La borsa svizzera non affonda, nonostante i dazi americani

La borsa svizzera sta tenendo bene di fronte alla notizia dei dazi al 39% decisi dal presidente americano Donald Trump: alle 10.20 l'indice di riferimento SMI perdeva solo lo 0,8%.
Vero è che le altre piazze continentali oggi sono in rialzo (ad esempio Francoforte sale dell'1,1%), ma va pure ricordato che il mercato di Zurigo deve anche scontare la giornata nera subita venerdì dalle borse mondiali, sulla scia di dati negativi del mercato del lavoro americano: come si ricorderà infatti venerdì Zurigo era chiusa per la Festa nazionale.
Concretamente dopo uno sbandamento iniziale i corsi dei singoli titoli elvetici si sono nel frattempo stabilizzati: il valore più in difficoltà è Sika (-2,1%) e sotto pressione sono anche UBS (-2,0%) e ABB (-1,6%). Richemont (-0,9%) si è invece ampiamente ripresa.
Sorvegliate speciali rimangono Novartis (-0,8%) e Roche (-1,5%): per il momento i prodotti farmaceutici sono esentati dalle barriere doganali, ma Trump ha inviato una lettera ai principali attori del settore esigendo netti ribassi dei prezzi dei medicamenti venduti negli Usa. Nestlé è invariata, mentre Swisscom (+2,6%) - valore spiccatamente difensivo - si trova sugli scudi.
La perfomance dell'SMI dall'inizio di gennaio è attualmente del +1%. Rispetto al massimo del 2025, raggiunto il 3 marzo, è invece del -11%.