Concorrenza

La Banca cantonale di Zurigo muove il mercato del risparmio

La decisione della ZKB di eliminare le spese di tenuta dei conti privati potrebbe essere un punto di svolta per il settore retail – Secondo BancaStato la struttura dei prezzi è rivista continuamente e ci saranno certamente adeguamenti
Dimitri Loringett
22.12.2023 23:30

«Era ora, si tratta di un’evoluzione che si imponeva dal momento che è cambiato il quadro generale dei tassi d’interesse». Così si è espresso, giovedì ai microfoni della radio romanda RTS, il sorvegliante dei prezzi Stefan Meierhans in merito alla decisione della Banca cantonale di Zurigo (ZKB) di eliminare le commissioni per la tenuta dei conti privati (quelli, per capirci, usati per versare lo stipendio) e per le carte di debito. Secondo «Mister Prezzi», il provvedimento farà risparmiare ai titolari di un conto bancario privato fino a 116 franchi all’anno: «Il cambiamento interessa soprattutto i piccoli clienti, con mezzi limitati, perché loro non approfittano molto di un aumento dei tassi d’interesse: quando una persona ha mille franchi sul conto bancario, se il tasso d’interesse è allo 0,5% o all’1% cambia poco, mentre se si devono pagare 100 franchi all’anno di commissioni questo fa una differenza», ha argomentato Meierhans.

Secondo Mister Prezzi, dietro alla mossa di ZKB c’è certamente una componente di pubblicità, «ma a se a trarne vantaggio è la clientela io trovo che sia giusto che abbia risonanza». «Oggi in linea di principio la gestione di un conto dovrebbe essere gratuita, perché i veri costi in una transazione sono molto ridotti», aggiunge Meierhans. «Quanto sta succedendo è evidentemente la conseguenza della concorrenza delle neo-banche, che sono unicamente online: una concorrenza che è benvenuta».

Una prima in Svizzera

Quella di ZKB è una mossa considerata «aggressiva» dagli analisti – e anche onerosa: si stima infatti che l’operazione costerà almeno 36 milioni di franchi all’istituto. Un costo però «sopportabile», grazie anche all’utile record di 541 milioni di franchi realizzati nel solo primo semestre di quest’anno. Ma l’operazione resta comunque una prima in Svizzera e costituisce verosimilmente un punto si svolta per il segmento «retail» delle banche. «Crediamo che l’evoluzione sia quella di avere dei tariffari più allineati al valore aggiunto offerto ai clienti con un determinato prodotto o servizio. Quindi diminuiranno i prezzi per le prestazioni di base, mentre per gli altri prodotti e servizi i prezzi saranno più variegati e personalizzati». Così osserva BancaStato, da noi contattata, che precisa: «È però importante non dimenticare che anche per erogare l’offerta di base, le banche devono continuamente investire nella loro infrastruttura: si pensi ad esempio alla trasformazione digitale e alle questioni di sicurezza».

Importanza del valore aggiunto

L’istituto di credito cantonale applica una tariffa di 5 franchi per la tenuta di un normale conto privato, in linea quindi con il mercato (v. tabella). «Tuttavia - sottolinea il portavoce della banca - il costo può essere inferiore o addirittura esente a seconda del segmento di clientela (per i giovani non vengono applicate spese). Indipendente da ciò crediamo sia importante premettere che i costi per la tenuta dei conti bancari è solo uno degli elementi per valutare i costi totali dei prodotti e servizi offerti da una banca ai propri clienti. Ad esempio, bisogna anche tenere conto dei tassi d’interesse con cui si remunerano i conti e dei costi degli altri prodotti e servizi. Per essere concreti: si potrebbe dedurre o eliminare i costi di tenuta dei conti e offrire dei tassi d’interesse molto bassi sui conti di risparmio. L’offerta è poi anche spesso strutturata in forma di pacchetti contenenti diversi prodotti e servizi e, quindi, non è sempre facile confrontare i costi dei vari prodotti. Indipendentemente dalle promozioni puntuali, vale quindi la pena valutare nel complesso il costo, ma anche la qualità del servizio, della relazione con la propria banca. È pur vero che la tendenza è quella di diminuire i prezzi per l’offerta di base - conti e carte di debito – e di aumentare i prezzi degli altri prodotti e servizi in funzione del valore aggiunto che essi comportano per i clienti. Si tratta del modello “freemium” lanciato dalle “neo-banche” e che sta prendendo piede. La loro strategia è quella di attirare clientela “a perdita” sui servizi base per poi sviluppare un’offerta a pagamento per i servizi più complessi. Naturalmente anche BancaStato non può sottrarsi a quest’evoluzione. Quindi, nell’ambito della revisione costante delle condizioni, ci saranno sicuramente degli adeguamenti».

Strategia ibrida

Il fenomeno delle banche digitali è in crescita, come dimostra l’intenzione della britannica Revolut di insediarsi anche in Svizzera. Queste «banche senza sportello» offrono servizi bancari praticamente senza costi e sono sempre più popolari dai clienti più giovani e dai «nativi digitali».

Minaccia opportunità per una banca «tradizionale» (e universale) come BancaStato? «Revolut è già indirettamente in Svizzera ed è già molto concorrenziale per i prodotti bancari di base», ci rispondono da Bellinzona. «Le “neo-banche” cercano, giocando sulla loro dimensione, anche di “costruire” piattaforme aperte anche a servizi digitali non bancari. È chiaro che incrementando la loro offerta incrementeranno anche i costi fissi – basti pensare alle necessità d’investimento per rispettare le varie normative – e, quindi, anche i prezzi. La strategia di BancaStato è invece “ibrida”: offriamo i nostri prodotti e servizi indipendente dal “canale”, in quanto siamo convinti che la vicinanza fisica ai clienti è ancora importante soprattutto per i servizi a più grande valore aggiunto come la consulenza legata ai crediti e agli investimenti».