Gunvor ritira l'offerta per l'acquisizione del segmento estero di Lukoil

L'azienda ginevrina di commercio di materie prime Gunvor ha ritirato la sua offerta per l'acquisizione del segmento estero della compagnia petrolifera russa Lukoil. In questo modo Gunvor reagisce alle critiche espressa dal Dipartimento delle finanze degli Stati Uniti.
Questo aveva accusato sul social network X l'impresa svizzera di essere «una marionetta del Cremlino» e che non avrebbe ricevuto una licenza commerciale finché Vladimir Putin proseguirà la guerra in Ucraina. Gunvor ha respinto questa versione in una presa di posizione di stanotte, definendola «fondamentalmente falsa e infondata».
Il commerciante aggiunge su X di essere trasparente sui suoi rapporti di potere, di essersi distanziato dalla Russia, dove ha chiuso tutte le sue filiali e di aver condannato pubblicamente l'invasione. «Accogliamo la possibilità di correggere questo malinteso e nel frattempo abbiamo ritirato la nostra offerta per rilevare le attività internazionali di Lukoil».
Secondo il quotidiano Izvestia, era stata presentata un'offerta intorno ai 10 miliardi di dollari per rilevare la rete di stazioni di servizio in 20 paesi.
Lukoil e numerose sue aziende satellite sono finite in ottobre sulla lista di sanzioni di Stati Uniti e Gran Bretagna, con l'obiettivo di ridurre i ricavi russi dal petrolio e complicare il finanziamento del conflitto russo. Per soddisfare i criteri occidentali, Lukoil aveva quindi deciso di vendere i suoi commerci esteri. Lukoil e la sua concorrente Rosneft controllano assieme più della metà del mercato petrolifero russo.
Dal punto di vista di Gunvor questa sarebbe stata la più grande acquisizione nella storia dell'azienda e, al contempo, avrebbe rappresentato il ritorno sul mercato russo, abbandonato nel 2014.
Gunvor è stata fondata nel 1997 dall'imprenditore svedese Torbjörn Törnqvist e dall'uomo d'affari russo Gennadi Timchenko, una persona di fiducia di Putin. Timchenko ha poi venduto le sue partecipazioni nel 2014, per evitare le sanzioni delle autorità occidentali, per cui Törnqvist è a oggi il principale azionista del gruppo. L'anno scorso Gunvor ha fatto registrare un fatturato di 136 miliardi di dollari e conta circa 2000 impiegati.
«Riteniamo che ogni legittimo interesse di una grande azienda internazionale e russa come Lukoil debba essere tutelato nel rispetto delle regole del commercio internazionale e delle relazioni economiche. Le violazioni in questo ambito sono inammissibili e danneggiano il sistema commerciale globale»: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ripreso dall'agenzia Interfax.