La situazione sul mercato immobiliare rimane tesa in Svizzera

La carenza di alloggi si è aggravata in Svizzera nel primo semestre del 2025, nonostante il rallentamento dell'immigrazione dell'ultimo anno, colpendo soprattutto i nuclei familiari a basso reddito e quelli della fascia medio-bassa. È quanto emerge dall'ultimo aggiornamento del monitoraggio dell'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) pubblicato oggi, che evidenzia anche l'assenza di un alleggerimento a medio termine.
La situazione è tesa quanto nel 2014, quando si era verificata una fase prolungata di scarsità di alloggi, afferma l'UFAB. Tuttavia, a differenza di quanto accaduto tra il 2014 e il 2016, oggi non si intravede alcun rapido miglioramento. È già prevedibile che nei prossimi due anni l'attività edilizia non riuscirà a tenere il passo con la crescita delle economie domestiche e la pressione è in aumento anche nelle regioni montane.
Il monitoraggio del mercato immobiliare controlla anche i prezzi delle case. Considerando i costi reali di acquisto e manutenzione, per molti aspiranti proprietari diventa sempre più difficile comprare una casa. Per questo, il mercato degli affitti diventa ancora più rilevante, specialmente per chi ha un reddito medio-basso, che rappresenta circa l'80% degli inquilini.
In Svizzera - sottolinea l'UFAB - c'è un certo equilibrio tra le famiglie e gli appartamenti in affitto: circa l'80% di questi ha un canone accessibile, tranne nelle città di Ginevra, Losanna, Basilea, Lucerna e Zurigo, dove la situazione è più difficile.
Tuttavia, tra gli appartamenti attualmente disponibili sul mercato, solo il 40% ha prezzi che le famiglie con reddito medio-basso (80% degli inquilini) possono permettersi, con una scarsità particolarmente grave a St. Moritz e nelle grandi città. Se tutte queste famiglie dovessero affittare una nuova casa oggi, i costi abitativi salirebbero dal 29,1% al 35,7% del loro reddito, precisa l'UFAB.
La situazione generale del mercato immobiliare non è ancora critica, ma ci sono segnali di peggioramento, soprattutto per i redditi bassi: la percentuale di famiglie con spese abitative eccessive è passata dal 2,6% nel 2022 al 2,8% nel 2023 (meno che nel 2018).
Non si prevede un miglioramento dell'offerta, e la differenza tra i vecchi canoni e quelli nuovi sta crescendo, scoraggiando gli investimenti: gli investitori preferiscono demolire e ricostruire o ristrutturare, dando impulso all'edilizia ma non aumentando abbastanza gli alloggi disponibili.
Il monitoraggio del mercato immobiliare, gestito dall'UFAB, è iniziato negli anni 2000 per valutare l'impatto della libera circolazione delle persone sull'immigrazione. Anche se quest'ultima ha meno effetto oggi, continua tuttavia a influire. Nel 2024 il monitoraggio è stato aggiornato, e il mandato per il 2024-2027 è stato assegnato alla società Meta-Sys AG dopo una gara pubblica.