Mercati

Il franco svizzero sfiora la parità con l’euro

Con l’intensificarsi dei venti di guerra la valuta elvetica è arrivata ad un soffio dal cambio 1:1 con la moneta unica – Cribari: «Reazione comprensibile, la crisi tocca il cuore d’Europa. Ma la BNS non può contrastare in modo duraturo il mercato»
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Erica Lanzi
04.03.2022 19:17

Mentre le tensioni in Ucraina non accennano a placarsi, il franco svizzero conferma la sua natura di valuta rifugio nei tempi di crisi. Il cambio contro euro si è rafforzato a livelli record oggi, sfiorando la parità. Al minimo di giornata, si poteva comprare un euro per 1.00175 franchi. Non è solo il livello più basso di quest’anno, ma anche da quando la Banca nazionale svizzera ha abolito il tasso di cambio minimo dell’euro nel gennaio 2015. «Da una parte questo movimento è coerente con il quadro geopolitico», commenta Mario Cribari, partner e responsabile della strategia di investimento della BlueStar di Lugano. «Si nota però anche che il franco ha reagito di più rispetto ad ad altre valute rifugio come lo yen: questo perchè la crisi tocca il cuore dell’Europa». Inoltre, nota ancora Cribari, è soprattutto l’euro ad essersi indebolito molto: contro il franco, ma anche contro il dollaro, la sterlina, il dollaro australiano.

Nuova soglia del dolore?
Non è chiaro se la BNS stia intervenendo per cercare di rallentare l’apprezzamento della valuta elvetica. È possibile che si veda qualche segno nelle ultime cifre sui depositi a vista della BNS, che vengono pubblicate settimanalmente (la prossima volta sarà lunedì).

«Prima il target della BNS per la difesa del franco era stimato attorno all’1,05 contro euro - spiega Cribari -. Dato che la spinta del mercato è stata così forte, può essere che ora il livello di cambio sia stato spostato alla parità. In questo preciso momento, è evidente che il cambio è stabile. Ciò significa che l’istituto centrale sta difendendo la parità. Ma gli interventi forti non potranno durare per troppi giorni. Le forze del mercato sono molto più forti delle controreazioni di una banca centrale».

Le incognite sulla guerra
Per gli analisti della banca bernese Valiant, un franco troppo forte potrebbe portare nuovamente alla deflazione. Viceversa, il franco potrebbe tornare a indebolirsi contro l’euro se le tensioni geopolitiche dovessero placarsi in fretta: un’evenienza che allo stato attuale sembra alquanto improbabile. «I flussi finanziari a favore del franco continueranno finchè non ci sarà una de-esclation sulla guerra - continua Cribari -. Personalmente temo che la situazione peggiorerà ancora prima di vedere un miglioramento. Bisogna che la diplomazia riesca a fare il suo lavoro prima che succeda qualcosa di veramente drammatico. Nel frattempo il franco potrebbe rafforzarsi ulteriormente: e se le tensioni non si allentano non è escluso che il cambio faccia qualche puntata sotto la parità». A medio termine invece, secondo le analisi di Raiffeisen saranno decisivi, per il rafforzamento dell’euro, la attesa svolta di politica monetaria della Banca Centrale Europea (più restrittiva) e la rotazione settoriale sui mercati, dai titoli di crescita a quelli più conservativi.

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