Fiscalità

Il credito d’imposta come strumento della politica economica cantonale

Lucerna e Zugo contemplano questa misura - Il Ticino punta al taglio dell’aliquota sull’utile
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Generoso Chiaradonna
12.05.2025 21:42

Una giornata dedicata ai temi dell’attualità fiscale: è questo l’obiettivo che da quattro anni si pone il Centro di competenze tributarie e giuridiche della Supsi con il consueto evento intitolato «La fiscalità di domani».

Nel corso dell’edizione di quest’anno, tenutasi al LAC di Lugano, professionisti del settore e rappresentanti politici si sono confrontati su quattro tematiche chiave: la leva fiscale per attrarre nuove società sul territorio; i poteri di accertamento del fisco, analizzati in prospettiva storica e futura; la (rin)corsa all’uso delle fondazioni per rendere il Ticino più attrattivo; la gestione degli High Net Worth Individual e degli imprenditori, tra imposte di successione ed exit tax.

Particolare attenzione è stata riservata alla leva fiscale come strumento di politica economica cantonale. Samuele Vorpe, responsabile del Centro, ha illustrato il caso della normativa italiana sul reshoring di imprese con sede al di fuori dell’Unione europea (UE) e dello Spazio economico europeo (SEE).

Questa legislazione mira ad attrarre aziende industriali per stimolare la crescita e creare nuovi posti di lavoro. Gli strumenti previsti comprendono: l’esenzione o riduzione delle imposte per imprese rientrate in Italia, ad esempio tramite il super ammortamento per investimenti in beni strumentali; il credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno; il regime opzionale del patent box, che consente una tassazione agevolata sui redditi da beni immateriali.

Altri incentivi sono previsti quando il rientro produttivo comporta innovazione o digitalizzazione.

Strumenti non nuovi per il Ticino, dove da anni - grazie all’articolo 5 della Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette (LAID) - è possibile detassare fino al 100% gli utili delle società neocostituite per un massimo di dieci anni. L’articolo 5, infatti, recita: «I Cantoni possono prevedere, per via legislativa, sgravi di imposte a favore delle imprese neocostituite che servono gli interessi economici del Cantone, per l’anno di fondazione dell’impresa e per i nove anni seguenti. Un cambiamento essenziale dell’attività aziendale può essere equiparato a neocostituzione».

L’obiettivo è promuovere lo sviluppo economico regionale, incentivando la creazione di nuove imprese e la trasformazione di quelle esistenti.

Nel Cantone Ticino, l’applicazione è disciplinata dalla Legge tributaria cantonale, che definisce i criteri e le modalità per l’ottenimento degli sgravi fiscali estendibili anche ai Comuni.

Nel corso della tavola rotonda, tuttavia, il dibattito si è concentrato su un altro strumento: il credito d’imposta rimborsabile (Qualified Refundable Tax Credit - QRTC), ancora assente dalla legislazione ticinese. Si tratta di una misura che risulterebbe compatibile con le regole Ocse sulla Global Minimum Tax al 15%.

Attualmente il Ticino ha cercato di supplire a questa lacuna con un taglio dell’aliquota sull’utile delle società - passata dall’8% al 5% a partire dal 1. gennaio di quest’anno.

Tuttavia, altri Cantoni come Zugo e Lucerna hanno già introdotto il QRTC, ad esempio per incentivare le tecnologie verdi e la riduzione delle emissioni di CO₂. Anche Basilea Città ha adottato una legislazione simile, che sarà sottoposta al voto popolare nel prossimo fine settimana.