La soluzione della amministrazioni pubbliche alla dipendenza da Microsoft

Varie amministrazioni elvetiche vogliono far progredire l'indipendenza digitale in collaborazione con la Scuola universitaria professionale di Berna (BFH). Il Canton Berna, la città di Zurigo e alcune autorità federali partecipano ad un progetto pilota che punta all'impiego di programmi open source piuttosto che sui giganti della tecnologia.
A livello federale, le autorità implicate sono il Dipartimento federale di giustizia e polizia e la Cancelleria federale, ha indicato all'agenzia Keystone-ATS Matthias Stürmer, direttore dell'istituto «Public Sector Transformation» della BFH. In tutto sono 22 i partner coinvolti, tra cui numerose aziende informatiche.
L'obiettivo è di creare un centro statale per la sovranità digitale. I partner interessati sostengono una richiesta che BFH vuole presentare presso Innosuisse, l'Agenzia svizzera per la promozione dell'innovazione. Ciascuno di essi apporta risorse di personale e 10'000 franchi al progetto, il cui budget è di 4 milioni di franchi.
L'iniziativa si concentra, tra l'altro, sulla promozione dell'applicazione «Open Desk», una cosiddetta soluzione open source, come alternativa alla suite per ufficio Microsoft 365 (M365). «Open source» significa che il codice sorgente non è di proprietà di un'azienda privata, ma è liberamente accessibile.
Questa applicazione è gestita dal «Centro per la sovranità digitale» del governo tedesco. Alcune autorità in Germania la utilizzano già e, dall'inizio di novembre, anche alcune aziende elvetiche la stanno testando.
Zurigo esamina l'Open Desk
La città di Zurigo partecipa anch'essa al progetto pilota, ma ha fatto un ulteriore passo per quanto concerne l'applicazione. Su suo mandato, la BFH testa attualmente se «Open Desk» sia adatto agli abituali lavori d'ufficio e risponda alle esigenze specifiche della città. Stando a Stürmer, i risultati verranno presentati ai responsabili ancora nel corso di questo mese.
La soluzione «Open Desk» non è nuova nemmeno per la Cancelleria federale, che valuta dal 2024 la maniera in cui può attuare «una soluzione d'ufficio d'emergenza e il trattamento sicuro di informazioni sensibili». Il progetto attuale non prevede tuttavia la sostituzione completa del pacchetto Microsoft 365. L'amministrazione federale ha deciso di trasferire la sua infrastruttura informatica nel cloud di Microsoft soltanto tre anni fa.
M365 sempre più criticato
Nel frattempo le amministrazioni sono sempre più reticenti sull'uso di M365, evocando la dipendenza dall'azienda americana, ma anche la dubbia protezione dei dati.
Di recente, il capo dell'esercito uscente Thomas Süssli ha messo in discussione l'introduzione in corso del cloud all'interno della Confederazione. In una lettera indirizzata al delegato alla direzione informatica della Confederazione, resa pubblica dal media online «Republik», ha chiesto che venga esaminata una soluzione di cloud privato per i documenti classificati.
Nel canton Lucerna, i Verdi hanno dal canto loro chiesto «una pausa» nel passaggio a M365. L'incaricato lucernese della protezione dei dati, il tribunale cantonale ed esperti interni hanno espresso un avvertimento, hanno sottolineato gli ecologisti. Tuttavia, il relativo postulato non ha ottenuto la maggioranza nel parlamento cantonale.
Voci critiche riguardo all'introduzione di una soluzione Microsoft si sono levate anche nel Gran Consiglio di San Gallo. Il governo ha indicato di aver preso «misure correttive tecniche, organizzative e giuridiche». Ha inoltre affermato di non conoscere finora alcuna soluzione tecnica alternativa a Microsoft 365 che sia praticabile.
A Berna e Zurigo, la fiducia nei software open source è più grande. A gennaio, il «Netzwerk Souveräne Digitale Schweiz» (Network per la sovranità digitale della Svizzera), diretto dalla BFH, presenterà la sua richiesta di sovvenzione a Innosuisse. Se la risposta sarà positiva, la fase di implementazione di due anni dovrebbe iniziare ad aprile.