Finma

La finanza alla prova dell’era quantistica

Il futuro del «quantum computing» si avvicina e mette a rischio la sicurezza dei dati sensibili presso gli istituti finanziari – Per l’Autorità federale di vigilanza occorre prepararsi già ora per proteggere sistemi e informazioni da attacchi informatici
Il direttore della Finma, Stefan Walter, durante il suo intervento introduttivo dell'incontro al Centro studi Villa Negroni, a Vezia. © Ti-Press / Francesca Agosta
Dimitri Loringett
10.10.2025 06:00

Il «timing» non poteva essere migliore: a due giorni dall’asssegnazione del Premio Nobel per la fisica, andato a tre accademici americani per le loro scoperte nell’ambito della meccanica quantistica, l’annuale incontro della Finma con gli operatori della piazza finanziaria ticinese, svoltosi ieri al Centro studi Villa Negroni, era dedicato proprio di quantum computing.

Il tema interessa da vicino l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari perché i rischi che questa tecnologia comporta saranno piuttosto importanti - anche se, va detto, i computer quantistici non ci sono ancora, tranne un progetto pilota di IBM, che vede coinvolte anche due banche svizzere (UBS e Banca Migros) che stanno facendo delle prime valutazioni sul potenziale d’utilizzo.

Nel suo intervento introduttivo, il direttore della Finma Stefan Walter ha osservato come «i rischi legati agli attacchi informatici e all’esternalizzazione sono in aumento, con molte banche e compagnie assicurative che affidano servizi informatici centrali a fornitori cloud. Questa dipendenza da pochi fornitori terzi le rende più vulnerabili agli attacchi informatici».

E proprio di vulnerabilità ha parlato in seguito la specialista in gestione dei rischi presso la Finma, Petra Häfliger, che ha illustrato dapprima il concetto quantistico e l’impatto che questa tecnologia può avere su un elemento fondamentale del sistema finanziario: la crittografia. Come ha spiegato la laureata in fisica all’ETH, l’algoritmo di crittografia RSA in uso da anni nel settore finanziario (e non solo, naturalmente) non è più «sicuro» nel mondo quantistico. A rischio di attacchi informatici sono quindi tutte quelle informazioni «sensibili» contenute ad esempio nei contratti, oppure i dati dei clienti, quelli di mercato e quelli relativi ai prodotti, ma anche i sistemi bancari online e le relative app, le firme digitali e, non da ultimo, la blockchain e le criptovalute.

Ma, come detto, questi computer non ci sono ancora e, come ha spiegato l’esperta, non andranno a sostituire quelli «tradizionali», casomai saranno complementari. Oltretutto, ha precisato, la loro integrazione con i sistemi attuali è molto difficile in quanto, per esempio, gli algoritmi «classici» non «girano» sui computer quantistici.

Nel frattempo, agli istituti finanziari la Finma raccomanda catalogare i dati sensibili a lungo termine e proteggerli il prima possibile, per evitare gli attacchi cosiddetti «harvest now, decrypt later» e, quindi, prepararsi alla crittografia post-quantum.