L'intervista

«La neutralità non impedisce di avere una difesa moderna»

A colloquio con Maria Luisa Bernini, segretaria generale del Gruppo materiale difesa e sicurezza della Svizzera italiana
© KEYSTONE/Peter Klaunzer
Andreas Grandi
22.08.2025 06:00

Aggiornare le competenze strategiche ticinesi a un clima geopolitico imprevedibile, pur ricordando che sono le aspettative di pace a motivare le soluzioni ai conflitti. Questi gli obiettivi del Gruppo materiale difesa e sicurezza della Svizzera italiana, come ci spiega Maria Luisa Bernini, la sua segretaria generale.

L’Europa sta rivedendo il suo potenziale militare. Quali le prospettive per l’industria della difesa presente in Ticino?
«È in continua crescita e favorita da una collocazione strategica tra Italia, Germania e Francia. In Ticino operano principalmente piccole e medie imprese (PMI) attive nell’alta tecnologia: sicurezza delle comunicazioni, droni, sensoristica avanzata, meccanica di precisione, materiali compositi, elettronica e cibersicurezza».

Sono tecnologie dual use, impiegabili sia in ambito militare sia civile e hanno un ruolo ormai decisivo nei partenariati internazionali.
«La Svizzera italiana, grazie a istituzioni come SUPSI, USI, il Centro svizzero di calcolo scientifico e l’Istituto Dalle Molle, si sta profilando anche come un centro di eccellenza accademica nella ricerca e la innovazione. In particolare, il mondo accademico ticinese è molto dinamico nelle attività offset, perché sviluppano competenze e creano opportunità occupazionali. In linea con le raccomandazioni di armasuisse, le aziende ticinesi conciliano l’eccellenza tecnica con la capacità di difesa autonoma e preservano la Confederazione dalla dipendenza da organismi difensivi esterni. Come la Svizzera, anche in Ticino si mira a proteggere il know-how scientifico delle nostre PMI e a incrementare i contatti esteri, specie con aziende italiane, con cui condividiamo legami linguistici. A testimoniarlo sono le numerose aziende italiane stabilitesi nella nostra regione, mentre PMI svizzere hanno già aperto filiali in Italia e, sfruttando gli accordi bilaterali con l’UE, partecipano ad appalti pubblici oltreconfine».

La neutralità svizzera e le regole sugli acquisti statali di materiale militare come condizionano lo sviluppo delle aziende locali della difesa, il loro export e la loro capacità di partecipare ai programmi di compensazione industriale (offset), in cui si impone che parte delle commesse estere sia destinata ad aziende elvetiche?
«La neutralità svizzera non impedisce al nostro Paese di avere una difesa moderna, ma impone rigide procedure all’esportazione di materiale bellico. Questo crea difficoltà, specie in mercati dove è imperativo essere flessibili e rapidi. Insieme ad altre associazioni svizzere nel nostro settore, come il Groupe romand pour le matériel de défense et de sécurité (GRPM) e Swiss ASD (Aeronautics, Security and Defence), cerchiamo di semplificare le incombenze amministrative e facilitare l’export delle nostre imprese, almeno per i prodotti dual use. Questo è importante per imporsi in Paesi come la Germania, dove recentemente si è istituito un fondo speciale che, entro il prossimo decennio, investirà circa 500 miliardi di euro per rinnovare la capacità industriale bellica tedesca. Per gli appalti pubblici, collaboriamo con enti economici ticinesi come AITI e la Camera di commercio, sia per rinsaldare i legami tra le imprese locali, sia anche per allineare le loro attività alle procedure in uso nei partner esteri. Ad esempio, supportiamo le PMI ticinesi nell’aggiornamento delle loro proposte commerciali alla contrattualistica internazionale, soprattutto in ambiti come la sostenibilità, la trasparenza e la parità di trattamento economico. Inoltre, considerando la prevalenza di PMI nel nostro territorio, sempre per competere efficacemente sui mercati esteri, cerchiamo di favorire la collaborazione tra aziende e la creazione di consorzi».

Quali sono, nel contesto geopolitico attuale, le priorità e le strategie del Gruppo materiale difesa e sicurezza della Svizzera italiana per promuovere la competitività e la crescita economica nel settore?
«Siamo una piattaforma che favorisce il dialogo tra istituzioni, mondo accademico, imprese e forze armate per aumentare la visibilità delle nostre associate presso armasuisse e i principali poli industriali esteri. Promuoviamo le filiere produttive e ne coordiniamo la partecipazione a progetti, iniziative ed eventi di settore. Il nostro obiettivo è creare occupazione qualificata ad alto valore aggiunto, stimolare l’innovazione, rafforzare la sicurezza nazionale e valorizzare le competenze locali. Operiamo seguendo l’orientamento ‘‘buy swiss’’ di armasuisse, consapevoli che la coesione nazionale si fonda su una collaborazione anche tra le industrie delle diverse regioni linguistiche, un elemento distintivo della Confederazione».