«Imprese di famiglia, una forza per il Ticino»

In Ticino c’è una forte presenza di aziende familiari. In una serie di articoli, di cui oggi pubblichiamo il primo, cerchiamo di capire quali sono le loro caratteristiche principali. Per questo abbiamo intervistato Flavio Audemars, presidente dell’Associazione imprese familiari Ticino (AIF).
Quali sono stati i motivi alla base della fondazione dell’Associazione delle aziende familiari in Ticino? E quali sono i suoi obiettivi?
«Nella loro gestione, nelle loro sfide e nel loro rapporto con il territorio, le imprese di famiglia si differenziano sensibilmente da aziende il cui capitale e la cui gestione non è mano a consanguinei. Questo ha creato una doppia opportunità per AIF: sostenere le famiglie con responsabilità imprenditoriale attraverso contenuti, piattaforme e momenti di scambio, ma anche tematizzandone le esigenze e le preoccupazioni in un dialogo costruttivo con politica e i ticinesi in generale».
Quali sono i servizi che offrite ai vostri membri?
«Abbiamo percepito tra i nostri aderenti la necessità di scambi informali con altre famiglie confrontate a problemi tipici delle nostre imprese: la successione (sotto tutti gli aspetti), la frammentazione del capitale, la formazione delle nuove generazioni o la convivenza tra generazioni in azienda. Su queste tematiche l’associazione propone inoltre conferenze, workshop e testimonianze attraverso collaborazioni strette con l’Università della Svizzera italiana o FBN Switzerland, l’associazione mantello delle imprese di famiglia, attiva a livello globale».
Qual è l’importanza delle aziende familiari all’interno del tessuto economico cantonale?
«Le aziende familiari rappresentano il 70% delle imprese in Svizzera e circa il 64% in Ticino. Le imprese familiari sono tali quando la proprietà è tenuta dal singolo o più persone della stessa famiglia. Sullo sfondo della globalizzazione le imprese di famiglia costituiscono un elemento di stabilità: esse sono legate al territorio – non raramente hanno la loro sede decentrata rispetto ai grandi centri – e dipendono direttamente da buone condizioni quadro. Spesso le imprese dialogano in modo più stretto con l’ambiente che le circonda, proprio a causa di una permanenza nello stesso contesto per più generazioni».
Nelle aziende familiari c’è sempre un influsso reciproco fra famiglia e azienda. Questo è un vantaggio ma spesso anche un problema. Come affrontare questa sfida?
«Tra due o più azionisti o un management la gestione della conflittualità si limita per definizione all’ambito lavorativo e gestionale, nelle imprese di famiglia il potenziale problema conflittuale tra generazioni o tra fratelli tocca direttamente anche la sfera emotiva familiare. Al contrario, conflitti in famiglia rischiano di coinvolgere anche la gestione professionale di un’impresa. L’associazione vuole contribuire ad affrontare questi temi».
Oltre al fatto di essere «governate» da una famiglia, quali sono le caratteristiche peculiari delle aziende familiari rispetto alle altre? È possibile tracciarne un identikit?
«Le imprese di famiglia si caratterizzano per essere statisticamente le ditte più innovative e più stabili economicamente poiché riflettono, agiscono e investono più spesso sul lungo termine rispetto ad altre. Questo non sorprende dal momento che l’azionariato ha esigenze diverse rispetto ad investitori che con la compravendita di azioni mirano a risultati a breve termine. Il legame con il territorio li spinge inoltre ad una cura particolare dei contatti e spesso a riversare al territorio una parte dei proprio benefici. Anche il valore del partenariato sociale è vissuto in modo particolarmente intenso».
Spesso si dice che le aziende familiari hanno valori e un attaccamento particolare al territorio nel quale sono radicate. È vero? Per quali motivi?
«Il fatto di nascere, crescere e affermarsi in un territorio porta con sé un legame più stretto con quest’ultimo. Nella stragrande maggioranza dei casi – soprattutto per quanto riguarda le PMI – le imprese non si allontanano dalla famiglia e dunque non cambiano la propria sede principale. Il legame che la famiglia ha e costruisce con il territorio viene riflettuto direttamente sul legame tra l’impresa e il contesto in cui essa è chiamata ad agire. Non potendo e volendo spostare facilmente le proprie attività come ad esempio i grandi gruppi internazionali, ecco che l’attenzione concessa all’ambiente è molto forte. Un esempio? Le attività di filantropia delle imprese familiari sono ben superiori rispetto alla media».
Voi avete anche un Gruppo giovani. Come mai avete formato questo gruppo, e quali sono le loro attività?
«È stata da subito una mia prerogativa quello di concedere, come anche altre associazioni nazionali e internazionali, un’attenzione particolare alla cosiddetta Next Generation. Il nostro gruppo raccoglie una quarantina di giovani imprenditori, veri e propri ambasciatori delle imprese di famiglia, che svolgono un’attività autonoma, tra cui regolari incontri di networking per intrecciare relazioni e scambiarsi esperienze. Spesso le esigenze della ‘next generation’ sono percepite molto diversamente da quelle dei genitori in azienda. Per questo il gruppo giovani costituisce un’offerta molto interessante per i nostri associa