Il Bitcoin raggiunge nuovi massimi: che cosa c'è dietro la corsa al rialzo?

La corsa al rialzo del Bitcoin non sembra arrestarsi: lunedì le quotazioni della storica criptovaluta hanno raggiunto e superato il nuovo massimo storico di 72 mila dollari, segnando un guadagno da inizio anno attorno al 70%.
Ad alimentare l'ennesima impennata è stata la decisione dell'autorità di vigilanza finanziaria del Regno Unito, la Financial Conduct Authority (FCA), che ha dichiarato che «non si opporrà» alla creazione di cryptoasset-backed exchanged traded notes (cETN) per gli investitori professionali, riservati cioè a società di investimento e istituti di credito autorizzati a operare sui mercati finanziari.
«Con una maggiore conoscenza (di questi strumenti, ndr) e disponibilità temporale di dati sul trading, la FCA ritiene che le borse e gli investitori professionali siano ora in grado di stabilire se i cETN possano soddisfare la loro propensione al rischio», scrive l'autorità di regolamentazione in un comunicato. La FCA ha tuttavia sottolineato che i cETN (strumenti obbligazionari emessi da istituzioni finanziarie che riflettono l'andamento di asset sottostanti e, come per gli ETF, quotati in Borsa) possono danneggiare gli investitori retail.
Ciononostante, la domanda di questi strumenti, in particolare i Bitcoin ETF da poco autorizzati sulle borse statunitensi, sta aumentando. Anche se i flussi di capitali verso i 10 maggiori fondi quotati in Borsa che investono in Bitcoin siano rallentati nelle ultime due settimane, hanno comunque raggiunto quasi 2 miliardi di dollari, secondo i dati del London Stock Exchange Group (LSEG). Non da ultimo, anche MicroStrategy, società che compra Bitcoin nell'ambito della sua strategia aziendale e che, fra le quotate, è quella che ha più Bitcoin in portafoglio, ha proceduto oggi a nuovi acquisti importanti della criptovaluta.
Secondo i dati settimanali della Commodity Futures Trading Commission statunitense, i gestori patrimoniali detengono ora la più grande posizione rialzista sui futures del Bitcoin mai registrata. Nella settimana al 5 marzo, la posizione lunga netta detenuta dai gestori patrimoniali - solitamente interpretata come copertura delle partecipazioni di investitori istituzionali come fondi comuni e fondi pensione - è salita a 15.531 contratti, per un valore di 5,5 miliardi di dollari in base al prezzo attuale del Bitcoin. Questo valore è superiore alla posizione lunga che i gestori patrimoniali detengono sulla sterlina, per un valore di 2,78 miliardi di dollari, o alla posizione ribassista che detengono sullo yen giapponese rispetto al dollaro, per un valore di 1,49 miliardi di dollari, secondo i dati LSEG.
La disponibilità di Bitcoin, limitata a 21 milioni di token, si restringerà ad aprile, quando avrà luogo il cosiddetto «halving» (dimezzamento). Ogni quattro anni, infatti, il tasso di immissione in circolazione di nuovi token la ricompensa per i «minatori» di criptovalute vengono dimezzati, il che tende a sostenere il prezzo.
Non da ultimo, il valore della criptovaluta più preziosa del mondo continua a essere sostenuta dall'aspettativa che la Federal Reserve tagli presto i tassi di interesse.