gestiti dal rischio di esser trasferiti altrove, ma anche a perseguire la possibilità di acquisirne di nuovi (e ciò indipendentemente dal fatto che la scelta della nuova residenza degli HNWI ricada sulla Svizzera o sull’Italia), poiché verosimilmente si assisterà, come già accaduto più volte in passato (e non sempre a vantaggio della Svizzera), a mutamenti normativi capaci di generare una nuova distruzione creatrice. Sembra proprio un’occasione da non perdere.