Previdenza

Le casse pensioni sono solide

Secondo l’Ufficio federale di statistica a fine 2020 gli istituti aveva in gestione una massa complessiva di 1.063 miliardi - 842 mila persone beneficiavano di una rendita, con una media annua che ammontava a 28.600 franchi
Buone notizie per il sistema previdenziale. Le cifre sono solide.  ©CDT/Chiara Zocchetti
Red. Online
18.02.2022 06:00

Le casse pensioni in Svizzera rimangono solide. È quanto emerge dai dati definitivi sul 2020, pubblicati ieri dall’Ufficio federale di statistica (UST). In generale si può dire che la situazione nel 2021 non è cambiata in modo sostanziale. Anzi, stando a un’analisi periodica di UBS, il rendimento medio degli investimenti delle casse pensioni si è attestato lo scorso anno al +8,1%, addirittura superiore al +4,1% registrato nel 2020. Quello che è cambiato, è comunque una flessione dei tassi di conversione, che è comunque stata compensata da un aumento del risparmio, ossia dei contributi, chiesto ad aziende e lavoratori.

Tornando ai dati del 2020, alla fine dell’anno il totale di bilancio delle 1434 casse pensioni presenti in Svizzera ammontava a 1063 miliardi di franchi. Sul fronte degli investimenti, ai primi posti figurano azioni (30,8%), obbligazioni (29,4%) e immobili (20,4%). Nel complesso il risultato netto degli investimenti è stato pari a 43,5 miliardi di franchi.

Le riserve di fluttuazione di valore sono aumentate di 17,5 miliardi di franchi per raggiungere quota 111 miliardi. Questo è dovuto all’evoluzione positiva dei mercati ed è rallegrante per il sistema del secondo pilastro e in generale per il sistema previdenziale svizzero, visto il maggior livello di sicurezza che ne deriva.

Nel 2020 la copertura insufficiente è scesa a 32,4 miliardi di franchi (–10%). La maggior parte è coperta da garanzie dello Stato: per i 71 istituti di previdenza di diritto pubblico la copertura insufficiente è stata infatti di 31,9 miliardi mentre per i 1363 istituti di previdenza di diritto privato di 0,5 miliardi.

Quasi 4,4 milioni di affiliati

Nel complesso, nel 2020 quasi 4,4 milioni di persone in Svizzera erano affiliate a una cassa pensioni, in aumento dell’1,3% rispetto al 2019. Nello stesso anno, 842.357 beneficiari hanno ricevuto una pensione di vecchiaia e 46.900 hanno optato per il versamento di capitale totale o parziale.

Fra chi ha scelto di ricevere il capitale figurano 17.300 donne e 29.600 uomini. Globalmente i pagamenti ammontano a 9,9 miliardi di franchi (+11,4%) e il valore medio del capitale ritirato è stato di 211.038 franchi (contro 195.507 franchi nel 2019; +7,9%).

Come si vede, c’è stato un incremento dell’11,4% delle opzioni di ritiro di capitale, ovvero la scelta di percepire le prestazioni di vecchiaia sott oforma di capitale invece che di rendita. Anche situazione è probabilmente da ricondurre alla riduzione dei tassi di conversione, che è in corso da alcuni anni. Chiaramente la scelta tra rendita o capitale di vecchiaia è una delle scelte più importanti che una persona deve fare nella propria vita, e va ponderata e valutata con attenzione. In particolar modo con l’opzione in capitale la persona si assume la responsabilità della gestione del capitale a partire dal pensionamento per il resto della vita. Questo richiede una attenta pianificazione in base alla propria situazione finanziaria.

Contributi per 20,8 miliardi

Nel 2020 circa 1,9 milioni di donne e 2,5 milioni di uomini hanno versato 20,8 miliardi di franchi di contributi regolamentari alla previdenza professionale. I beneficiari di rendite (331.471 donne e 510.886 uomini) hanno ricevuto un totale complessivo di 24,1 miliardi di franchi. Basandosi sulla rendita versata in dicembre, la media annua è di 28.618 franchi, precisa l’UST.

Tassi di conversione in calo

Bisogna sottolineare che negli ultimi anni praticamente tutte hanno ridotto il tasso di conversione. Il tasso di conversione delle casse pensioni oggi si aggirano fra il 4,5 e il 5%.

Il livello delle rendite ha subito una riduzione fra il 2014 e il 2018, mentre attualmente si è stabilizzata, vista la tendenza delle casse pensioni di compensare la riduzione del tasso di conversione con un processo di risparmio aumentato, ovvero tramite maggiori contributi del datore di lavoro e dei dipendenti.

Secondo uno studio di Swisscanto, dal 2011 al 2013 il livello delle rendite ammontava all’80% dell’ultimo salario, per poi scendere progressivamente al 69% del 2018, e da allora è rimasto stabile a questo livello.