Mercati

In fuga dagli USA, gli investitori trovano rifugio nei titoli cinesi

Da inizio anno le Borse cinesi sono in netto rialzo, trainate dalle società «high tech» ma soprattutto dalla crescente sfiducia in quelle statunitensi, colpite dai timori di un rallentamento congiunturale dovuto alle politiche commerciali di Trump
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Dimitri Loringett
20.03.2025 06:00

Gli americani «non devono assolutamente» prepararsi a una recessione. Ne è fermamente convinto Howard Lutnick, il segretario al Commercio degli Stati Uniti. Gli investitori, invece, la pensano un po’ diversamente. Almeno quelli interpellati da Bank of America (BofA): stando all’ultimo sondaggio pubblicato in questi giorni dall’unità Global Research di BofA, infatti, nel mese di marzo gli investimenti in azioni statunitensi ha registrato il maggior calo di sempre. Per i 171 fund manager partecipi del sondaggio, che gestiscono patrimoni pari a complessivi 426 miliardi di dollari, le preoccupazioni per la stagflazione, le guerre commerciali e la paventata fine di dell’«eccezionalismo» degli Stati Uniti stanno provocando un «bull crash» (crollo) della fiducia. E le dichiarazioni contraddittorie di Trump sui dazi, le proposte per tagliare la spesa del governo federale e altro ancora stanno anche mettendo in discussione le ipotesi sull’attrattiva dei titoli statunitensi. D’altronde, sempre Lutnick ha dichiarato recentemente che l’andamento del mercato azionario non è la «forza trainante» della politica tariffaria di Trump.

I mercati, tuttavia, non stanno mai fermi e gli investitori pare abbiano trovato un nuovo e inaspettato rifugio: i titoli azionari cinesi. L’indice di riferimento Hang Seng di Hong Kong - dove sono quotate molte delle principali società cinesi - è infatti salito del 17% da quando Trump è entrato alla Casa Bianca a gennaio (e del 25% da inizio anno). Nel confronto, dal massimo storico di metà febbraio il super indice americano S&P 500 ha perso quasi l’8%, facendo «evaporare» circa 4 mila miliardi di dollari di valore di mercato.

Gran parte del rally cinese, come quello americano fino a pochi mesi fa, è sostenuto dai titoli tecnologici: l’indice settoriale del Hang Seng mostra un rialzo finora 38% nel 2025. Uno dei motivi principali dell’ottimismo è che i titoli cinesi sono a buon mercato, con una quotazione del 30% inferiore ai massimi del 2021 - e di circa tre volte meno cari di quelli nello S&P 500, secondo la metrica della proiezione degli utili a 12 mesi.

Nonostante siano rimasti scottati durante la pandemia dopo il giro di vite del governo di Pechino sui titoli tecnologici e siano tuttora dubbiosi sulla ripresa del mercato immobiliare e sull’economia in generale, gli investitori vedono adesso un ampio margine di rialzo dopo il grande rally dei titoli tecnologici e seguito allo spettacolare «momento Sputnik» della startup DeepSeek. Inoltre, la prospettiva di stimoli fiscali potrebbe risollevare i consumi - da tempo un freno per l’economia cinese (v. sotto).

Pechino punta ora sui consumi

Il Consiglio di Stato cinese ha presentato domenica scorsa il cosiddetto «piano d’azione speciale» per rilanciare i consumi interni, con misure che includono l’aumento del reddito dei residenti e l’istituzione di un programma di sussidi per l’assistenza all’infanzia.

Il piano è stato elaborato in considerazione dei cali dei consumi negli ultimi anni dovuti a fattori quali la COVID-19 e il prolungato crollo del settore immobiliare, che hanno frenato la propensione alla spesa delle famiglie e hanno accentuato le tendenze deflazionistiche.

Il piano è stato emanato a tutte le regioni e i dipartimenti per «rilanciare vigorosamente i consumi, espandere la domanda interna in tutte le direzioni, migliorare la capacità di consumo aumentando il reddito e riducendo gli oneri», si legge in un rapporto del Consiglio.

Il piano arriva una settimana dopo il rapporto di lavoro del premier cinese Li Qiang all’Assemblea nazionale del popolo, che si è concentrato sull’aumento della spesa delle famiglie per attutire l’impatto della debolezza della domanda esterna. I funzionari cinesi sono sempre più sotto pressione per l’adozione di misure di stimolo incentrate sui consumi, al fine di contrastare le pressioni deflazionistiche e ridurre la dipendenza della seconda economia mondiale dalle esportazioni e dagli investimenti per la crescita.

Il piano pubblicato domenica ha chiesto di aumentare i redditi urbani e rurali e ha affermato che i redditi degli agricoltori dovrebbero essere incrementati da misure come la riforma degli alloggi.

Il piano d’azione è di ampio respiro, ma si limita a promettere risorse concrete per sostenere i governi locali nella formulazione di misure concrete per l’attuazione del piano. Il piano prevede anche misure per stabilizzare il mercato azionario, ma non fornisce dettagli su quando e come ciò debba accadere.