Le imprese ticinesi sono le più restie ad assumere

Le prospettive di assunzione delle imprese svizzere, nonostante le attuali sfide economiche (i rischi geopolitici dall’Ucraina invasa dalla Russia al Mar Rosso, passando dalla guerra israelo-palestinese, ndr), rimangono elevate nei prossimi tre mesi rispetto sia ai Paesi confinanti, sia all’Europa in generale. Le previsioni di assunzioni elaborate da ManpowerGroup per la Svizzera sono superiori di 14 punti rispetto alla media EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa, superata solo dai Paesi Bassi (+32%). Nei Paesi confinanti con la Svizzera, le aspettative rimangono positive anche se a livelli molto più bassi rispetto ai trimestri passati: in Francia, il 18% dei datori di lavoro prevede di aumentare le assunzioni; in Austria e Germania, la percentuale è del 17%; e in Italia, si registra un +9%.
Anche in Svizzera, non tutte le sette regioni economiche fanno segnare un crescita possibile delle assunzioni. «In Ticino queste prospettive fanno segnare un -14%, ed è l’unica area svizzera a calare», spiega Fabrizia Marzano, branch manager di Manpower a Lugano che precisa che quando si parla di prospettive di assunzione, «si intendono quelle permanenti, non legate quindi all’interinale che - a loro volta - dipendono sì dalla congiuntura generale, ma anche e sopratutto da situazioni puntuali delle imprese che devono, per esempio, far fronte a un picco di produzione».
Ma a cosa si deve questa prudenza delle aziende ticinesi? «Certamente il franco forte sta avendo un ruolo non indifferente nel raffreddare il portafoglio ordini di tante imprese», risponde Fabrizia Marzano che vede dal suo osservatorio locale anche dinamiche particolari di settori che sono alla ricerca di giovani talenti e che spesso non si trovano sul mercato locale. Un caso sono gli informatici, sempre molto richiesti. «Operché i giovani ticinesi sono andati altrove (in Svizzera interna, per esempio) o perché non ce ne sono a sufficienza. Inoltre, incominciamo a percepire una ‘penuria di talenti’ originata dalla demografia che verrà acuita nei prossimi anni: saranno di più le persone in uscita dal mercato del lavoro per ragioni anagrafiche rispetto a chi vi sta entrando». Una situazione che nemmeno la vicinanza alla Lombardia può supplire. «Anche in Italia gli informatici sono molto richiesti e ben pagati. Infine, le condizioni di lavoro (smartworking su tutto) in questo frangente storico sono più appetibili sul mercato italiano», aggiunge Marzano che sottolinea come la questione demografica e la mancanza di figure professionali «sta contribuendo a valorizzare i lavoratori over 50, categoria che si diceva bistrattata».