Focus

Il fiume degli scambi italo-elvetici

Ineichen-Fleisch (SECO): «Relazioni economiche strette, ma su investimenti e accesso al mercato bisogna avanzare»A Milano cambio della guardia alla Camera di commercio svizzera, Barbara Hoepli assumen la caria di presidente
Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch nel corso della relazione.
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
17.05.2019 06:00

MILANO - Giornata particolare, quella del 14 maggio, per la Swiss Chamber-Camera di commercio svizzera in Italia. Al Centro svizzero di Milano, prima nell’assemblea generale e poi nella cena con ospiti d’onore, c’è stata in effetti una miscela di passato, presente, futuro. Una somma di diversi capitoli, che si sono nell’occasione intrecciati: i cento anni della Swiss Chamber, il passaggio di consegne tra il presidente uscente Giorgio Berner e la presidente entrante Barbara Hoepli, gli interventi della direttrice della SECO Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch e del sottosegretario italiano Michele Geraci sulle relazioni economiche tra la Svizzera e l’Italia. Giornata particolare per la Swiss Chamber, dunque, ma anche opportunità per fare il punto su alcuni aspetti non secondari dei rapporti italo-elvetici. Vale la pena di vedere più da vicino i vari capitoli che sono stati al centro della giornata.

La Camera di commercio svizzera in Italia è nata a Genova nel 1919. La scelta del capoluogo ligure non fu sorprendente, perché quello genovese era, ed è, porto storico di riferimento per l’economia elvetica. Nel 1931 la Camera si trasferirà inevitabilmente a Milano, sempre più capitale economica italiana, dove avrà due diverse sedi prima di approdare poi nel 1951 al Centro svizzero di via Palestro, dove ancora oggi si trova. La centralità di Milano non ha comunque impedito a Genova di rimanere un versante interessante per molte imprese svizzere e oggi d’altronde il piano ferroviario svizzero AlpTransit ripropone in termini nuovi la questione dei collegamenti lungo l’importante asse europeo Rotterdam-Genova, in cui la Svizzera ha una posizione centrale. Cento anni durante i quali i rapporti economici tra Svizzera e Italia si sono irrobustiti non poco, pur tra molti alti e bassi, e in cui quella che oggi è la Swiss Chamber ha ampliato in varie direzioni le sue attività. Un libro per il centenario, curato dalla Swiss Chamber e presentato appunto durante la serata milanese, ripercorre la storia delle relazioni economiche tra i due Paesi e della presenza elvetica in Italia (vedi articolo sotto).

Presidente della Swiss Chamber negli ultimi dieci anni, Giorgio Berner ha lasciato la carica e ha dato il suo saluto, ricevendo a sua volta i ringraziamenti per la spinta notevole impressa in questi anni all’insieme delle attività della Camera. Gli succede Barbara Hoepli, presidente della casa editrice Hoepli, impresa milanese con forti radici elvetiche. È la prima donna presidente della Swiss Chamber. Barbara Hoepli ha affermato di voler assumere la carica «con spirito di servizio e con riconoscenza nei confronti della Confederazione elvetica e dello Stato italiano, che tanto hanno dato a me e alla mia famiglia nel corso degli anni». Il Comitato direttivo della Swiss Chamber è composto, oltre che dalla presidente Hoepli, dai vicepresidenti Giovanna Frova e Fabio Bocchiola, dal tesoriere Pietro Le Pera, dai consiglieri David Herzog, Andrea Künzi, Alessandra Modenese Kauffmann, Mario Peserico. Durante l’assemblea generale l’ambasciatrice di Svizzera in Italia, Rita Adam, ha ringraziato la Camera per quanto ha fatto, ha sottolineato la collaborazione positiva con le istituzioni elvetiche ed ha salutato la nuova presidenza al femminile.

In assemblea sono stati anche ricordati alcuni dati salienti delle relazioni economiche tra Svizzera e Italia. Vale la pena di vedere qui alcune cifre (fonte: Amministrazione federale delle dogane) che meglio di altre possono dare un’idea della consistenza di queste relazioni. Nel 2018 l’interscambio commerciale complessivo (senza oro, pietre preziose, oggetti d’arte) tra Svizzera e Italia è stato pari a 32,87 miliardi di franchi (+3,5% sul 2017); nel complesso l’Italia è il terzo singolo partner commerciale per la Svizzera, alle spalle di Germania e USA. L’export svizzero verso l’Italia nel 2018 è stato di 14,10 miliardi (+2,5%), l’import elvetico dall’Italia è stato di 18,77 miliardi (+4,3%). Se si guarda al primo trimestre del 2019, l’interscambio italo-elvetico è stato di 8,28 miliardi di franchi (–1,2% sul trimestre precedente); l’export svizzero verso l’Italia è stato di 3,44 miliardi (–4,4%), l’import elvetico dall’Italia di 4,84 miliardi (+1,3%). Al di là delle oscillazioni, i rapporti commerciali rimangono nel complesso di rilievo.

Nel suo intervento durante la cena al Centro svizzero, Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, segretaria di Stato e direttrice della Segreteria di Stato dell’economia, da un lato ha ribadito la rilevanza dei rapporti economici italo-elvetici e dall’altro ha sottolineato ostacoli e sfide che pure esistono. Anche se oggi si cerca di diversificare maggiormente la presenza nell’ambito dei mercati mondiali, ha ricordato la direttrice SECO, i partner commerciali tradizionali rivestono ancora una grande importanza. Le relazioni economiche con l’Italia sono strette ed è auspicabile che rimangano tali. Gli accordi bilaterali con l’UE, di cui l’Italia è Paese fondatore, hanno contribuito a far superare molti ostacoli commerciali.

«Un altro aspetto importante – ha affermato Ineichen-Fleisch – è quello delle condizioni quadro per gli investimenti. Se si considerano il volume degli scambi e le potenzialità dell’Italia, gli investimenti diretti svizzeri in questo Paese dovrebbero essere più elevati». Un garbato invito insomma all’Italia perché consideri l’importanza cruciale dello snellire le procedure e del rendere più facile l’attuazione di investimenti dall’estero. A cui la direttrice SECO ha aggiunto un altro invito: «Il libero accesso al mercato dei servizi finanziari da parte delle banche svizzere dopo l’accordo fiscale del 2015 non c’è stato, l’obbligo di una filiale italiana ci ha deluso, il dialogo andrebbe ripreso». Dopo aver ricordato anche l’importanza dei rapporti tra Ticino e Lombardia-Italia, per quel che riguarda il mercato del lavoro ma non solo, Ineichen-Fleisch ha auspicato che l’apertura economica rimanga e sia sviluppata da entrambe le parti.

Michele Geraci, sottosegretario al Commercio internazionale e all’Attrazione degli investimenti presso il Ministero italiano dello sviluppo economico, ha sottolineato per parte sua la necessità di riempire il bicchiere dei rapporti economici italo-svizzeri, oggi parzialmente ancora vuoto. Da una parte gli scambi commerciali sono rilevanti, dall’altra gli investimenti elvetici in Italia hanno potenzialità accentuate di crescita. Dopo aver indicato l’apertura del Governo italiano nei confronti di un aumento degli investimenti esteri, soprattutto per quel che riguarda gli investimenti che creano nuove imprese e strutture, Geraci ha parlato dello scenario internazionale, dell’importanza della gestione dei rapporti economici con il gigante Cina e del saper affrontare anche gli aspetti problematici legati alla globalizzazione economica. Tra Italia e Svizzera nel frattempo, ha affermato Geraci, il dialogo bilaterale deve andare avanti.