Il franco viaggia ad alta velocità con la benzina delle incertezze

Nonostante i tagli al tasso guida attuati dalla BNS, il franco svizzero resta a livelli molto elevati. Si può obiettare che senza questi tagli la valuta elvetica sarebbe ancora più in alto, ciò è possibile ma è anche difficilmente dimostrabile, manca la controprova. Ma lasciamo pure aperto questo interrogativo. Quello che più conta comunque è che sin qui i tagli al tasso guida - sceso dall’1,75% all’attuale 0%, con sei riduzioni dal marzo 2024 - non hanno prodotto un arretramento della super moneta svizzera. Vediamo dunque qual è la situazione ora, quali sono le ragioni principali dell’ascesa del franco, quali potrebbero essere le prospettive.
L’avanzata
Se si guarda alla composizione delle riserve valutarie mondiali, si può vedere come il franco sia all’ottavo posto, posizione rilevante considerando le dimensioni non grandi della Svizzera. Nell’ultimo anno, prendendo i valori della mattinata di venerdì 11 luglio, la valuta elvetica ha guadagnato su tutte le altre sette che la precedono nelle riserve: 12% sul dollaro USA, 4% sull’euro, 2% sullo yen giapponese, 6% sulla sterlina britannica, 12% sul dollaro canadese, 11% sullo yuan cinese, 14% sul dollaro australiano. Nel complesso, un’avanzata più che consistente, considerando anche che il franco era già forte in precedenza.
La riduzione del tasso di interesse aiuta l’economia ma rende meno attrattiva una moneta e quindi in molti casi la indebolisce. Diciamo in molti casi ma non sempre, perché possono subentrare altri fattori in grado di influenzare i cambi. Il caso del franco è appunto emblematico. La Banca nazionale svizzera (BNS) ha in proporzione tagliato il tasso guida più delle banche centrali che governano le altre sette valute principali (quella del Giappone lo ha addirittura alzato), eppure il franco non si è fermato. La valuta elvetica ha guadagnato più di altre su un dollaro USA in discesa complessiva ed è andata avanti, seppur in misura minore, anche su monete in recupero come euro, sterlina, yen.
I fattori
È evidente come ci siano altri fattori che ora incidono sul cambio, più dei tassi. Alcuni di questi sono di fondo e tendono quindi, al di là delle oscillazioni nei vari periodi, a giocare un ruolo di lungo periodo. Altri sono più legati alla fase specifica. I fattori di fondo principali sono ricollegabili in sostanza al Sistema Paese elvetico: stabilità politica e sociale, conti pubblici in ordine, economia competitiva e in grado di tenere anche nelle fasi difficili, saldo commerciale positivo, piazza bancaria e finanziaria ancora in buona posizione. Tutto questo contribuisce alla forza della moneta. Per quel che riguarda la fase specifica, poi, è chiaro che le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche a livello internazionale sono cresciute, basti pensare ai conflitti bellici e all’offensiva sui dazi voluta dal presidente USA Trump. Fattori di fondo e fattori di fase insieme fanno sì che il franco sia richiesto da investitori, sia svizzeri sia esteri.
Naturalmente un franco così robusto crea alcuni ostacoli in più all’export svizzero ed è quindi comprensibile che le imprese esportatrici elvetiche vogliano una moneta un po’ meno forte. D’altro canto la gran parte delle aziende svizzere che fanno export ha anche saputo adattarsi nel tempo, con successo, ai meccanismi della moneta forte. Molte imprese rossocrociate hanno diversificato prodotti e mercati, facendo di necessità virtù. A questa capacità di molte aziende bisogna poi aggiungere che molti beni e servizi elvetici sono ad alto valore aggiunto e risentono meno di altri dell’effetto valutario. Inoltre, il super franco rende meno care le importazioni in Svizzera e contribuisce a tenere molto bassa l’inflazione elvetica. Allo svantaggio sul piano dell’export si contrappone dunque un vantaggio sul piano dell’import.
Le previsioni
Molte delle previsioni attuali indicano che nei prossimi mesi difficilmente ci sarà un arretramento sostanzioso del franco. Il dollaro USA viene visto da molti ancora in fase di chiara debolezza. L’euro in questa fase sta reggendo un po’ meglio e molti prevedono una certa stabilità sul franco (in questo quadro sarebbe già un successo), con la moneta elvetica che però, se dovesse muoversi, anche qui lo farebbe più all’insù che all’ingiù. La BNS dovrebbe andare nei tassi negativi per frenare il franco? Il dibattito è aperto ma, come si è visto, i tassi non sono tutto e quelli negativi creano problemi al settore finanziario e ai risparmiatori. Forse, più che volere tassi negativi, sarebbe meglio prepararsi a puntare ancora sulle grandi capacità di adattamento delle imprese svizzere nell’export, prendendosi nel contempo tutti i vantaggi sul piano dell’import.