L'intervista

«In Ticino intendiamo creare almeno una trentina di impieghi»

A colloquio con il presidente di Pilatus Aircraft Ltd, Hansueli Loosli, a un anno dall'apertura della sede ticinese
A Manno si fornisce assistenza tecnica per il bimotore PC-24. © Pilatus Aircraft Ltd
Dimitri Loringett
06.05.2023 06:00

Banche e imprese rappresentano due attori fondamentali del tessuto economico. Le sinergie tra questi due attori e le nuove sfide che li attendono nell’attuale scenario geopolitico saranno al centro della terza edizione del Lugano Banking Day, che si svolgerà nel pomeriggio di giovedì 11 maggio 2023 al LAC di Lugano. Fra i relatori che interverranno alla tavola rotonda ci sarà il presidente di Pilatus Aircraft Ltd, Hansueli Loosli, che abbiamo raggiunto per parlare anche della sede ticinese della prestigiosa azienda elvetica.

Gli ambienti economici in Svizzera sono sempre più preoccupati per la penuria di manodopera qualificata nel Paese. Pilatus invece ha deciso di investire in Ticino e sta reclutando ingegneri e altro personale qualificato. Riuscite a trovare i profili richiesti nel Cantone oppure dovete reclutare anche dall’estero o da altre regioni svizzere?

«La sede centrale di Pilatus si trova nel cuore della Svizzera a Stans, nel Canton Nidvaldo, dove circa 400 ingegneri lavorano nell’unità Ricerca e Sviluppo. Sono responsabili dell’ulteriore sviluppo dei velivoli esistenti e di progettare e sviluppare nuovi velivoli. Nel bacino d’utenza di Pilatus non riusciamo a trovare abbastanza lavoratori qualificati, soprattutto ingegneri, e per questo motivo abbiamo preso in considerazione altre sedi in Svizzera. Un anno fa, Pilatus ha quindi aperto un ufficio di ingegneria al Tecnopolo di Manno per poter assumere personale proveniente principalmente dal Ticino e dall’Italia settentrionale. A Manno lavorano già sei ingegneri strutturisti, due ticinesi e quattro frontalieri».

Quanto sta facendo, o intende fare Pilatus, per contribuire a creare maggiori opportunità di ritorno di giovani talenti formati in Ticino che sono emigrati verso i grandi centri della Svizzera tedesca e francese?

«Il compito principale della nostra unità di Manno è quello di fornire assistenza tecnica per il nostro bimotore PC-24 business jet. Stiamo quindi creando un polo di conoscenza e posti di lavoro molto interessanti per i lavoratori ticinesi e dell’area circostante. Questi posti di lavoro fungeranno sicuramente da attrazione anche per i lavoratori che si sono formati in altri cantoni della Svizzera tedesca e che vogliono tornare in Ticino».

In Ticino si sta sviluppando lo Switzerland Innovation Park, fra alcuni anni il polo tecnologico a Bellinzona (ex officine FFS) sarà una realtà nella quale, forse, potrebbe confluire anche l’ETH di Zurigo. Come vede questa prospettiva per un’azienda come Pilatus, oppure per altre attività ad alto valore aggiunto?

«Possiamo benissimo immaginare una futura collaborazione con il Dipartimento Tecnologie Innovative della Supsi (DTI) per il reclutamento di ingegneri meccanici e software, a condizione che il piano di studi sia adattato alle esigenze del settore aeronautico. I primi contatti con la direzione del DTI sono già stati avviati».

L’ufficio di Pilatus a Manno è stato aperto nell’aprile 2022: quale bilancio si può fare dopo un anno?

«Finora l’esperienza con la nostra sede di Manno è molto positiva. Il nostro obiettivo è quello di creare nella sede ticinese un gruppo di progettazione ampliato e integrato, che in futuro si specializzerà nella progettazione delle ali dei nostri velivoli. Pertanto, la sede di Manno impiegherà in futuro un gruppo di ingegneri progettisti, strutturali, meccanici e meccatronici. Si prevede che il gruppo di Manno crescerà fino a raggiungere almeno trenta dipendenti nei prossimi due anni. In futuro, il gruppo comprenderà anche ingegneri del software. Il reclutamento di questi specialisti è attualmente in fase di avvio».