Congiuntura

La frenata dei prezzi è percepita da pochi

Nell’analisi mensile di Comparis, svolta assieme al KOF, l’inflazione «sentita» dai consumatori svizzeri si attesta al 2%, superiore al dato ufficiale misurato dall’UST (+1,7%) - Forte aumento dei carburanti - In Ticino il tasso è inferiore alle altre regioni (+1,8%), «anche perché i consumi e i redditi sono diversi tra le aree geografiche»
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Dimitri Loringett
12.10.2023 20:30

La pressione inflazionistica in Svizzera «non molla»: dopo l’Ufficio federale di statistica (UST) , che all’inizio di questo mese ha rilevato un lieve aumento rispetto ad agosto dell’Indice dei prezzi al consumo (IPC) dello 0,1% (per un tasso d’inflazione a settembre dell’1,7%), oggi è stata la volta di Comparis, che ha pubblicato il dato sul rincaro «percepito»: nonostante la lieve flessione mensile dello 0,1%, il tasso d’inflazione si è attestato al 2%, superiore quindi a quello misurato dall’UST. Comparis nota, tuttavia, che quello di settembre è il terzo mese consecutivo in cui si registra una diminuzione dei prezzi nel suo paniere di riferimento.

Andando nel dettaglio, nel mese di settembre si è assistito a un calo dei prezzi di alcuni prodotti. Ad esempio, i consumatori hanno speso il 12% in meno rispetto ad agosto per il settore paralberghiero, che include case vacanze e campeggi. Anche il trasporto aereo è diventato più economico (-5,1%). «Il settore dei viaggi è soggetto a forti oscillazioni stagionali dei prezzi. Negli ultimi due mesi, i prezzi del trasporto aereo sono diminuiti dell’11,7%, quelli del settore paralberghiero del 15,3%, quelli dei viaggi «tutto compreso» del 6,3% e quelli del settore alberghiero del 2,3%. Queste riduzioni mostrano l’elevato potenziale di risparmio per i viaggiatori con maggiore flessibilità», afferma Dirk Renkert, esperto finanziario di Comparis.

Stando al rilevamento del portale di confronti online, si è però assistito a un nuovo aumento dei prezzi dei carburanti, che quest’anno non hanno subito solo il classico rincaro dovuto alle vacanze di Pasqua e alla Pentecoste: il prezzo sono infatti aumentati anche nel mese di agosto (+4,9% su base mensile). Di conseguenza, ora gli automobilisti devono sborsare oltre il 7% in più rispetto a luglio. «Le ragioni sono la riduzione dell’offerta di petrolio greggio da parte della Russia e dei Paesi dell’Opec, come l’Arabia Saudita, e l’aumento della domanda globale dovuto alle ottimistiche prospettive di crescita», spiega ancora Dirk Renkert. «È chiaro – aggiunge – che l’andamento potrebbe cambiare rapidamente se l’economia dovesse rallentare più del previsto e il prezzo del greggio dovesse scendere di nuovo».

L’indice dei prezzi al consumo di Comparis, che viene calcolato mensilmente in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo, misura l’inflazione realmente percepita dai consumatori, prendendo inoltre in considerazione singole tipologie di economie domestiche, fasce di reddito e regioni linguistiche. Per il calcolo viene considerato l’andamento dei prezzi di un paniere rappresentativo di circa 1.050 beni e servizi beni consumati regolarmente dalla popolazione, come generi alimentari, farmaci o vestiti, rimuovendo i fattori che - in generale - sono di contenimento dell’inflazione, come gli affitti o i beni durevoli.

Considerando i dati per regione linguistica, emerge che la Svizzera tedesca e la Svizzera romancia hanno registrato il rincaro più elevato su base annua, con un tasso del 2% (in linea con il dato complessivo calcolato da Comparis/KOF, ndr), mentre il rincaro più basso rispetto allo scorso anno è stato percepito nella Svizzera italiana (+1,8%) - un dato, quest’ultimo, che sembra contraddire quello sui citati aumenti dei carburanti.

L’esperto di Comparis, da noi interpellato, spiega che «poiché i panieri di beni presenti nei bilanci familiari regionali sono diversi, ne derivano tassi di inflazione differenti. Ad esempio, il Ticino ha una quota relativamente più alta di trasporti e l’aumento dei prezzi dei carburanti ha sicuramente avuto un effetto maggiore sull’inflazione. D’altra parte, i prezzi di altri beni e servizi sono scesi laddove il Ticino ha una quota relativamente più alta rispetto alle altre regioni linguistiche (ad esempio i servizi postali e le telecomunicazioni, che registrano un -2,6% mensile). Pertanto, l’inflazione deriva dall’intera composizione del paniere regionale di beni e non solo dai prezzi dei singoli prodotti».

Gli svizzeri stanno spendendo meno

Gli svizzeri stanno spendendo meno: in settembre l’indicatore dei consumi calcolato da PostFinance sulla base dei pagamenti con carta dei suoi 2,5 milioni clienti è diminuito dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2022. Se si tiene conto dell’inflazione (attualmente all’1,7%), la contrazione è ancora più marcata, pari al 2,4%, sottolinea l’istituto. Il dato relativo al nono mese dell’anno segna inoltre una svolta, dopo il +2,2% di agosto e il +1,6% di luglio. Il segnale di debolezza dei consumi arriva inoltre poco prima dei mesi invernali, commentano gli esperti di PostFinance. All’orizzonte sussiste peraltro la minaccia di un’ulteriore considerevole perdita di potere d’acquisto a causa dell’aumento degli affitti, dei prezzi dell’elettricità, delle imposte e dei premi dell’assicurazione malattia.