Assunzioni

Il mercato del lavoro frena, ma il Ticino è un’eccezione

Secondo uno studio condotto da Manpower il saldo delle previsioni nette di occupazione a livello nazionale è diminuito di 7 punti al 26%, mentre a sud delle Alpi è progredito di 46 punti al 40% - Marzano: «In futuro la vera forza di un lavoratore sarà saper imparare e aggiornarsi continuamente»
©CdT/ Chiara Zocchetti
Roberto Giannetti
17.09.2025 06:00

Il mercato del lavoro perde slancio in Svizzera, mentre in Ticino presenta una situazione più positiva. È quanto emerge da uno studio condotto da Manpower, leader mondiale nelle soluzioni per le risorse umane, secondo il quale i datori di lavoro svizzeri prevedono una contrazione delle assunzioni per il quarto trimestre 2025, con previsioni nette di occupazione (NEO) al 26 %, in calo di 7 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2024. Le previsioni nette di occupazione sono calcolate sottraendo la percentuale di datori di lavoro che prevedono una diminuzione degli organici da quella dei datori di lavoro che ne anticipano un aumento. Per fare un esempio, se il 50% delle aziende prevede assunzioni e il 10% riduzioni, la NEO sarà +40%.

Pesa il commercio globale

A livello nazionale il rallentamento riflette l’impatto della volatilità del commercio globale, dell’aumento dei costi e delle pressioni demografiche sulla pianificazione della forza lavoro. Inversamente, in Ticino emergono segnali di miglioramento: dopo mesi di fermo legati a difficoltà economiche e incertezze fiscali con l’Italia, le aziende prevedono per il prossimo trimestre una NEO positiva del 40 %, in crescita di 46 punti sull’anno.

Abbiamo contattato Fabrizia Marzano, Area Manager Ticino & Head of Specialization, per capire meglio la portata di questi dati. Quali sono i fattori che hanno portato il Ticino a registrare previsioni così elevate? «Dopo mesi di stagnazione - afferma - in Ticino si osserva un cambiamento di rotta a mio avviso legato a diversi fattori. Innanzitutto la fiscalità nuovi frontalieri è diventata più chiara, dato che la revisione della convenzione sulla doppia imposizione aveva congelato molte decisioni aziendali. Questo ha riattivato i piani di assunzione. Inoltre abbiamo assistito da una ripresa del settore industriale e manifatturiero: alcune aziende hanno rilanciato produzione e innovazione dopo periodi di rallentamento».

«Per giunta - prosegue - il settore Energia e servizi pubblici ha vissuto una transizione energetica che sta generando nuovi progetti infrastrutturali e tecnologici, con una domanda crescente di competenze specializzate. Infine, gioca anche il fattore demografico. Personalmente ritengo che questo aspetto sarà “La” sfida futura per moltissime aziende. Anche perché pensionamenti e turnover aprono spazi occupazionali, soprattutto in ruoli tecnici e di assistenza».

Quali sono i profili che fanno maggiormente fatica a inserirsi nel mondo del lavoro? «Sono soprattutto i ruoli poco qualificati e generici, come operai non specializzati o impiegati amministrativi senza competenze linguistiche, spesso sostituiti da automazione od outsourcing. Anche i profili junior senza specializzazione tecnica sono poco richiesti»

Puntare sulle tecnologie digitali

È possibile dare dei consigli oggi ai giovani? Quali saranno i lavori del futuro? «Certamente. Credo che bisogna puntare sulle tecnologie digitali, come sviluppo software, AI, cybersecurity, analisi e gestione dati. Esiste anche il tema della transizione energetica e sostenibilità, che richiederanno ingegneri ambientali, esperti in energie rinnovabili, project manager in infrastrutture green. Non dimentichiamo il ramo sanità e assistenza, visto che saranno ricercate le professioni mediche e paramediche e anche il settore della logistica e della supply chain, che richiederanno professionisti capaci di gestire catene globali e digitalizzate (e-commerce). Infine citiamo anche i servizi finanziari evoluti, che necessitano di competenze in compliance, risk management, consulenza finanziaria digitale».

Competenze trasversali

«Voglio dare ancora un piccolo consiglio personale - conclude Fabrizia Marzano -. È importante formarsi in competenze trasversali. Oggi più che mai non basta avere una sola competenza tecnica. Imparare le lingue, avere dimestichezza con l’informatica e saper risolvere problemi in modo pratico sono abilità che aprono porte in tanti settori. Allo stesso tempo, ci sono ambiti che stanno crescendo molto velocemente – come il digitale, la sostenibilità e la salute – ed è lì che nasceranno molte opportunità. Il mondo del lavoro cambia in fretta e la vera forza sarà saper imparare e aggiornarsi continuamente per non rimanere indietro».