Lugano Banking Day

Le condizioni quadro vanno sempre coltivate

Tra i fattori che attraggono imprese e persone verso un territorio, quelli fiscali sono tra i più importanti, ma non sono i soli – Al convegno organizzato da ABT e DFE i suggerimenti di riforma per non arretrare in un mondo che cambia
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Generoso Chiaradonna
31.03.2025 22:46

Le condizioni quadro per le imprese e i cittadini, la fiscalità, i rapporti con lo Stato, le risorse umane, le nuove tecnologie, la formazione professionale. Sono tutti temi affrontati durante il quarto Lugano Banking Day organizzato dall’Associazione bancaria ticinese in collaborazione con Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino (DFE). Due i panel di discussione - uno moderato da Franco Citterio, direttore dell’ABT - sui temi del convegno anticipati da una breve relazione di Sara Carnazzi Weber, economista e titolare della società di consulenza Polinomica Sagl. Carnazzi Weber, prima di affrontare la sfida della libera professione, ha maturato una pluriennale esperienza sui temi dell’economia regionale al Credit Suisse.

La fiscalità, ha spiegato Sara Carnazzi Weber, è un aspetto centrale - anche se non l’unico - per la localizzazione delle imprese. Il Cantone Ticino negli ultimi anni ha messo in vigore tre riforme fiscali che hanno in parte corretto il suo svantaggio concorrenziale nei confronti di altri cantoni per quanto riguarda le persone giuridiche, le aziende quindi . Ha aiutato anche la cosiddetta minimum tax dell’OCSE che ha posto un limite di prelievo verso il basso al 15%. Imposta minima globale messa in dubbio - tra le altre cose - dal presidente statunitense Donald Trump. Gli Stati Uniti, infatti, potrebbero uscire da questo sistema che ha messo un argine alla concorrenza fiscale tra Stati. «Su questo tema dovremmo riflettere anche noi. Dobbiamo avere buoni rapporti con gli USA, ma anche con altri Paesi o aree economiche (sì all’accordo con l’UE, ndr) cercando di fare gli interessi della nostra economia», ha affermato Monika Rühl, direttrice di Economiesuisse. Il Ticino, ad ogni modo, è poco sopra questa soglia del 15%. Altra storia, invece, per le persone fisiche. In questo ambito il Ticino è sotto la media svizzera - per quota di prelievo - per quanto riguarda i redditi medio-bassi. Si fa molto peggio per i redditi alti o molto alti. Il carico fiscale per questi contribuenti è leggermente diminuito negli ultimi anni, ma rimane vicino al 35% totale. Limare le aliquote alte è una di quelle operazioni che in Ticino accendono gli animi politici, come ha avuto modo di spiegare Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato e direttore del DFE. Concetto, quello della scarsa attrattività fiscale del Ticino per i grandi contribuenti, ribadito anche da Simona Genini, avvocata e deputata al Gran Consiglio. C’è però l’imposizione secondo il dispendio (per i globalisti, ndr) che potrebbe attrarre i cosiddetti res non dom (residenti ma non domiciliati) che stanno per lasciare la Gran Bretagna. Le norme ticinesi sui globalisti avrebbero però bisogno di correttivi visto che anche altri Paesi - Italia in primis - hanno regimi simili molto concorrenziali perché a differenza di quello svizzero permettono a questi contribuenti di lavorare.

Franco Polloni, responsabile del mercato svizzero e italiano di EFG, condivide questa necessità di riforma. Ha ricordato però che l’iniziativa popolare della GISO (Gioventù Socialista) per tassare al 50% le eredità sopra i 50 milioni di franchi - che ha scarsissime chance di essere accettata da popolo e cantoni - sta creando incertezza e frena i grandi patrimoni che vorrebbero trasferirsi in Svizzera.

Mauro De Stefani, direttore generale di BPS (Suisse), ha confermato che l’incertezza, oggi più di prima, domina l’attività imprenditoriale e ha invitato le istituzioni svizzere a cercare anche di preservare il sustrato fiscale e le condizioni quadro odierni. «Stanno cambiando gli assetti geopolitici e l’Europa ora è molto debole. La Confederazione e il Ticino hanno però la carta della stabilità da giocare», ha ricordato De Stefani.

Tra demografia e tecnologia

La seconda parte della giornata è stata dedicata ai temi delle risorse umane (scarse), le tecnologie e la formazione professionale. Tra i relatori del panel - moderato da Alberto Petruzzella, presidente dell’ABT - seguito all’introduzione di Sara Carnazzi Weber sulla crisi demografica, la consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Marina Carobbio; Fabrizio Cieslakiewicz, presidente della direzione di BancaStato; Mauro Dell’Ambrogio, presidente di Switzerland Innovation Park; Luca Pedrotti, responsabile regionale UBS Ticino e Andrea Rizzoli, direttore dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale.